Roccia Ruvida: Michele Fenati

Beh caro Michele Fenati, il classico che poco digerisci nella mia terminologia sta ad indicare – ed è sfacciato (almeno per me) – che la tua forma canzone sia quella di sempre e non vada alla ricerca di chissà quale ardimento di forma e di suono. Classico. Come mille mila altre opere in tal senso. Tuttavia, come poche altre sempre in tal senso, “Dall’altra parte del mare” è certamente il titolo di un disco ricco di consapevolezza che lo rende dunque non solo credibile ma anche saggio. Uso questa parola (questa si assai classica e antica), perché penso che sia l’unica che possa soddisfare la mia necessità di raccontarvi questo disco: saggio. Saggio che significa di mestiere maturo, disco di attese, di contemplazioni, disco di misurata consapevolezza. Anche quando il nostro sfiora ardimenti che qualcuno potrebbe definire rock… e la saggezza giunge intatta anche dentro queste risposte assai intelligenti.

Non contento di “riesumare” il liscio di Casadei, si finisce anche per pubblicare il tutto in una VHS (come oggetto contenitore di una chiavetta USB). Insomma il futuro proprio non ci piace?

Se siamo qui a parlare, è proprio perché il futuro è l’obiettivo più importante che ho. Nella tua domanda manca l’aggettivo indefinito “anche”. Abbiamo deciso di pubblicare il mio album in tutti i modi possibili e disponibili, “anche” riciclando le vecchie custodie VHS come contenitore non solo di digitale, ma anche di testi cartacei. Questo non preclude tutto il resto compreso il futuro, anzi, dà la possibilità a chi vuole di scegliere come e cosa ascoltare. Quel che mi sembra del presente è che siamo bombardati di “imposizioni”, di compilation o di playlist preconfezionate ad hoc. È questo il futuro che vogliamo?

Ma fa paura il futuro o lo si critica perché in fondo non siamo in grado di starci dentro?

Il futuro è una speranza o un sogno, fin quando non diventa presente, quindi è impossibile criticarlo, visto che non lo si conosce e ancor più averne paura. Personalmente non ho mai avuto paura di qualcosa che non conosco.

La canzone d’autore con te prende derive pop assai classiche. E anche questo sembra significare conservazione e passato. Perché?

Perché sono problemi che non mi sono mai posto. Scrivo canzoni, le canto, le registro e se mi piacciono, cosa che non sempre succede, le pubblico. Ad altri lascio il compito di catalogare o di collocare in questo o quel recinto. Non sono d’accordo sulle “derive pop assai classiche”, frase che di per se non significa niente. Ritengo la semplicità un valore aggiunto, il resto sono spesso masturbazioni mentali che lascio volentieri ad altri.

Che poi il cantautore oggi spesso parla del proprio vissuto: ma pensate che sia davvero così interessante per noi altri? Quando si tornerà a parlare del “nostro” vissuto?

Sarebbe importante capire cosa significa “nostro vissuto”. Siamo arrivati al punto che il “vissuto” è globale e globalizzato? Hai utilizzato il plurale, ma io rispondo per me. Non scrivo una canzone pensando di poter interessare a qualcuno, spero però che questo possa avvenire, ma non è l’obiettivo, è la conseguenza.

E come sempre chiudiamo abbassando l’ascia di guerra anzi grazie per aver partecipato a queste domande velenose a dovere. Però ecco un tema voglio riprenderlo in modo più approfondito: la canzone d’autore da anni ormai ha smesso di essere sociale. In questi ultimi tempo sembra che stia tornando il bisogno di resistenza o comunque di resilienza. Tu come la vedi? E da cantautore, come la vivi?

Si sono create le condizioni per rendere la musica e le canzoni come elemento “usa e getta”. La musica liquida è il contrario della canzone d’autore dove i testi hanno un valore a volte anche superiore alla musica e all’arrangiamento. In questo contesto, mi ricollego alla VHS di prima, che hai liquidato con troppa superficialità. Leggere un testo significa dare valore al brano e capirlo, entrare nei pensieri di chi ha scritto il brano e condividere o non condividere un’idea. L’album “Dall’altra parte del mare”, nei vari supporti a disposizione, contiene un libretto con i testi delle canzoni per chi vorrà leggere e ascoltare. Questa semplice cosa sembra una banalità, ma in realtà non lo è. Questo è il mio modo di vivere la musica e le mie canzoni.

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