Interview – Manco

Fuori dal 12 dicembre “Punti Deboli“, il nuovo EP di Manco disponibile su tutti i digital store. Cinque canzoni che si muovono tra le sfumature di di blues-rock, folk, soul e cantautorato. Cinque canzoni che raccontano i punti deboli dell’artista riuscendo a coinvolgere ed emozionare. Storie personali che diventano universali, raccontate ognuna con un sound che spazia tra le varie American Roots collegate tutte da un fil rouge sonoro: la voce dello stesso cantautore e il suo modo di scrivere. Quasi tutti i brani sono usciti come singoli, tranne “Stupidi”, una piccola perla che Manco lascia a chi vuole prendersi un momento per sé. Un brano in acustico: chitarra acustica, rullante, contrabasso e voce.

Ma ogni brano a modo suo lascia il segno. Abbiamo “Mai Abbastanza” e “Sirena” con i ritmi più accattivanti dove si mescolano southern rock, pop e blues. Alternati a canzoni più malinconiche come “Contro di me” e “Proiettile”.

Lo abbiamo incontrato per parlare dei suoi punti deboli, ed ecco com’è andata!

Se i tuoi punti deboli potessero parlare, che cosa direbbero di te?

Che sbaglio, faccio cazzate, mi comporto anche male, cedo alle tentazioni. Insomma che sono umano. Nello specifico, alcune cose le racconto proprio nelle canzoni di Punti Deboli.

Qual è stata la situazione più strana o divertente in cui hai trovato ispirazione per una canzone?

Situazioni strane diverse. In Punti Deboli c’è “Proiettile”, che è nata durante il periodo del covid, alla fine l’ho beccato, mi sono trovato chiuso in casa per settimane a giocare al mio gioco preferito, Red Dead Redemption 2, anche fino a tarda notte. Finché una mattina non mi sono svegliato con in testa metà del testo di “Proiettile”, palesemente ispirato a RDR2, già in metrica sul giro armonico che avevo per le mani in quel periodo. E non è la prima volta che faccio questa cosa stramba di unire roba da “nerdoni”, con le mie influenze bluesy/southern. Nel vecchio disco, “Sedicinoni”, c’è un brano molto country/folk, con tanto di chitarra resofonica e slide, che parla delle battaglie interiori, ma con tutto un immaginario ispirato all’epica e alle battaglie delle grande saghe Fantasy (dal Signore degli Anelli al Trono di Spade).

Qual è la reazione più sorprendente o inaspettata che qualcuno ha avuto ascoltando un tuo brano?

Recentissimamente, durante il Release Party di “Punti Deboli”, durante “Stupidi” alcune persone hanno cominciato a piangere senza riuscire a fermarsi. Forse non è così sorprendente, ma inaspettata sicuramente per me. Non mi sarei mai aspettato qualcuno piangere a un mio live.

Se potessi vivere dentro una delle tue canzoni per un giorno, quale sceglieresti e cosa faresti?

“Proiettile” senza ombra di dubbio. Amo l’immaginario western/country, amo la storia e lo scenario a cui la canzone si ispira. Senza battere ciglio. Cosa farei? Cercherei veramente di redimermi completamente, per quanto difficile, lì dove il nostro protagonista non ci riesce, trovando la morte prematuramente.

Tra le tracce di “Punti Deboli”, c’è un brano che ti ha fatto sentire vulnerabile durante la scrittura o l’esecuzione?

“Stupidi”, mi ha fatto sentire molto “stupido” durante la scrittura. “Contro di me” mi fa sentire vulnerabile quando la eseguo, mi ricordo veramente tutte le mie fragilità e l’autolesionismo che sono capace di infliggermi.

Hai registrato in presa diretta: qual è stato il momento in cui hai capito che questo metodo era quello giusto per il tuo EP?

Quando portando in giro l’album precedente, “Sedicinoni”, siamo passati da quintetto al trio, per tutta una serie di motivi, e mi sono trovato a riarrangiare tutto in maniera più essenziale ma comunque efficace, che girasse come si dice. Dalla paura iniziale di non riuscirsi, sono passato a non sopportare tutta la produzione eccessiva. L’essenzialità cruda e diretta mi ha poi affascinato, così ho detto il prossimo lavoro deve essere diretto, senza fronzoli, sovrastrutture, così come sono (siamo), nel bene e nel male.

Qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare come artista? E cosa hai imparato da essa?

La sfida più grande la vivo ogni giorno: dividersi tra mille skill e attività, ma cercare di non perdere la rotta espressiva. Oggi come artisti dobbiamo essere tutto fare, non basta scrivere le canzoni e suonarle, devi essere content creator, manager, videomaker, booking manager, e questo a volte è pesante che ci sono periodi che non hai il tempo di fare quello che sarebbe la tua primaria missione: scrivere e suonare. Ho imparato, e sto ancora imparando, a dare priorità alle cose, il giusto tempo e il giusto spazio.

Con quale artista o band sogni di collaborare, anche se sembrerebbe un abbinamento impossibile?

Una marea! Ti dico alcuni nomi: Ariel Posen, John Mayer, Adriano Viterbini, Alex Britti.

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