Gli EP del mese: aprile 2020
L’EP è ormai un formato sempre più diffuso per la pubblicazione di nuove canzoni da parte delle band, italiane e non. Spesso, purtroppo, chi scrive di musica tende a privilegiare la trattazione degli album, e questo crea il rischio che lavori assolutamente validi non abbiano lo spazio che si meriterebbero. Da questa considerazione è nata la nostra scelta di raggruppare mensilmente una serie di recensioni brevi sugli EP ascoltati nel periodo di riferimento, così che i nostri lettori possano avere uno sguardo d’insieme anche su questo tipo di pubblicazioni.
di Smoking Area e Beatrice Bianchi

Ariù – Nottetempo (autoprodotto, 2020)
Quello di Ariù è un debut che non è un debut, perchè se siete di Milano avrete già visto bazzicare questo ragazzo un po’ timido ma con una voce pazzesca in vari baretti e situazioni. Stabilizzatosi sull’utilizzo della lingua italiana, Ariù, non che alterego di Enrico Scanu, confeziona un disco sincero, diretto e senza sbavature, musica da cameretta che, dopo anni di strimpelli, è pronta finalmente ad uscire allo scoperto muovendosi tra un pop d’influenza britannica e venature di jazz e white soul. Una buona prova che speriamo sarà solo l’inizio (Smoking Area)
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Mattia Carlesso – Torto o Ragione (autoprodotto, 2020)
Secondo la Kubler-Ross le fasi dell’accettazione del dolore sono cinque, secondo Mattia Carlesso possono essere condensate nelle quattro tracce del suo EP d’esordio, “Torto o Ragione”. La fine di un amore con le conseguenze che ne derivano, lo sconforto, la ricerca di un’evasione dalla realtà, la necessità di ritornare a vivere, è tutto raccontato in un prodotto cesellato, struggente e malinconico; un viaggio nelle profondità dell’anima che sembra non tenere conto delle mode che monopolizzano la scena musicale italiana e recupera un cantautorato più puro ed intimo, andando a creare un concept album che estrania dalla realtà, fino a toccare le corde più profonde dell’io con un sound che riesce a penetrare con la delicatezza del cristallo. (Beatrice Bianchi)
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Friz – Ballate D’Asporto (INRI, 2020)
Friz è uno di quei rapper “pentiti” che si danno una calmata. Ma questo Ballate d’Asporto non un disco di cantautorato rap di quelli che ormai abbiamo perso il conto, bensì un piccolo e timido capolavoro, una storia di un eroe urban che avanti giorno per giorno collezionando amori indefiniti e turni infiniti in cucina, di sentimenti nascosti dall’orgoglio, i portici di Bologna e le cene dal kebabbaro. Friz è un provinciale che approda a Bologna per lavorare in una cucina di 4 mq con gli aperti e le orecchie all’erta, raccogliendo le storie di chi lo circonda, in mille tipologie di italiano diverse. Un disco che parla a una generazione di quasi trentenni in cui è davvero impossibile non ritrovarcisi, davvero ben fatto (Smoking Area)
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Joan Thiele – Operazione Oro (Undamento, Polydor, Universal)
Finalmente Joan Thiele ha l’esordio che si merita (un nuovo secondo esordio insomma), un’identità definita e un disco dal quale, vi sfidiamo, sarà impossibile non uscirne colpiti. Testi in italiano, sospensioni e atmosfere simil Lana Del Rey (nella versione più carica che possiate immaginare), un’anima urban itinerante e i mille ricordi di chi ha chiamato casa mille luoghi diversi. Joan Thiele firma uno dei prodotti più interessanti dell’anno, e sicuramente la colonna sonora perfetta per una quarantena in cui, per forza di cose, l’unico passatempo ben riuscito è quello di lasciarsi andare ai ricordi, sfogliare vecchi album di fotografie, vecchie storie che si intrecciano e dove è facile lasciarsi andare alla malinconia. Da consumare (Smoking Area)
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Niccolò Battisti – Frutti del sistema (2020, Josepa Publishing)
Quello di Niccolò Battisti è un disco strano, di fatto la prima pubblicazione sostanziosa dopo una schiera di singoli che si susseguono dal 2016, un nuovo capitolo che finalmente riesce a mettere a fuoco il giovane cantautore che si muove tra influenze del cantautorato classico, complice anche una buona preparazione chitarrista di stampo accademico, e l’accenno a un timido it-pop, balladibile e andante. Un ritratto di una generazione, una critica sociale in punta di piedi, accenni autobiografici vaghi, una timidezza musicale e personale che non dà per niente fastidio anzi, ci addentriamo pian piano nel mondo di Niccolò come se entrassimo nella sua cameretta, di nascosto e silenziosamente, senza che lui se ne accorga. Davvero un buon esordio (Smoking Area)!
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Filippo D’Erasmo – Canzoni Part-time (2020, autoprodotto)
EP d’esordio per Filippo D’Erasmo che riesce a contaminare e contaminarsi il suo impianto da cantautore puro voce e chitarra, muovendosi abilmente tra tappeti di sintetizzatori e batterie elettroniche, intrecci di violinie. Un risultato ibrido, letteralmente tra quello che vi aspettereste da un cantautore da spiaggia e un tormentone da Indie Italia, un equilibrio precario che non si distrugge mai, per un risultato ben bilanciato che si dimostra un ottimo biglietto da visita per un nuovo progetto da tenere d’occhio (Smoking Area)
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