Intervista – Marsali
Marsali è un’artista che abbiamo imparato ad apprezzare: il suo disco d’esordio, “Bouganville”, possiede tratti distintivi che oggi ci spingono a non perdere di vista la giovanissima cantautrice pescarese, andando a sondare in profondità quelli che sono i tratti specifici di un’identità autorale da preservare, incoraggiare e promuovere.
Benvenuta su Indieroccia, Rebecca! Allora, hai pubblicato da poco il tuo disco d’esordio da completa indipendente e, a noi, questa parola sta molto a cuore. Partiamo da qui: cosa significa, oggi, essere indipendenti?
Ciao Indieroccia, grazie di avermi invitata! Oggi essere un artista indipendente è una grande responsabilità, un grande investimento, ma allo stesso tempo ti concede la libertà piena di scegliere una direzione artistica consapevole. Noi abbiamo deciso di iniziare questo percorso così proprio per avere davanti una tela bianca da colorare come vogliamo.
Nei cinque brani che compongono l’EP, sembra profilarsi un’immagine di te che si articola attraverso alcuni elementi ben precisi: i fiori, i colori a tempera, le caramelle che sanno di infanzia e ingenuità, gelati che sciolgono… Quali sono, insomma, i valori assoluti di Marsali?
Marsali è un album di fotografie, un album di ricordi. Il mantra principale delle mie canzoni è quello di attaccarsi addosso come salsedine, come tempere, come caramelle appiccicose… per farsi ricordare. Il valore principale e quello che sento di mettere in tutto quello che scrivo è la Nostalgia, o meglio, la gratitudine nei confronti di ciò che siamo stati e di ciò che non siamo più.
Ne “La Versione migliore di noi”, l’amore viene raccontato attraverso il punto di vista inedito dell’età: come a voler cercare quello che resta, quando tutto passa. Insomma, anche l’amore può essere cantato in modo diverso dalle solite hit romantiche. E’ così?
Sì sì e sì. L’amore non è solo tristezza o nostalgia, l’amore puo’ essere crescita, consapevolezza, tenerezza, orgoglio. In quel pezzo infatti, che ho scelto per iniziare questo mio percorso a Novembre, voglio raccontare tutti quegli amori che non hanno paura del tempo ma che anzi se lo fanno amico per guardare sempre con una luce accesa e nuova, la realtà.
Quasi a far da contraltare, “Booking”: qui, invece, la fantasia e l’immaginazione paiono essere insieme croce e delizia di un rapporto che assomiglia, in qualche modo, a quello di chiunque durante la pandemia. Quanto conta, per te, l’immaginazione? E come si fa a non rimanere vittime delle proprie fantasie?
“Booking” è un viaggio tra paranoie e fantasie che però vuole ricordare quante corse contro il tempo ci imponiamo pur di non abbracciare le nostre volontà. Preservare il filtro dell’immaginazione è nella vita una delle mie priorità ma allo stesso tempo tendo ad avere l’esigenza di riportarmi con i piedi per terra nella concretezza di tutti i giorni.
Tra i brani, ci ha colpito molto la title-track: ecco, qui quei valori assoluti di cui parlavamo poco sopra si sentono tutti. Oggi, Marsali l’hai capito perché “sei venuta al mondo”?
Provo a capirlo ogni giorno, non voglio smettere mai.
Nella tua musica, si avvertono echi diversi, che mescolano insieme il pop delle grandi voci femminili al folk di stampo europeo con un approccio che pare molto intimo, e cantautorale. Tu ti senti, a modo tuo, cantautrice?
Sì, io mi sento cantautrice. Sono felice di avere un background musicale vario avendo conosciuto il jazz e il soul da piccolissima, essendomi innamorata del pop dall’adolescenza in poi e avendo riscoperto le sonorità più acustiche e folk nell’ultimo periodo della mia vita.
Tra l’altro, esiste anche un videoclip… Ci racconti come avete lavorato al tutto?
Abbiamo girato qualche giorno fa il videoclip di Smarties, il singolo di lancio dell’Ep. E’ stata un’esperienza incredibile di cui però non voglio spoilerarvi nulla. Posso dirvi che sono salita sul tetto di un camper, senza cadere però!
Consigliaci un disco da ascoltare per capire meglio Marsali. Non vale dire “Bouganville”!
This is what it feels like – Gracie Abrams.