Marcello E Il Mio Amico Tommaso – Un amore
GENERE: indie-rock.
PROTAGONISTI: Marcello Enea Newman: chitarra elettrica, voce; Adelaide Albinati: voce; Tommaso Venanzi: violoncello; Gianlorenzo Nardi: basso; Lorenzo Autorino: organo elettrico; Giorgio Ruzziconi: batteria; Sara Cecchetto: violino.
SEGNI PARTICOLARI: secondo album per la band romana in formazione rinnovata, a tre anni dal debutto Nudità. Nel secondo singolo Neko Case, testo e musica sono entrambi parzialmente ripresi da My Only Friend dei Magnetic Fields.
INGREDIENTI: rispetto al debutto, lo stile melodico e vocale sono gli stessi, ma attorno a essi il suono si fa più elettrico, robusto, strutturato ma con un’attitudine ai limiti del lo fi. È evidente l’influenza di quanto accadeva Oltreoceano in ambito indipendente tra il 1995 e il 2005: si notano, infatti, durante il corso del disco, richiami all’epos degli Arcade Fire e uno stile chitarristico che ricorda a volta gli Strokes e a volte i Built To Spill. Non bisogna pensare, però, a dei meri ricalchi di quanto facevano e fanno queste band: i Marcelli filtrano tutto attraverso la propria personalità disincantata, che qui, in realtà, lo è un po’ meno rispetto al passato, poiché l’ingresso di queste sonorità va di pari passo con testi in cui si prendono un po’ più sul serio le situazioni e le problematiche relazionali raccontate, arrivando a momenti di vero e proprio struggimento. Un importante elemento di novità è l’accresciuto ruolo della voce femminile, che prima appariva sporadicamente mentre ora è molto più importante, cantando sia da sola che costruendo armonie con la voce del leader.
DENSITÀ DI QUALITÀ: è evidente la voglia di Marcello e dei suoi sodali di non snaturare lo spirito del progetto ma di rinnovarla secondo una visione delle cose più adulta, per quanto riguarda sia l’aspetto musicale che quello dei testi. La missione è perfettamente riuscita e questo disco rappresenta uno degli esempi più credibili e coinvolgenti di come si possa fare indie-rock in Italia oggi. Melodie ispirate; gran tiro ritmico; parte vocale che mette in mostra il giusto grado di decisione e espressività grazie anche se non soprattutto alle accennate armonie tra le voci maschile e femminile, sempre azzeccatissime e capaci di alzare il livello di adrenalina; arrangiamenti impeccabili, con i giri di chitarra e archi e gli interventi dell’organo elettrico che risultano sempre congegnati nel modo giusto, e che quando interagiscono tra loro danno un ulteriore valore aggiunto; testi pieni di sano realismo, che mettono a nudo quanto possa essere difficile e frustrante provare a trovare il giusto modo di relazionarsi con chi ci dà più dolori che gioie ma la cui assenza ci farebbe ancora più male. Un disco durante il quale si può passare con assoluta naturalezza dal cantare a squarciagola con tutto se stessi a rimanere immobili con gli occhi chiusi, la testa bassa e le spalle strette.
VELOCITÀ: per la maggior parte del tempo medio alta, ma ci sono momenti in cui si rallenta molto.
IL TESTO: “Passare serate a bere vino alla spina non è il top, non è neanche la fine” da Non È Il Top .
LA DICHIARAZIONE: “Si inseguono le voci di Marcello Enea Newman e Adelaide Albinati, impersonando due amanti che si cercano, senza trovarsi, lungo dieci tracce. Forse i due non si amano e non si cercano neppure, amano e cercano sé stessi, e il cantare l’altro è solo una scusa per guardarsi allo specchio.”.
“mettono a nudo quanto possa essere difficile e frustrante provare a trovare il giusto modo di relazionarsi con chi ci dà più dolori che gioie ma la cui assenza ci farebbe ancora più male”. La storia della mia vita 🙂