Alessandro Grazian – L’Età Più Forte

GENERE: songwriting.

PROTAGONISTI: Alessandro Grazian suona molti degli strumenti del disco e si fa aiutare, a turno o anche tutti insieme, da nomi importanti come Leziero Rescigno, Enrico Gabrielli e Rodrigo D’Erasmo.

SEGNI PARTICOLARI: quarto disco – più un EP – per il cantautore padovano di stanza a Milano. Il disco è autoprodotto e in parte finanziato grazie a una campagna di crowdfunding che ha avuto molto successo.

INGREDIENTI: dopo una prima metà di carriera dedicata a un suono tendenzialmente acustico, Grazian si è lanciato nella ricerca di una produzione molto più ricca di elementi e prevalentemente elettrica. Rispetto al precedente Armi, qui il suono è ancora più curato e decisamente hi-fi, con i colpi della batteria che escono sempre un po’ attutiti e arrotondati e tutto il suono è molto pulito. La stragrande maggioranza delle canzoni ha una velocità moderata, salvo un paio di forti accelerazioni. Il maggior tasso di varietà si registra negli arrangiamenti, perché ogni canzone fa quasi storia a sé per quanto riguarda gli strumenti che affiancano la chitarra, la robustezza complessiva, le modalità con cui questi strumenti interagiscono tra loro. I testi sono quasi sempre in seconda persona, cioè l’autore si rivolge sempre a un qualcuno ben determinato, salvo un paio di casi in cui invece parla direttamente di se stesso. È importante notare come melodie, parte musicale e testi si compenetrino tra loro nel creare i vari ritratti, quasi che Grazian abbia trasferito le proprie abilità di pittore nel fare musica, realizzando le opere grazie alla mescolanza degli elementi. La descrizione di una persona che deve scegliere tra la strada più facile e quella moralmente corretta in Satana non sarebbe così efficace senza lo sbalzo tra la delicatezza della strofa e la maggior determinazione nel ritornello, e lo stesso vale per la frustrazione di trovarsi ad avere a che fare con qualcuno che sta sempre sulle sue e pretende tutto dagli altri in Lasciarti Scegliere grazie alla frenesia rock, per il senso di smarrimento di chi si sta rendendo conto di aver sbagliato tutte le scelte importanti della propria vita in Corso san Gottardo grazie a un suono che ha il giusto grado di dilatazioni e cupezza, e così via per tutte le altre canzoni.

DENSITA’ DI QUALITA’: questo disco è inattaccabile e bellissimo sotto tutti i punti di vista. Lo stile di Grazian è sempre più personale e non lo si può confondere con nessun altro, le melodie sono tutte di alta qualità, il suono unisce bellezza estetica a efficacia, i tsti sono in perfetto equilibrio tra alto profilo e realismo. Soprattutto, convince proprio la capacità sopra descritta di far sì che il risultato aumenti di valore grazie alla compenetrazione tra loro dei diversi elementi. Un lavoro in cui l’autore mostra di essere un artista a tutto tondo, essendo riuscito a trovare un livello qualitativo altissimo e costante per tutta l’opera.

VELOCITA’: come detto, quasi sempre moderata, salvo un paio di forti accelerazioni.

IL TESTO: Impara un nome d’arte e mettilo da parte.

LA DICHIARAZIONE: da un’intervista a ‘XL’: “ Sono convinto delle scelte che ho operato in questo disco, anche riguardo l’inserimento dei pezzi, diciamo così, ‘diversi’ (La risposta e Se io fossi…). Armi era già a suo modo scioccante, ma non mi sono mai preoccupato di mettere un certo vestito per piacere a qualcuno. All’epoca di Armi stavo tirando fuori il mio background e con questo disco è accaduto lo stesso”.

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