Ex-Otago – Marassi
GENERE: pop.
PROTAGONISTI: Maurizio Carucci: voce e testi; Simone Bertuccini: chitarra e cori; Olmo Martellacci: sax, flauto traverso, tastiera, basso e cori; Francesco Bacci: charango, chitarra elettrica, harmonium e cori; Rachid Bouchabla: batteria, percussioni.
SEGNI PARTICOLARI: quinto album per la band di Genova, il secondo dall’uscita di una figura chiave come Alberto “Pernazza” Argentesi, impegnato nel proprio progetto solista Magellano.
INGREDIENTI: con questo disco, si completa il processo per il quale gli Ex-Otago si sono progressivamente allontanati da ogni contaminazione per diventare una band puramente pop. Qui, al massimo, si può parlare di richiami ad altri generi, come per esempio al dub in La Nostra Pelle, su un impianto squisitamente pop. Canzoni fra i tre ei quattro minuti, strofe e ritornelli, immediatezza melodica, un suono leggero e accattivante e nessuna concessione a cose che vadano al di fuori degli schemi classici del pop. Si sa che, comunque, le variabili all’interno dei suddetti schemi possono essere molte, e la band in effetti ne propone diverse. Le prime due canzoni, nonché singoli, I Giovani D’Oggi e Cinghiali Incazzati sono frizzanti e basate su tastiere e synth; Stai Tranquillo ha un ritmo più moderato e in essa si notano soprattutto gli arpeggi di chitarra; Mare è una vera e propria piano ballad, e così via. Per quanto riguarda i testi, in passato gli Ex-Otago si sono sempre alternati tra osservazione del quotidiano e in generale di aspetti sociali e introspezione: qui si parte spesso dal primo aspetto per poi finire nel secondo.
DENSITÀ DI QUALITÀ: questo è il classico disco per cui difficilmente si impazzirà dall’entusiasmo, ma che ha tutto per insinuarsi, zitto zitto, nella testa dell’ascoltatore e entrare in alta rotazione nel giro degli ascolti. Le melodie sono tutte estremamente assimilabili e cantabili; le scelte dal punto di vista del suono risultano sempre azzeccate, anche in relazione ai testi; questi ultimi riescono a evocare perfettamente le situazioni e sensazioni descritte, con semplicità e efficacia; il timbro vocale di Carucci mette in mostra ancora una volta un perfetto equilibrio tra calore e incisività.
VELOCITÀ: varia, ma per la maggior parte del tempo media o medio alta.
IL TESTO: “ Siamo filosofi e operai, faccendieri e disperati, cinghiali incazzati” il ritornello di Cinghiali Incazzati è perfetto nel descrivere una determinata situazione con un bel mix di realismo e originalità.
LA DICHIARAZIONE: “Tornati da In capo al mondo (che poi dove cazzo è non lo abbiamo ancora capito…) abbiamo sentito il bisogno di raccontare il paesaggio sia umano che architettonico che si trova appena fuori da casa nostra anche tra le vie del quartiere di Marassi.” da un’intervista a urbanweek.it.