Youvoid – Aware

Genere: elettronica, trip – hop, dream pop.

Protagonisti: Lydia Pisani, Fabio Rossi compongono rispettivamente testi e musica, Contribuiscono agli arrangiamenti Pierfrancesco Patrisso (chitarra), Alessandro Gnudi (basso). Collaboratori esterni al progetto sono Fabio Resta (batteria) e Massimiliano Gallo (violino).

Segni particolari: Il progetto Youvoid nasce nel giugno 2011 a Bologna, dall’incontro tra Lydia Pisani e Fabio Rossi. Le prime composizioni nascono a casa, davanti ad una batteria elettronica, sulle idee musicali di Fabio e le linee vocali di Lydia. Nel maggio 2013 i due registrano il primo EP Nowhere (autoproduzione, 2013). Tra il 2013 e il 2014, entrano a far parte della band Pierfrancesco Patrisso e Alessandro Gnudi. Nell’aprile 2016 esce il primo disco, Aware, per la Irma Records.

Ingredienti: Prendete la Bjork più tormentata, poi pensate ai Portishead più struggenti, dopodiché aggiungete dell’elettronica ipnotica alla Radiohead ed un po’ di trip-hop alla Massive attack: il risultato è Aware. Tra sogno e veglia, coscienza ed incoscienza, gli Youvoid ci prendono per mano e ci conducono verso i luoghi più nascosti e angusti dell’anima. La voce di Lydia è a tratti spettrale, sofferente, ed arriva malinconicamente incantevole (Aware, Ghost Flower, I’m not free); quella di Fabio è intensa e profonda (In the woods). La sezione vocale, sempre in primo piano, si arricchisce dei gelidi soffi delle chitarre, dei sibili elettronici, delle pulsazioni della batteria (A prayer of a flying souls) e di battiti trip-hop (The stranger), creando così una melodia sontuosa, ricca all’interno di un contesto dolcemente doloroso, di quel dolore che fa male e bene allo stesso tempo.

Densità di qualità: Ogni traccia è suggestiva, capace di intrappolare la mente in un loop sensoriale senza via di fuga. Figure confuse e scolorite si materializzano dal nulla, insieme a visioni di momenti struggenti di una vita mai vissuta che forse riproducono le nostre paure e/o i nostri desideri. Alla fine del disco, il velo opaco si dissolve e si torna alla realtà. Aware è un continuo dialogo con il proprio inconscio.

Velocità: Si viaggia ad una velocità mai eccessiva, in bilico tra l’esistente e l’immaginario.

Il testo: “I’m not free, I’m not free to be. I’m not free, I’m not free anyway. Take me away from here” (da I’m not free).

La dichiarazione: “Lo spazio interiore di Nowhere, qui viene attraversato, esplorato da “labirinto di pensieri” si trasforma in esperienza vissuta e filtrata dalla percezione che qualcosa di più grande e misterioso è all’opera dentro ogni uomo”.

 

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