Interview – Still Charles
Disponibile da venerdì 20 gennaio “Stupida Scusa” (ADA Music Italy), il nuovo singolo di Still Charles, giovane talento marchigiano già volto, con i suoi precedenti singoli, delle più importanti playlist editoriali come “Generazione Z” e “sanguegiovane”.
“Stupida Scusa” è un brano indie pop accattivante dalle influenze punk rock e urban, fresco e spontaneo, che fin da subito premette all’ascoltatore di immedesimarsi e identificarsi con il messaggio, in modo semplice e diretto:
“In ‘Stupida Scusa’ ho voluto rappresentare uno dei più grandi ostacoli dei rapporti umani: la falsità. Pur di rimanere nella nostra bolla di innocenza, siamo disposti a trovare sempre una scusa per tamponare una nostra mancanza. Ma si sa, troppe scuse formano castelli di menzogne che prima o poi crolleranno, come è successo nella storia raccontata nella canzone. Considero questo pezzo come un continuo di un mio vecchio singolo, ‘STOCCOLMA’, sia dal punto di vista del sound che dal punto di vista della scrittura.”
Still Charles
Il nuovo singolo di Still Charles affronta il delicato tema della paura e dell’ansia di lottare contro il proprio disagio interiore: trovare una scappatoia per fuggire dai problemi, indossare una armatura per proteggersi dalla dolorosa consapevolezza della realtà è un meccanismo di difesa per giustificare le proprie insicurezze e mancanze che rischia di rovinare il rapporto con se stessi e con gli altri.
Noi come sempre non abbiamo saputo resistere, e gli abbiamo fatto qualche domanda.
- Quali sono le tue influenze musicali? C’è qualcosa che proprio non ci aspetteremmo mai ascoltandoti?
Sono cresciuto in una casa in cui si ascoltava musica dalla mattina alla sera, in particolare mio padre suonava in una cover band di musica anni 70/80 e fin da piccolo ho imparato ad apprezzare il genere Rock/Pop con i Beatles, Queen ma anche con Vasco.
Poi crescendo mi sono appassionato al genere Rap ascoltando i colossi del Rap italiano come Fibra, Emis e gli articolo 31.
La cosa che proprio nessuno si aspetterebbe ascoltando i miei brani è che ho studiato pianoforte e musica classica per 10 anni, cosa che mi ha aiutato molto soprattutto dal punto di vista armonico.
- Si riesce a fare a musica anche svincolandosi da tutte quelle dinamiche di playlist e algoritmi. Com’è per te? Ti è mai capitato di “piegare” il tuo sound ad esigenze di questo tipo?
Il successo della musica, oggi più che mai, è influenzata da quanto una canzone riesca a girare negli algoritmi delle playlist nelle varie piattaforme digitali. Io personalmente non ho mai piegato il mio sound con lo scopo di finire in qualche playlist particolare; il sound e le caratteristiche del mio progetto si basano semplicemente sulle mie influenze e sul mio modo di vedere la musica. Molto spesso nelle mie canzoni mi viene spontaneo mettere magari dei ritornelli che possono sembrare fatti “ad hoc” per funzionare, ma in realtà è soltanto il mio stile di scrittura che si basa sulla “musicalità” delle armonie. Poi, ovviamente, se il pezzo di turno è apprezzato dai curatori delle playlist delle varie piattaforme, a me fa soltanto piacere perché è un’occasione in più per fare arrivare la mia musica a più persone possibili. - Quanto c’è di autobiografico nel tuo singolo “Stupida scusa”? Hai mai paura di esporti troppo nei tuoi singoli?
Nei miei singoli solitamente racconto delle “mezze verità”, non scrivo mai per filo e per segno quello che ho vissuto di persona, anche perché non sarebbe nemmeno così interessante :)Semplicemente scrivo tutto ciò che mi passa per la testa e tutto ciò che ho visto nel corso della mia vita; posso anche essere influenzato da un film, da qualcosa che ho visto in giro per la città o da una storia che mi ha raccontato un amico. In “Stupida scusa” mi sono esposto più del solito e ho parlato parecchio di me e di situazioni che ho vissuto sulla mia pelle con un tono decisamente più serio del solito, cercando di rappresentare una dinamica molto comune nelle relazioni, che è quella del “mentire”. - Qual è l’ultima “stupida scusa” che hai sentito?
Probabilmente l’ex di un mio amico, che lo ha lasciato dopo 3 anni con la scusa di doversi laureare in tempo e che non aveva spazio sia per l’amore che per lo studio. - Quale domanda avrei assolutamente dovuto farti e invece non ti ho fatto? Quale invece la risposta?
Non credo esistono domande “obbligatorie” ma magari una domanda a cui avrei risposto volentieri sarebbe stata “Perché hai fatto uscire questo brano in questo momento?”
Beh a questo punto mi auto rispondo dicendo che era una canzone che avevo pronta da un pezzo e ho pensato che questo fosse il periodo migliore per far uscire un singolo più riflessivo e che non abbia il solo scopo di diventare “hit”.