Giobia – Introducing Night Sound

GENERE: psych-rock, neo-psichedelia

PROTAGONISTI: i Giobia sono tre ragazzi e una ragazza di Milano. La formazione è composta da: Bazu (voce, chitarre, sitar, bouzouki), Saffo (organo, violino e voci), Paolo (basso), Betta (batteria).

SEGNI PARTICOLARI: i Giobia (leggasi con la “o” di caseola), nonostante il sound smaccatamente british, si chiamano così in virtù di quella tradizione da lumbard duri e puri chiamata festa della Giobia, durante la quale viene incendiato un enorme manichino di paglia che rappresenta, secondo la leggenda, la malvagia strega omonima, divoratrice di bambini e terrore della Brianza contadina.

INGREDIENTI: la band milanese risente (forse un po’ troppo) del suono neo-psych di certi freakettoni d’oltreoceano quali, ad esempio, i texani Black Angels (richiamati a partire dalla copertina, che ricorda vagamente quella del loro ‘Phosphene Dream’) o i californiani The Brian Jonestown Massacre. Un disco abbastanza compatto nello stile, che richiama, in alcuni passaggi, le filastrocche stralunate del maestro Syd Barrett e le canzoni acide del fondamentle ‘Twink’, pietra d’angolo di tutta la psichedelia europea di ogni tempo e luogo.

DENSITA’ DI QUALITA’: sebbene i Giobia si facciano apprezzare ad un primo ascolto per la cura nella scelta dei suoni (sembra un disco uscito direttamente dalle improvvisazioni lisergiche dei membri di una qualche oscura comune di hippie bruciati), le lunghe parti strumentali e le strutture appena abbozzate, per non dire inesistenti, di ‘Introducing Night Sound’ alla lunga, purtroppo, annoiano. Dopo due o tre ascolti, l’esilio nel cassetto dei cd ben fatti, ma che non dicono niente è inevitabile. E questo è un peccato, perché quando i Giobia abbandonano i terreni del pappone dai mille suoni infernali per abbracciare melodie e strutture più convenzionali, dimostrano, senza dubbio, di saperci fare. Pezzi tipo la sbarazzina ‘Are You Loving Me More‘ o la ballatona per tossici ‘Silently Shadows‘, col suo incedere vagamente blueseggiante (non a caso gli episodi migliori del disco), mostrano come i nostri sappiano anche dar vita a un felice connubio tra psichedelia marcia e canzone pop, un mix decisamente più interessante del resto del disco, nel quale si intravedono il reale carattere e la personalità di questi ragazzi.
Purtroppo però, la voglia di stupire con suoni da altri mondi, prende spesso il sopravvento su questa vena un po’ più easy listening di ‘Introducing Night Sound’, finendo per relegarlo allo status di “pezzo d’antiquariato musicale”. Un interessante esperimento stilistico, un ben riuscito esempio di citazionismo, ma poco più. Però dai, ogni tanto fa sempre bene farsi un bel viaggione nello spazio siderale.

VELOCITA’: dopo i primi tre tripponi casinari il senso del tempo viene perduto.

LA DICHIARAZIONE: ‘secondo noi c’è un gran ritorno ai sixties ed al britpop, l’epoca electro pop, indie punk sta tramontando. Credo che freakbeat e popsike siano lì per riemergere. Non abbiamo mai guardato fuori dalla nostra cantina per capire cosa era più di moda suonare. Il nostro percorso musicale è sempre stato legato alla psichedelia e alle sue evoluzioni. Questa è la nostra vocazione e quello che continueremo a fare‘ da un intervista a killsurfcity.it

UN ASSAGGIO ‘Are You Loving Me More?’

IL SITO: www.giobia.com

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