Interview – Icona Cluster
Esce venerdì 21 gennaio il nuovo singolo degli Icona Cluster dal titolo Tutto scompare. La band bolognese, dismessi i panni da Fake Jam, continua a tracciare la sua nuova identità di band indie e torna con un pezzo che parla di dolore ma anche di rinascita, di catarsi, di crescita e del potere salvifico dell’arte. Il brano è stato pubblicato per l’etichetta italo-tedesca Rubik ed è stato registrato con Natty Dub.
Tutto scompare parla di un momento di dolore in seguito ad un amore finito che sarebbe potuto crescere se non fosse per tutte le distrazioni e possibilità fittizie che il mondo ci offre. La metafora dell’amore fra partner strizza l’occhio all’amore verso la propria passione artistica (qualunque essa sia) che ti invita a lasciarti alle spalle tutte le brutte storie che ci spara in faccia la nostra società a liberarci da un peso, per farci focalizzare sulla crescita personale e l’amor proprio.
(Icona Cluster)
Come nascono gli Icona Cluster e cosa contraddistingue la loro musica?
Gli iconacluster nascono come evoluzione di un precedente progetto in lingua inglese chiamato Fake Jam.
Dopo aver rivoluzionato la formazione con nuovi elementi, Antonio Maria Rapa (batteria), Manuel Goretti (tastiere e cori), abbiamo deciso di cambiare totalmente direzione sia per quanto riguarda la lingua (la comunicazione) sia per l’approccio compositivo per trovare un’identità più solida all’interno della scena musicale attuale. Sicuramente anche i feedback del nostro pubblico, per quanto piccolo, ci hanno stimolati a continuare su questa strada.
La particolarità della nostra musica è l’unione tra il cantautorato moderno e la black music internazionale. Una nostra peculiarità è dare importanza a quello che è il lato strumentale a livello di suoni e di improvvisazione, sia nei live che in studio.
Raccontateci il vostro ultimo brano: come nasce e come è stata la sua lavorazione?
“Tutto scompare” è uno dei tanti brani composti durante il periodo di quarantena. Appena riottenuta la possibilità di ritrovarci a suonare insieme abbiamo potuto sviluppare l’idea iniziale compositiva e registrarla in collaborazione con il Producer Natty Dub (infinite loop, funk shui project).
L’idea con la quale è stata concepita il testo è quella di un’allegoria tra un rapporto fra amanti e il rapporto che ha il creativo con la propria creatività, arte, passione ecc.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana e come pensate di poterla arricchire?
Secondo il nostro punto di vista la scena musicale italiana ultimamente si è molto appiattita, soprattutto per quanto riguarda la varietà di generi e la sperimentazione. Pensiamo che il nostro modo di concepire la musica possa spronare altri musicisti a suonare, comporre, buttarsi su un palco utilizzando strumenti musicali reali, analogici e lasciare semplicemente più respiro alla musica stessa.
Quanto sono importanti i social nella riuscita di un progetto musicale?
Attualmente i social rappresentano un lato fondamentale per la promozione e diffusione del proprio prodotto artistico, tuttavia bisogna considerare che ciò che viene mostrato sui social è soltanto un’immagine parziale di quello che siamo e che scegliamo di presentare.
Tutto questo può avere successo soltanto se si lavora duro nella realtà, costruendo un progetto concreto, il quale richiede molto più tempo ed energia rispetto a quel che si vede sui Social.
In definitiva i social sono fondamentali, ma non saranno mai importanti quanto il lavoro che richiede lo sviluppo individuale dell’artista e del progetto.
C’è un artista con cui sognate di poter avviare una collaborazione?
A livello di marketing sarebbe sicuramente una grandissima opportunità poter sfruttare la visibilità e creatività di qualsiasi artista potenzialmente compatibile con la nostra musica. Preferiamo sviluppare il nostro per corso da soli per il momento…
Però un brano con Caparezza o Neffa non sarebbe male!
Potete darci qualche anticipazione sui vostri prossimi progetti?
no, perché generalmente il mistero fa audience. Seguiteci sui social per scoprirlo.