Roccia Ruvida: Fred Branca
Ci sono tratti di questi nuovi genovesi che mi piacciono assai. L’irruenza e il capitalismo di un certo essere sicuri di se che in fondo sta venendo meno negli artisti di nuova generazione, troppo schiavi di queste nuove tecnologie e troppo affamati di visibilità. Che a sentirlo bene, anche in questo live che vi lasciamo a seguire, Fred Branca ha un po’ di quel modo di fare di Zibba, tanto per dirne una. “Romantico Punk” è decisamente uno di quei dischi interessanti che hanno dentro il “facilismo” pop da ritornello gustoso e quel fascino noir, un poco “jazz” (mi si passi il termine), decisamente “punk” nel modo libero di essere. Ed ecco le sue risposte alle nostre domande scioccamente spigolose. Che poi, righe facendo, alla fine nessuno si mette a nudo veramente. E “voi cantautori”, caro Fred, siete tutti così attenti alle parole… che poi in fondo quel che c’è davvero da prendere dalle parole vien lasciato sempre indietro in favore di quella scena che fanno e che, guarda caso, importa sempre di più del resto. “Romantico Punk” è un bel disco, da cantautore, da musicista, da artista maturo…
Quanti dischi oggi… quanti abusi d’arte oserei dire anche. Perché oggi fate ancora musica? Soprattutto a chi pensate di parlare voi cantautori visto che ormai la musica ha perso la centralità del tutto?
Intanto con sto “voi cantautori” ci vai piano! Secondo poi io non sono proprio un cantautore, anche come genere musicale, sono un batterista cantante! Partiamo male te lo dico eh ahahah! Terzo …si si guarda hai ragione eh: troppi dischi, abusi, come già sosteneva Umbertone, si è dato voce a una pletora di “non so”, in nome di un frainteso senso di libertà di espressione dove chiunque si crede di poter dire la propria a caso…ma infatti guarda non lo dovevo fare sto disco, hai ragione scusa …domani smetto! Ahahaha
E dunque cosa c’è in questo disco che non trovo nella miriade di altri dischi che mi vengono proposti?
No, ma lo devi ascoltare proprio sto disco ahahaha! Tanto guarda sto facendo già il prossimo, al massimo ti ascolti quello! No scherzi a parte al di là dei gusti o dei generi credo che sia genuino con tutti i suoi pregi e difetti o almeno io l’ho fatto davvero “de core”. Ma mi sta facendo anche trovare una strada per i nuovi brani a cui sto lavorando col trio.
Parli di punk, ci metti dentro il rap, l’elettronica… io penso che queste definizioni, tra tutte il punk, siano cinguettate molto a caso.
Ahahah adesso ti do un pugno in da face!! Ci facciamo un week end io e te qui a Genova e te lo faccio vedere io cos’è il punk ahahaha! No! A caso difficilmente parlo, magari dico scemenze, ma sempre di proposito ahahah. Anzi a volte cambio le storie che racconto inserendo mezze verità che poi diventano vere anche per me, ci sono aneddoti che non so più se siano veri o finti. Punk, rap, elettronica …la musica è bella tutta. E questi sono tutti generi che mi appartengono come il jazz anche. Io non vorrei dare definizioni, lo faccio per tentare di spiegare al pubblico cosa sto combinando e per darmi una direzione altrimenti è lo sbando ahahah.

Generi musicali che prima erano un modo di esistere più che un suono o uno stile. Oggi siamo tutti tremendamente omologati e pop… cosa mi dici?
Eh si questo è tristemente vero e in questo disco si parla anche e proprio di questo. Però nei grandi mega filoni del jazz e dell’elettronica (vabbè vastissimi) si trova più libertà e voglia di sperimentazione che nel pop odierno e quindi è li che voglio andare con le prossime cose. E ogni giorno mi ricordo che ci sono artisti “veri” a cui ispirarsi, gente che suona per davvero con un’ispirazione e un livello pazzeschi e che ogni giorno disegna nuove frontiere dell’immaginazione.
Una carriera solista che nasce con questo lavoro. Come a dire: finalmente faccio le cose come piacciono a me?
Ma si più o meno… è più un “adesso mi metto alla prova”, “ci metto la faccia”, credo un po’ in me stesso ahahah ho fatto cose splendide con altri musicisti in passato in band o come produttore, però sai poi se mi cercavi su google non ti venivo neanche fuori e allora dai ci sta fare due o tre dischi ahahahah scherzo eh !!
Come sempre in chiusura abbassiamo l’ascia di guerra. “Romantico Punk” è un lavoro che oserei definire partigiano. Cioè un disco libero, istintivo, spigoloso anche. Edulcorando il singolo che conosciamo bene: torneremo agli istinti primordiali, torneremo ad essere animali?
E abbassiamola, ma tanto ti do un pugno! Ahahaha! No invece ti abbraccio per il bellissimo complimento! Speriamo di tornare non tanto agli istinti primordiali, ma almeno di essere un po’ più veri, un po’ più sinceri questo si, di recuperare anche il contatto con la natura, di trovare la chiave per un’evoluzione sostenibile, quella saggezza che il mondo animale e vegetale non ha mai dimenticato.