Interview – Rickson
La psichedelia non muore mai veramente: tra le varie conferme di questo assunto c’è anche “La macchina del tempo”, esordio del giovane musicista della provincia di Arezzo Cesare Capuani, in arte Rickson, ricco di risonanze antiche e moderne insieme. Cesare Capuani è autore, cantante e polistrumentista. Suona con il fratello Adriano, con amici, ma anche con Enrico Lupi de La Rappresentante di Lista. Vive in Toscana, in un paesino di nemmeno 1000 anime dell’Appennino, al confine con la Romagna. Qui, tra natura e tranquillità, costruisce il suo studio di registrazione dove compone e produce le sue canzoni. Ecco le domande che gli abbiamo rivolto.
Ciao, ci racconti qualcosa di te e del tuo progetto musicale?
Mi chiamo Cesare, faccio musica con il nome Rickson. Vivo a Badia Tedalda, un paesino toscano della provincia di Arezzo, al confine con la Romagna e la provincia di Rimini. Qui da qualche anno mi sono costruito uno studio dove faccio musica e dove ho scritto il mio primo disco “La macchina del tempo”. Suono da quando ho 13 anni, ho iniziato con il basso ma subito mi sono avvicinato alla chitarra, al pianoforte e alle tastiere, da autodidatta. Dopo vari progetti musicali ho sentito l’esigenza di scrivere e di fare musica mia e da quel momento ho iniziato a lavorare alle mie canzoni.
“La macchina del tempo” è il tuo nuovo album: da quali pensieri nasce?
il mio disco “La macchina del tempo” nasce dall’esigenza di fare musica personale, ispirandomi alla musica che ho sempre ascoltato ma cercando di trasformarla e renderla mia. Ho cercato di unire il mondo della musica psichedelica e cantautoriale degli anni 60/70 con la musica più moderna passando per i sintetizzatori degli anni 80.
A livello di narrazione questo disco racconta un determinato periodo della mia vita in cui sentivo che dovevo raccontare ciò che mi accadeva, i rapporti con le persone che mi circondavano, momenti difficili, di solitudine mischiati a momenti di felicità in cui le cose andavano bene.
Quali emozioni hai cercato di trasmettere attraverso le tue canzoni?
Le canzoni nascono sempre da qualcosa che non va, da un momento di incertezza di introspezione e di ricerca di risposte. La ricerca di soluzioni di trovare la strada giusta, la luce in fondo al tunnel. Questo disco alla fine parla di speranza, la ricerca della felicità partendo dalle piccole cose e dai rapporti umani.
Come hai affrontato i momenti di difficoltà durante la creazione dell’album?
I momenti di difficoltà che ho attraversato durante la creazione del disco sono diventati tutti testi che ho usato per le canzoni. Mentre componevo le parti strumentali ho continuato sempre a scrivere. E’ proprio nei momenti di difficoltà che ho scritto tutti i testi delle canzoni.
C’è una canzone in particolare dell’album che ritieni più personale? Perché?
Sono tutte canzoni molto personali, non potevo fare altrimenti che scavarmi dentro per scrivere cose più sincere possibili. Tutte raccontano di me e pensieri che ho fatto durante il periodo di creazione del disco. “Luce” la prima traccia del disco, è la prima che ho scritto e sicuramente è quella che mi ha fatto capire che quella sarebbe stata la strada giusta sia a livello musicale che di scrittura dei testi.
Quali sono le principali differenze tra le tue canzoni più recenti e quelle passate?
Le canzoni di questo disco sono state scritte anche a distanza di anni. La differenza che noto di più è che nelle ultime canzoni che ho scritto come per esempio “Dove nessuno è mai stato” “la macchina del tempo” sono molto più diretto a livello di racconto, ho usato meno parole ma più importanti, ho cercato di andare più velocemente diretto al punto.
Come vedi il futuro della tua carriera musicale?
Difficile dire come proseguirà la mia carriera musicale. Io sentivo solo l’esigenza di fare un disco e di scrivere canzoni mie. Adesso che è uscito mi piacerebbe molto poter suonare queste canzoni in giro il più possibile e intanto continuare a produrre e scrivere per il prossimo disco. Sono in un periodo molto produttivo della mia vita.
Questo è quello che farò, poi vediamo il futuro cosa vuole offrirmi.