Old Fashioned Lover Boy – The Iceberg Theory

Genere: folk contaminato

Protagonisti: dietro il moniker si cela Alessandro Panzeri, ragazzo partenopeo.

Segni particolari: disco d’esordio, in lingua inglese, per colui che è stato voce e chitarra della band Abulico. Il disco è stato registrato in pochi giorni a Napoli con la produzione artistica di Stefano Bruno “Juno”.

Ingredienti: già osservando la copertina, che riflette, con grande suggestione evocativa, una netta distinzione tra quanto si può percepire in superficie e quanto invece è irrimediabilmente celato in profondità, si può assorbire quello che sarà il concentrato di emozioni del disco. Un LP che, nell’approccio ai pezzi, predilige partire per sottrazione, quindi con delicati mood acustici che accarezzano come il primo Bon Iver o la versione meno solare di Conor Oberst fin quasi a cullare l’ascoltatore, per poi sorprendere con ricche sezioni strumentali. Nonostante il numero ridotto di pezzi, quindi, l’eterogeneità non è un dettaglio trascurato. Soprattutto a livello vocale, dove il canto è talvolta dissimulato e onirico (Your song, Burn Burn), talvolta arioso e sicuro di indicare alla melodia la strada maestra, anziché esserne solo al servizio (Barracudas che odora di Brothers in Law, She understands).

Densità di qualità: quasi tutti i pezzi colpiscono al primo ascolto, ed è sorprendente, visto che la cifra stilistica è ben lontana dall’autocompiacimento, come un concedersi a piccoli sorsi, una scoperta lontana dalla definizione totale (Stay Away, epica, in chiusura). I riferimenti dei classici del genere non sono scontati ma colgono nel segno, rielaborando spunti e intuizioni con il giusto bilanciamento tra coralità e introspezione (in alcuni frangenti si scorgono dei Fleet Foxes votati alla sobrietà). Per tutta la durata del disco si ha la sensazione di evaporare e riconsolidarsi, un passaggio naturale dal sogno ai primi segnali di realtà. Il songwriting lungo tutte le tracce del lavoro, si attesta pulito e sicuro, e lascia di stucco quando la strumentalità dà l’idea di rifarsi ad una fulminante improvvisazione (Smile).

Velocità: più moderata che allegra.

Testo: “Please stay away from me” da Stay Away.

La Dichiarazione: “Barracudas nasce come provino e diventa uno dei brani portanti di questo disco, per quanto mi riguarda. L’immaginario iniziale voleva essere un viaggio attraverso il deserto del new mexico ma la produzione artistica di “Juno” ha aggiunto un inaspettato tocco anni ottanta e mi sono tornati in mente i Cure come anche certa attualità chillwave (Slow Magic, Washed Out), della quale OFLB si nutre costantemente.” a Ondarock.

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