Anansi – Inshallah

GENERE:funk, soul, black-music, reggae.

PROTAGONISTI:il disco è stato scritto e quasi interamente suonato da Stefano Bannò, in arte Anansi, versatile cantautore di Trento classe 1989, e prodotto da Piero Fabiane. Della supervisione e della co-produzione artistica, invece, se n’è occupato Fio Zanotti, noto produttore e direttore dì orchestra.

SEGNI PARTICOLARI:freschissimo di pubblicazione, ‘Inshallah’ è il terzo album in studio di Anansi (i primi due sono ‘Anansi’ del 2009 e ‘Tornasole’ del 2011). E’ un disco dalle mille direttive e dalle mille piacevoli allusioni, conseguenza diretta delle tante collaborazioni che indubbiamente lo hanno cresciuto artisticamente (in occasione del Tornasole Tour, reduce del successo sanremese, ha affiancato Frankie Hi Nrg Mc, Bunna degli Africa Unite, Roy Paci ed ha aperto i live italiani di Robert Plant e di Ben Harper; insomma, un ottimo curriculum per un novellino).

INGREDIENTI: come già detto, abbiamo a che fare con un disco che si dirama incontrollato verso stili musicali che dettano legge da tanto, tantissimo tempo. E’ certamente una grande responsabilità , da parte di un cantautore, attingere dalla cultura reggae, quella fatta bene, nondimeno da quella degli altri generi che fanno capolino tra un brano e l’altro dell’album. L’intro, ‘Cose Che Non Dico‘, è di un’eleganza e di un’ambiguità che fanno di Anansi un elemento tra i più particolari appartenenti alla scena musicale italiana, di esso colpisce la lenta cadenza della ritmica di fondo che si veste di rap anche grazie al modo di interpretare il testo del cantautore. Sullo stesso piano è da porsi la title-track ‘Inshallah‘ (nonché primo singolo estratto), in cui si scorgono la collaborazione di Ghemon, rapper-cantautore italiano, e il sample di Les Baxter, compositore degli anni cinquanta. Il brano si fa manifesto della reale rinascita che Anansi sente dentro di sé, una quiete dopo la tempesta (riprendendo un verso del testo), “un risveglio della mia consapevolezza, un viaggio della mia anima rinnovata”. Non manca, nonostante quanto detto sinora, lo spazio per le ballad: ‘Portami Via Di Qua‘ è il brano che confonde, smista la direzione verso cui è stato accompagnato fino a qui chi ascolta. Per dar vita a questo pezzo dalle tinte amorose, Anansi si è avvalso, oltre che della sua Lapsteel Guitar, anche della suadente batteria di Stefano Pisetta e del piano elettrico suonato dal già menzionato Fio Zanotti.

DENSITA’ DI QUALITA’:Nella cultura musulmana, il termine Inshallah significa letteralmente “se Dio lo vuole”. Non è esattamente il presupposto da cui partire, nel senso che non compaiono particolari affinità con il mondo islamico né testualmente né nei suoni ascoltando il disco di Anansi, ma è bello comunque quello che suscita: è sintomo di un forte credo, di una sorta di sottomissione volontaria ai dettami di un macrocosmo religioso. E’ quello che capita al contempo per chi, come lo stesso cantautore in questione, dà vita ad un disco del genere, nel senso che si attiene severamente ad una cultura cercando di rendere proprio quello che produce e chiaramente di non cadere nel banale. Se si scruta ‘Inshallah’ nel suo insieme, Anansi ricorda le atmosfere soul riconducibili a Paolo Nutini (evidentissimo il paragone con il brano ‘Oramai‘), o ancora quelle al limite tra la black-music e il funk di Ben Harper (come non poterle scorgere in ‘Un Quarto Di Un Quarto D’Ora‘) di cui Anansi ha aperto i live italiani di qualche anno fa, come già denotato. La suggestione principale, ovviamente, è quella che traspare in ‘Uno‘: il reggae in Italia è una pedina fondamentale perché gli artisti “militanti” danno vita a testi che riprendono al meglio l’impegno politico e sociale che, purtroppo, viene meno in altri generi. Assolutamente da ascoltare.

VELOCITA’:tredici brani vari per tematiche, stili e velocità .

IL TESTO: “non ho voglia di discutere, farlo ancora è solo inutile, le azioni parlano a un volume che è troppo alto per me e te“ da ‘Un’isola‘.

LA DICHIARAZIONE : al giorno d’oggi il sistema ci considera sempre più come numeri e sempre meno come persone. Per combattere questo atteggiamento, l’unica risposta efficace è data dall’unità e dalla solidarietà fra la gente e dell’essere tutti un ‘uno“ da un’intervista a L’Adige.It a proposito del testo del brano ‘Uno’.

UN ASSAGGIO: ‘Inshallah’

IL SITO: ‘Facebook – Anansi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *