Laura Fabiani – Piano (EP)
GENERE: Cantautorato
PROTAGONISTI: Marcello Enea Newman (piano, chitarra), Lucie Desclozeaux (voce)
SEGNI PARTICOLARI: primo lavoro in coppia per l’artista romano, già frontman nei Marcello e il mio amico Tommaso e la parigina Lucie, attrice, regista, ma anche splendida cantante. Il moniker scelto non rappresenta in pieno nessuno dei due artisti, ma in parte entrambi. Laura somiglia a Lucie, per iniziale e numero di lettere, mentre Fabiani è il cognome della madre di Newman.
INGREDIENTI: Si apre con la strumentale Introduzione che farà felici i fan di Twin Peaks, visto che sembra una rielaborazione in chiave moderna della sua sigla. Sarebbe bello sentirla come introduzione alla terza, attesa, serie, ma sappiamo bene che si tratta di un’utopia, con la U rigorosamente minuscola, se no sembra che parliamo di un’altra serie. Tra un brano e l’altro, così come in apertura e in chiusura del disco, ci sono degli stacchetti con la voce di Lucie che sussurra frasi di difficile comprensione. Chissà è il pezzo più bello del disco e nonostante sia molto triste, la voce della Desclozeaux regala qualche speranza e gli dà tutta un’altra patina rispetto a quella che avrebbe avuto con il tono più malinconico di Newman. In Faccia a Faccia si parla sempre d’amore e spunta il clarinetto. Si narra di un amore passato, lo stesso di cui parlavano alcuni pezzi dell’ultimo lavoro dei Marcello e il mio amico Tommaso, del quale la prima metà di questo EP sembra la naturale estensione. Ma l’amarezza si supera sempre, almeno finché non ci si amareggia nuovamente per qualcos’altro, e nel frattempo si trova anche la voglia di sperimentare, come in Mi Tuffo. È il pezzo più allegro del disco e il primo brano in cui la voce maschile è preponderante, anche se quella femminile resta comunque presente e rilevante, specie negli intrecci vocali. In Cosmo la voce di Lucie torna a essere quella principale, mentre Marcello accompagna con la chitarra. Il testo è più evocativo che esplicativo, l’atmosfera sognante, la cameretta, in questo caso, sembra avere il cielo per soffitto. La chiusura è affidata, in un impeto di originalità nella scelta del titolo, a Conclusione, scritta a quattro mani dalla metà maschile di Laura Fabiani e un ospite, Juju degli Assyrians. Oltre alla chitarra c’è anche un bandoneón, suonato da Marion Chiron, unico caso di musicista il cui nome e cognome fanno rima con lo strumento che suona. Piano è un piccolo gioiello fatto in casa che quando si è in casa, fuori piove, e la vita non è come speravi, può brillare fino a illuminare la stanza.
DENSITA’ DI QUALITA’: Piano è musica da cameretta, essendo stato registrato in varie camere da letto di città e nazioni diverse. Le quattro mura casalinghe permeano l’intero progetto: la copertina del disco (non ancora prodotto fisicamente, ma un progetto molto speciale sembrerebbe essere in cantiere) e il video di Chissà si sviluppano in quell’ambiente, con un pianoforte e un letto sul quale poggiarsi mentre si suona la chitarra. Ci sono gli chansonnier francesi, anche grazie alle inevitabili ispirazioni di un disco registrato in prevalenza a Parigi, e il tocco latino.
VELOCITA’: 15 minuti e 18 secondi, il tempo di un insolito ritardo del TGV che però ti permette di finire di leggere l’ultimo capitolo di quel romanzo che tanto ti aveva appassionato.
IL TESTO: “Scrivere trenta canzoni su di te non mi ha insegnato niente che non sapevo sulla persona che ti porta a letto, sulla città in cui ti trovi.” (tratto da Chissà)
LA DICHIARAZIONE: “Tutto mi sembrava risolto. Quando mi hanno chiamato la notte prima del mio primo giorno di lavoro per dirmi di non venire non ci potevo credere, mi è cascato il mondo addosso. Da quel momento ho cominciato a passare un sacco di tempo a casa. Per fortuna c’era un pianoforte e per fortuna ho conosciuto Lucie Desclozeaux.” (Marcello Newman a ‘Rockit’)