Super Bene – Tragic Carpet Ride
Con Super Bene, i Tragic Carpet Ride mettono a segno un secondo passo significativo nel proprio percorso artistico. Il progetto conferma quanto già anticipato con Specchio riflesso, ma lo fa con un piglio più definito e una produzione più nitida, priva di sovraesposizioni e artifici.
L’avvio con “Jukebox” è convincente: la band riesce a suonare moderna e allo stesso tempo essenziale. L’equilibrio tra chitarre, tastiere e percussioni porta a un sound che non strizza l’occhio alla moda, ma guarda piuttosto a un’estetica coltivata. Il cantato in italiano funziona, senza risultare forzato, grazie a una buona dizione e a melodie ben costruite, che non scadono nella banalità.
Nel secondo brano, “Cornflakes”, l’approccio risulta ancora più acceso nella seconda metà, quando la ritmica prende corpo e la voce si alza leggermente, senza rompere la calma dell’insieme. C’è spazio per un piccolo crescendo emotivo, che collega il dream-pop all’indie contemporaneo.
“Nuvola di fumo” si inserisce bene nel contesto dell’EP, spostando l’attenzione su sonorità sospese e su fiati sottili, quasi impercettibili. L’effetto complessivo è quello di un tappeto morbido che accompagna l’ascolto, sostenuto da un mix misurato. Infine, “La canzone del pesce” ha un tocco più giocoso, ma sempre controllato: la band riesce a tenere corsia e coerenza, senza perdere identità.
Da un punto di vista lirico, c’è una tensione tra ricordo e sospensione, che riflette lo sguardo verso un’estate più silenziosa e interiore. La dimensione narrativa è contenuta, ma palpabile: non serve un racconto esteso, ma una sensazione che resti impressa. Missione compiuta.
La durata contenuta dell’EP aiuta ad evitare ridondanze: in 4 brani la band dice molto senza dilungarsi. La produzione, meno lo-fi rispetto al precedente, si accompagna a un suono più raffinato – le tracce respirano meglio e suonano più coordinate.
In conclusione, Super Bene è un passo avanti evidente rispetto all’esordio. Un EP compatto e ben confezionato, che mostra determinazione e solidità. Lascia indizi precisi su una direzione futura che potrebbe portare a risultati ancora più interessanti nel terzo capitolo e magari nel primo album. Nessuna ambizione stupefacente, ma una consapevolezza che fa ben sperare.