Elio e le Storie Tese – L’Album Biango

GENERE: progressive rock demenziale

PROTAGONISTI: Elio (voce, chitarra), Faso (voce, basso elettrico), Cesareo (chitarra, cori), Rocco Tanica (voce, tastiera), Christian Meyer (batteria, percussioni), Jantoman (ulteriori pianole), Mangoni (artista a sé)

SEGNI PARTICOLARI: i tratti distintivi di Elio e le Storie Tese sono ben visibili a tutti. Si differenziano dal resto della proposta musicale italiana abbinando una maestria ed abilità tecnica eccezionale ad un dissacrante umorismo, spaziando su argomenti di ogni genere, senza mai tralasciare l’attualità che puntualmente attaccano con ironia pungente. Attivi dal ben lontano 1980, giungono al 2013 al culmine di una carriera eccezionale conquistata grazie ad una solidissima base di fan in tutta Italia. Presentano il nuovo album “Biango” a Sanremo ed ancora una volta raggiungono il loro obiettivo lasciando un segno importante e conquistando il pubblico sanremese con una sola nota. Irriverenti, demenziali e imprevedibili come non mai, ci consegnano un disco che si mantiene su alti standard qualitativi, senza tralasciare l’aspetto ludico della loro musica.

INGREDIENTI: come spesso accade troviamo nella loro proposta ogni tipo di ingrediente: dalla politica al sesso, dalla musica al web, dalle scene di vita vissuta a remake di canzoni d’amore storiche. Si parte con il pezzo scartato dalla giuria di Sanremo, probabilmente quello più riuscito del lotto dal momento che propone un arrangiamento rotondo e immediato, supportato da un testo lucido e non senza riferimenti diretti a ben noti personaggi della politica italiana. Proseguendo nell’ascolto si incontrano all contrario testi che perdono a tratti un po’ di mordente, vedi per esempio ‘Il ritmo della sala prove‘, ‘Lampo‘ e ‘Una sera con gli amici‘ che hanno il difetto di cadere un po’ nella banalità . Si recupera velocemente con alcune canzoni che probabilmente entreranno ben presto nel cuore dei fan (‘Enlarge your penis‘, ‘Amore amorissimo‘ e ‘Il tutor di Nerone‘). Oltre alle già citate sanremesi, si conclude al meglio con la geniale ‘Complesso del primo maggio‘ che esibisce un’ironia irresistibile ed un arrangiamento poliedrico e camaleontico, capace di saltare in pochi secondi da un estremo all’altro della storia musicale mondiale.

DENSITA’ DI QUALITA’: ancora una volta il mix di generi musicali affrontati è infinito e mette in mostra, se ancora ce ne fosse bisogno, la superba qualità espressiva ed artistica degli Elii. L’elemento distintivo che contraddistingue questo lavoro sembra essere la tranquillità e la consapevolezza acquisita dagli Elii che permette loro di proporre qualsiasi tipo di idea senza porsi problemi morali. Proprio Sanremo  la prova definitiva di questo concetto, basti pensare alla sfrontatezza ed al coraggio presenti ne ‘La canzone mononota‘ e ‘Dannati forever‘.
In conclusione possiamo affermare che siamo in presenza dell’ennesimo buon album nella carriera degli Elii, che non si discosta molto dal loro stile ormai celebre, ma che ci regala alcuni spunti davvero interessanti proposti con grande naturalezza e senza scendere a compromessi. Per la solida fanbase l’Album Biango l’ennesima “peerla” di una carriera quasi trentennale; un disco invece facilmente dimenticabile per il resto degli ascoltatori per i quali ‘Frank Zappa’ non significa granché.

VELOCITA’: la più varia che si possa immaginare. Non c’è da annoiarsi.

IL TESTO: “Condurre un’esistenza di sforzi tallonando la chimera di una melodia composita, gremita di arzigogoli rarissimi, che poi alla fine scopri che ti mancava quella nota sola bellissima. Che sciocco non aver pensato prima alla canzone mononota” da ‘La Canzone Mononota

LA DICHIARAZIONE: “Noi non volevamo fare un’invettiva contro il Primo Maggio: anche se potevano risparmiarsi il colpo di scena su Fabri Fibra il concertone ci piace, ci andiamo, e speriamo che continuino a farlo perché serve, quando si parla di sospenderlo ci vengono i peli irti. Non cancelliamolo, facciamolo bene. Con più musica di qualità . Cosa intendo? Tutto, anche qualità dal punto di vista degli impianti, solo in Italia ai concerti la musica si sente così male” – da un’intervista ad Elio su Rolling Stone.

UN ASSAGGIO Dannati Forever

IL SITO: elioelestorietese.it

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