Interview – Virginia Mai
Virginia Mai è una cantautrice e musicista Pop – R’n’B milanese.
Cresciuta tra studi di musica, una laurea in canto Jazz, concerti per l’Italia e per l’Europa, solo dopo un’esperienza musicale londinese e un anno di vita sul Naviglio esplode in lei l’esigenza di raccontare la sua storia fino ad oggi attraverso le sue parole e la sua musica; da qui nasce e prende vita il suo primo EP, pensato in inglese ma scritto in italiano di cui Luna Storta è il primo singolo.
Ne abbiamo parlato direttamente con lei.

- Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto la luna storta? IndieRoccia – VirginiaMai
Probabilmente ieri! Si va a giorni alterni. Credo che ognuno di noi sia un pò Luna, abbiamo fasi di pieno e di vuoto, in cui cresciamo e caliamo, momenti in cui preferiamo nasconderci per recuperare un pò della nostra luce e momenti in cui ritorniamo in scena. La luna storta è quel luogo di di attrito, sospensione e profondità in cui le parole riescono ad assumere le sembianze del sentimento che vogliamo trasmettere e comunicare.
Per me è probabilmente la fase onirica e intermedia tra tutti questi momenti.
- Quali sono le tue influenze musicali, qualcosa che non ci aspetteremmo?
Ho sempre amato fin da bambina Mariah Carey, Beyoncé, Lauryn Hill e in generale tutte le vocalità soul / r’n’b / gospel, abbastanza scontatamente. Crescendo ho imparato ad apprezzare generi più contaminati e in questo gli studi jazz hanno fatto da apripista; poi ancora gli Hiatus Kaiyote, Frank Ocean, Anderson .Paak, Lianne La Havas, Daniel Ceasar, PJ Morton, Lucio Dalla mi hanno sempre ispirato. Qualcuno che non vi aspettereste probabilmente è Joni Mitchell! Ma anche Morgan mi ha influenzato in qualche modo: “Canzoni d’Appartamento” è un disco che ho consumato e che mi ha fatto innamorare per la prima volta della canzone italiana.
- Ci incuriosisce il nome di William Nicastro, non spesso associato ad un brano come autore del testo. Come nasce la collaborazione con lui?
Io e William ci conosciamo da quasi dieci anni, siamo amici e colleghi da sempre. L’anno scorso ci siamo ritrovati per caso poco prima della quarantena ad ascoltare la bozza di questo brano e lui lo ha impreziosito con le sue parole ed alcune idee melodiche e armoniche. Oltre a essere un musicista e bassista fantastico (!) è anche un autore molto forte; viaggiamo spesso sulla stessa linea d’onda, ci scambiamo pensieri e li mettiamo giù a parole, insieme. Abbiamo trovato due linee parallele su cui viaggiare.
- Cosa ci puoi raccontare della scena R’n’B londinese?
E’ fortissima, Londra da questo punto di vista è magica. Per qualsiasi cantante proveniente da questo background musicale non può che essere l’ambiente migliore dove nutrirsi di idee e ispirazioni, essere iper-stimolati artisticamente.
Ho avuto la fortuna di ascoltare tanti concerti diversi, ogni martedì sera al Troy Bar c’erano jam session e serate open mic per cantanti; a Brick Lane mi capitava sempre di incontrare qualche artista di strada, mentre passavo per andare a fare la spesa. E magari riesci anche ad incrociare Jordan Rakei in un pub, un tranquillo lunedì sera mentre ascolti un concerto!
- Da musicista, come sta andando questo periodo assurdo?
Per me personalmente, non malissimo. Questo tempo ‘in più’ mi ha permesso, forse costretto, a fermarmi e ragionare su dove stavo andando, cosa stavo facendo e cosa volevo veramente da me stessa come cantante e musicista, ma sopratutto come essere umano e giovane donna che si addentra per la prima volta nel mondo cantautorale.
Grazie a questo tempo di “riposo forzato” ho dovuto raddrizzare il tiro, ritrovare la mia dimensione e la mia direzione, ascoltare i miei bisogni reali e le mie esigenze; e ho potuto lavorare più tranquillamente al mio EP, riuscendo a ragionare meglio e avendo meno distrazioni intorno.
- La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
E la Luna piena, quando arriva?
🙂