Interview – Rookie

Che bello il disco dei Rookie! Appartamento In Centro, in uscita il 23 settembre 2016 (presentazione ufficiale il 24 settembre al Bocciodromo di Vicenza) per Dischi Bervisti e Dreamingorilla Records, è l’esordio di una formazione che, musicalmente, ci riporta a sonorità chitarristiche decisamente anni ’90, tanto americane con profumi di Foo Fighters quanto inglesi con riverberi riconducibili a eroi come My Vitriol o Llama Farmers. Probabilmente a vedere i componenti dei Rookie a qualcuno verrà un sussulto, vedendo almeno due nomi che vi sono coinvolti, ovvero Dominik (già cantante dei Dufresne) e Spazza (chitarrista dei Derozer), a loro si aggiungono Carlo Demo, Luca Sammartin e Antonio Loseto. Dopo aver sentito il disco, ammettiamo che ci è subito venuta voglia di approfondire il discorso con loro e Dominik ha gentilmente risposto alle nostre domande…

Ciao ragazzi come state? Da dove ci scrivete?
Ciao Ricky, qui tutto bene al momento ti scrivo da un telefono cellulare.

Dominik e Spazza non sono certo nomi sconosciuti (forse tutt’altro che rookie, verrebbe da dire), anzi, sono un biglietto da visita che ci solletica non poco, eppure due parole su come vi siete trovati e avete iniziato a suonare ci farebbero piacere…
Io e Spazza ci conosciamo da anni, come tanti miei coetanei ho sudato sotto al palco dei Derozer.
Sono orgoglioso della scena musicale della mia città e quando a distanza di tempo ci siamo ritrovati a lavorare insieme è stato molto naturale.
Spazza ha fatto da fonico ai Dufresne nell’ultimo tour, la cover dei Refused che facevamo dal vivo o quella dei Texas sono state registrate da lui, abbiamo fatto tanti km insieme in furgone e legato molto.
Ci siamo trovati in un momento di pausa dalle nostre band, io avevo qualche pezzo nel cassetto, un po di paura ma entrambi avevamo tanta voglia di rimetterci in gioco.
Ripartire da zero non è facile, soprattutto se non hai più 20 anni e devi pagare affitto e mantenere la famiglia, non hai pazienza e voglia di insegnare le cose ne la testa e i soldi per dedicarti esclusivamente alla musica.
All’inizio ci siamo sentiti degli “handicappati” a suonare…per questo ho scelto il nome rookie, non abbiamo nessuna presunzione e con molta umiltà ci presentiamo per quello che siamo, una nuova band che cerca di fare musica onesta.

Il vero lavoro è saper attendere” frase di Rostand che avete anche messo sotto il vostro nome su Facebbok. Eppure adesso vi immagino abbastanza impazienti di far uscire questo disco…
Non ti nascondo che non vedo l’ora! Più che altro perché mi sento come una donna incinta da troppo tempo. Ho bisogno di partorire per poter generare ancora. Negli anni ho imparato a dominare la fretta e ho capito che non esistono tempi morti ma solo tempo utile per fare le cose.

Quando leggo il post sui casini, sui 5° e la stufetta elettrica, beh, mi viene veramente da pensare che questo disco lo avete voluto fare a tutti i costi! Sbaglio?
Penso che sul mio instagram ci sia una foto di quella stufetta…faceva veramente freddo!! Questo disco l’ho voluto tantissimo e non sono sceso a nessun compromesso (non che l’abbia mai fatto…). Se una cosa non mi piaceva la rifacevo. Ci siamo totalmente arrangiati, abbiamo girato 3 studi diversi, batteria e basso sono in bobina in presa diretta e praticamente non abbiamo usato nessun campione. Sappiamo che molto probabilmente sono seghe mentali nostre, e su un iPod con delle cuffiette tutto questo non avrà alcun senso, ma credo che l’approccio di voler fare le cose in un certo modo sia una valore, indipendentemente dal risultato.

Sulla vostra pagina Facebook avete messo una descrizione del vostro sound, passi per i Foo Fighters, ma accidenti, citare My Vitriol e sopratutto Llama Farmers è un colpo al cuore. Sopratutto questi ultimi, credevo di essere rimasto solo io a ricordarli. Certo che davvero il vostro sound richiama molto sfumature indie-rock britanniche anni ’90 più che l’emo a stelle e strisce…
Diciamo che i Foo Fighters sono l’esempio che uso perché li conoscono tutti di loro mi piacciono i primi tre dischi, anche io come te pensavo di essere l’unico a conoscere i Llama Farmers 🙂 Mi piace la musica inglese, gli Strangelove sono fantastici cosi come i Seafood, ma anche la scena americana tipo i Rival School mi piace molto. Ultimamente sto ascoltando anche tante cose italiane, Guardare per aria di Bianco su tutti è il disco che avevo in cuffia quest estate. Gli Slander spaccano per restare in tema hc.

Mi piace la frase “Fare un disco pieno di distorsioni può sembrare un suicidio commerciale e forse lo è…“. Francamente sembrate proprio una band con le idee chiare, capace di fare il disco che volevate fare , senza stare a pensare a rendere questo o quel brano più “furbo” o “più radiofonico”. Credo di non sbagliare…
Tanto in radio non ci andremo mai. Non andremo nemmeno in tv almeno non in quelle che contano ma non per una nostra presa di distanza, sono loro che non ci vogliono 🙂
Io ricordo ancora quando ho suonato una chitarra distorta per la prima volta…sono follemente innamorato della saturazione, se potessi saturerei tutto!

Un disco che, nei testi, lascia pochissimo spazio, o meglio nessuno, alla “frivolezza”, ma fari sempre accesi su un quotidiano che spesso regala solo bocconi amari e che ci costringe a stringere i denti. Parlarne (e ovviamente ascoltare queste parole) può essere un percorso catartico che aiuta ad andare avanti?
Io non volevo fare un disco pesante, volevo fare un disco un po ironico e metterci dentro quello che ho imparato, le mie riflessioni sul contesto sociale in cui vivo. Scrivere quello che penso mi ha sempre aiutato a comprendere meglio come sono io.

Adoro ‘La Strage’ perchè rappresenta in pieno i vostri estremi: la quiete e tempesta, l’abbraccio ma anche l’allontanamento, la voce maschile e femminile. Mi piacerebbe sapere com’è nato questo brano…
Due anni fa ho conosciuto Luca Sammartin grazie ad un amico comune. Ci siamo fermati a parlare in un parcheggio di musica per un ora e ho capito subito che era una persona speciale. Quando poi ho deciso di affidargli la registrazione del disco dei Rookie abbiamo cominciato a vederci sempre più spesso e frequentarci anche al di fuori dell’ambito musicale. Così ho conosciuto sua moglie Valentina, anche lei cantante di un progetto shoegaze che si chiama YOOP. Mi sono letteralmente innamorato di loro artisticamente, tanto da volerli coinvolgere entrambi. La strage sembra un pezzo che parla d’amore, in realtà parla di un terrorista che vive gli ultimi momenti prima di farsi esplodere in conflitto con se stesso. Nella mia testa è un dialogo tra due persone che sanno che tutto sta per finire nel peggiore dei modi. Io adoro i Blonde Redhead e ho sempre voluto fare un pezzo arpeggiato con il piano.
Nel prossimo disco vorrei osare di più e magari coinvolgere anche Nicola Manzan e comporre qualcosa con gli archi.

Giornalisti è davvero ‘My vitriol’ nel sound, le chitarre sembrano proprio quelle di Som e compari. Il testo è una bella presa di posizione sulla sincerità di un movimento e sull’effetiva necessità di diversificarsi. Credo che un testo simile nasca proprio dai tanti anni “sulla strada” e dalla vostra lunga esperienza…
Non ti dirò il nome della rivista del giornalista, ma si. In linea più generale ho visto troppe volte le persone darsi un tono e presentarsi come fotografo x, giornalista y solo per avere un accredito per un concerto che neanche gli interessa poi tanto…poi magari li ritrovi a fine serata a ballare al Vidia con il dj set rock. Una volta siamo stati in un hotel verso Torino che aveva una stella di carta finta attaccata con lo scotch…poi non capisco perché il promoter ti trova sempre da dormire nella direzione opposta rispetto a casa tua, è una costante. Quando penso a tutto questo è alla situazione in cui siamo il divismo mi fa morire dal ridere!

Il “ricco” Veneto, scosso spesso da questa “voglia d’indipendenza”, ma in realtà forse l’indipendenza (in tutti i sensi, anche mentale) è solo utopia, come cantate nel brano ‘Spara’…
In realtà in quella canzone il focus è la paura. Ce l’hanno propagandata tantissimo negli ultimi anni. Mi nonna è terrorizzata dagli extracomunitari ma ha 90 anni e ogni tanto vorrei ricordarle che da giovane ha preso una nave per andare in Canada e l’hanno fatta sbarcare a Staten Island per controllarle i pidocchi e prenderle le impronte digitali…Noi veneti eravamo immigrati e probabilmente dall’altra parte del mondo avevano paura di noi. Io rifiuto le armi e la violenza in ogni forma, non sono anti americano ma sono profondamente convinto che non si debba commerciare armi. E viste alcune recenti affermazioni spero davvero che trump non vinca.

Dal vivo proponete il vostro disco o c’è spazio anche per qualche cover?
Ci stavo pensando, mi piacerebbe fare qualcosa dei President of the United States, basta che non mi freghino l’idea 🙂

Grazie ancora ragazzi per la disponibilità. C’è un brano del disco che potrebbe andare benissimo come colonna sonora di chiusura a questa chiacchierata?
Direi Giornalisti per restare in tema. Grazie Ricky per le belle domande!

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