Interview – MORE

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con MORE, nome che nasconde un misterioso progetto che esordisce il 29 maggio con Vita d’Artista. Un nuovo capitolo che si aggiunge alla già ben nota scena alternative rock con testi in italiano (per i fan dei Ministri, The Zen Circus, Verdena, Giorgieness), anche se lui preferisce definirsi noir pop. Un brano intenso, che vanta la produzione artistica di Duilio Scalici (I Giocattoli) che racconta l’ozio moderno, artistoide, disilluso. Vita d’Artista racconta infatti di disillusione, fallimenti e passioni che si aggrappano al collo senza poterti più lasciare. Gli anni passano e qualcosa lo si impara. Se sai che il fuoco brucia non ci metterai la mano sopra, oppure sì, perchè in fondo la vita è fatta per bruciare. Ecco cosa ci ha raccontato!

Un nuovo progetto “senza volto”, da dove arriva questa scelta o necessità?

Il volto c’è, basta immaginarlo ascoltando la mia musica. È una scelta più naturale e meno pensata di quanto si possa credere. Di Robert Johnson si conoscono solo pochi scatti, ma sono sufficienti per farci amare la sua musica, in primo piano rispetto alla sua immagine (che si è comunque creata spontaneamente intorno alla sua figura). Altri tempi, è vero. E non è mia intenzione nascondere il volto per creare stupore, ma semplicemente perché, per il momento, non lo sento necessario.

Un esordio in un periodo davvero strano, come mai?

Ho alcune canzoni in canna da diversi mesi, forse anni. Non potevo più aspettare, la vita è troppo complicata e imprevedibile per rischiare di perdere lo slancio.

Il tuo è un racconto di una vita d’artista, che sembra molto vicina a quella che abbiamo passato in quarantena. Com’è andata per te? L’ozio ci rende migliori?

Non posso negarlo: l’ozio inteso come tempo dedicato a coltivare se stessi, per me, è l’unico che valga la pena vivere. Poi, certo, in quarantena non si può mai stare veramente bene. Senza la leggerezza d’animo di poter correre fuori di casa e incontrare qualcuno a cui vuoi bene, si vive male.

Qual è il tuo background musicale? Qualcosa che non ci aspetteremmo?

Ho un debole per i chitarroni distorti, che da adolescente mi hanno persuaso a mettermi al collo una chitarra elettrica. Ma alla mia formazione musicale hanno contribuito personalità musicali fra le più varie, da Michael Jackson a Elliot Smith passando per De André.

Leggiamo della tua collaborazione con Duilio Scalici dei Giocattoli? Come vi siete incrociati? Sei anche tu di Palermo come Duilio? In caso, che ne è della scena pop di Palermo di un paio di anni fa?

Conosco Duilio da molti anni, è un vulcano di idee e un caro amico. Ci siamo conosciuti a Palermo, città che ho frequentato molto in passato, pur non essendo la mia. E adoro la scena musicale di Palermo. Tutt’oggi, per me, poche altre città in Italia possono vantare tanti artisti pop validi come questa. Dimartino su tutti.

Cosa succederà adesso?

Ah non ne ho idea. Ma non vedo l’ora di scoprirlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *