Intervista: ceneri
ceneri è una giovanissima artista con già all’attivo più di un brano che ha acquistato visibilità grazie al suo sapersi distinguere dalle altre artiste che sembrano continuamente copiare se stesse.
Abbiamo chiesto ad Irene (Ciol ndr) di raccontarci come è nato il suo percorso artistico e come pensa di portarlo avanti dopo l’uscita del (doppio?) EP Nelle Teste Degli Altri.
IR: Leggendo la tua biografia ho visto che sei appassionata di grafica e design: le copertine dei tuoi lavori le curi personalmente? Hai dei riferimenti stilisti?
IC: Per le copertine mi sono affidata all’aiuto dei Blue Chips ma c’è un scambio continuo e fluido di idee tra di noi. Loro mi ascoltano molto, cercando di entrare in contatto con il mio mondo per riuscire a ricreare le mie idee e far si che ogni scatto rappresenti al meglio l’atmosfera delle canzoni. Cerco ispirazione un po’ ovunque e in tutti gli ambiti artistici, sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi stupisca e mi lasci senza fiato.
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IR: Raccontami come hai conosciuto i B-Croma e come hai deciso di collaborare con loro.
IC: In realtà sono stati proprio loro a scrivermi subito dopo l’uscita di Mancanze, all’inizio è stato molto strano perché non ero mai stata in studio prima di allora, ma ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme e da allora abbiamo continuato su questa strada. Si è creato un bel legame e ormai ci conosciamo bene e riusciamo a capirci al volo.
IR: Musicalmente riesci a mescolare il pop con una parte acustica in modo molto originale (penso a Lucchetti): come è nata questa canzone?
IC: Lucchetti nasce dall’immagine dei lucchetti come metafora di non riuscirsi a fidare della gente, inizialmente la canzone si chiamava ”Non ti chiederei”, ma sostanzialmente oltre a quello non cambia molto dalla demo, devo dire che è una canzone rimasta molto fedele alla versione originale, è molto semplice senza troppi ornamenti ed è forse per questo che arriva diretta.
IR: Con Nelle teste degli altri unisci due EP: i brani sono nati in momenti diversi o l’idea originale era quella di non far uscire tutto subito?
IC: Diciamo che alcuni brani sono nati insieme mentre altri hanno necessitato di tempo per fiorire. Mi viene in mente Sguardo, che era pronta già per il primo EP ed è stata poi spostata nel secondo, oppure Appartamento che non esisteva prima di mettersi al lavoro a questo nuovo capitolo. In ogni caso credo che, nelle loro differenze, le canzoni si parlino tra di loro e mi piace vederle in questo contesto unite come un’unica storia.
IR: I tuoi brani quanto sono autobiografici? Pensi che ricantando fatti, anche dolorosi, della tua vita ti aiuti a superarli? Che siano una sorta di cura.
IC: Direi di sì, i miei brani spesso nascono senza che ne io sia davvero cosciente, spesso scrivo e poi un giorno mi trovo tra le mani una canzone apparsa dal nulla. In ogni caso metto molto della mia vita nei miei brani perchè scrivendo riesco a comprendere quello che mi passa per la testa e m metabolizzarlo osservandolo da un altro punto di vista.
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IR: Hai avuto la possibilità di suonare in diverse situazioni, quale ti ha dato/piaciuta di più?
IC: Difficile scegliere perché ho avuto la possibilità di suonare in posti stupendi, ma se proprio devo credo che il posto più bello dove suonare è stato all’interno del Parco delle Madonie in Sicilia, suonare in pieno bosco immerso nel nulla e circondati dal verde è stato qualcosa di speciale.
IR: Come imposterete i live di quest’estate?
IC: Sul palco saremo in due, io e il mio chitarrista che gestisce tutta la parte elettronica del set, sono molto felice di non essere da sola perché grazie al suo aiuto posso concentrarmi pienamente sulla performance senza preoccupazioni. La cosa che più mi preme durante i concerti è riuscire a trasmettere emozioni alla gente per poterle viverle insieme.
IR: Sei della provincia di Pordenone e anche se sei giovane conoscerai La Tempesta, Davide Toffolo eccetera. Quanto è importante la loro presenza nel territorio?
IC: Credo che la scena musicale di quel periodo sia stata una bella scossa per Pordenone e il territorio, ammiro quello che i Tre Allegri Ragazzi Morti, ma anche molti altri, hanno fatto portando alla luce una realtà di provincia dimenticata e sconosciuta a molti e al contempo hanno portato una brezza fresca dando voce alla gioventù del tempo.
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IR: Una domanda che vorrei smettere di fare ma purtroppo dalle risposte è sempre attuale: Il mondo musicale è ancora ‘maschio centrico’? in un’intervista Giorgia(Giorgieness) mi ha detto che “C’è molto sessismo nella musica”. Hai esperienze di questo tipo?
IC: Purtroppo devo dire di si, quasi tutte le persone con cui lavoro e collaboro sono maschi. Le figure femminili nel panorama italiano sono in netta minoranza e non parlo solo di cantanti e musiciste sotto i riflettori, ma anche dietro le quinte. Fortunatamente non ho mai subito esperienze di sessismo ma sarebbe bello vedere più donne in questo settore perché sicuramente sposterebbe il punto di vista dell’industria.