Interview: Ian Luis
Oggi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Ian Luis, cantautore paranoico e ventisettenne, che ha appena pubblicato un nuovo singolo dal titolo Asintomatico Credente e un EP di debutto dal titolo Paranoia Generale. La Trinacria è il suo paese di origine dove vive insieme alla sua famiglia che l’ha appoggiato sempre, qualunque fossero le sue scelte. Da piccolo era infastidito da quelli che per lui erano “frastuoni della testa”, solo da adolescente scopre che quelle erano le melodie su cui oggi scrive i propri pezzi.
- Da dove arriva il tuo nome? E perché è perfetto per questo progetto?
Non ricordo il momento esatto in cui è nato il nome Ian Luis, tuttavia posso dirvi che è l’acronimo di Lucian, che significa “nato nella luce”. Quella luce che ho visto nella mia nuova vita, quando ho smesso di essere un ‘’Asintomatico Credente‘’ e ho finalmente intrapreso la mia missione, ovvero quella di fare musica e, attraverso essa, riuscire a portare un messaggio di rivoluzione, cambiamento e sperimentazione. Il nome Ian Luis è diviso in due parti, la prima è riferita al personaggio della saga Star Wars “Ian Solo”, rappresentando quel lato di me che io definisco ‘’nerd’’, essendo un amante di videogame, film, d&d, giochi da tavolo, ecc.
La seconda parte è invece l’acronimo di Lucy, il nome di mia sorella, la mia unica vera metà, la voce più bella che io abbia mai sentito ma che purtroppo rimane immersa nell’anonimato per sua scelta. La sua arte, tuttavia, sfocia nella grafica e nella passione per l’illustrazione che la porta ad essere, insieme ad un suo collega, l’ideatrice delle mie copertine musicali. Credo che il nome Ian Luis sia perfetto per questo progetto in quanto rappresenta una nuova luce da cui rinascere, trasformarsi, liberarsi della vecchia solita pelle per indossarne una più innovativa.
- Un disco sul finire di questo anno decisamente complicato. Com’è andata per te?
Posso dire che non è stato facile, soprattutto per quanto riguarda le restrizioni per i viaggi e per i contatti umani. Fortunatamente sono riuscito giusto in tempo a volare a Milano per registrare i brani del mio Disco. Tuttavia, ho approfittato di questo periodo di chiusura e di solitudine per scavare dentro di me e tirar fuori tutto ciò che non riuscivo a vedere e ad ascoltare, confuso e offuscato dal chiasso del mondo.
- Di cosa parla Asintomatico credente e perché è la colonna sonora perfetta per questo periodo? Quando hai scritto questo brano, cosa volevi comunicare?
Asintomatico Credente è la personificazione del riflesso umano dei giorni d’oggi. Rappresenta tutta quella gente che vuole realizzare i propri sogni, rimediare ai propri errori, che dice ‘’questa è l’ultima sigaretta, giuro!’’ che cerca quindi di autoconvincersi di un qualcosa che sa già che non farà.
In un periodo così drammatico ma allo stesso tempo rivoluzionario ed evolutivo credo che questo pezzo caschi a pennello.
- Che correlazione c’è tra il brano e il video?
Il videoclip ufficiale di “Asintomatico Credente”, diretto da Graziano Piazza, prevede una sequenza di immagini che procede per allegorie: l’automobile rappresenta l’omologazione cui spesso si aderisce a livello mediatico; i riflettori si fanno metafore per il diffuso fenomeno delle fake news; il divano è l’emblema della vita sedentaria di chi si è ormai arreso ad una routine sempre uguale a se stessa; infine, la scena della corsa vuole essere il cuore pulsante del brano, l’invito all’azione e al cambiamento.
- Quali sono le tue influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Sono cresciuto a colpi di Guns N’ Roses, scoperto per caso a 6 anni mentre frugavo tra i CD di miozio materno ‘’Metallaro‘’ affascinato dalle copertine alquanto strane. Ho sempre avuto un debole per il rock come per gli Oesis, ACDC, Aerosmith ecc. Andando avanti la mia curiosità mi ha spinto ad ascoltare e ad amare il Metal e soprattutto ad essere puramente affascinato dalla figura di un grande innovatore ‘’Marilyn Manson‘’.
I gruppi che hanno segnato tutta la mia adolescenza sono: Linkin Park, REDHOTCHILIPEPPERS, MUSE e, soprattutto, The Verve. Oggi gli artisti in cui mi riconosco sono: Cremonini, Jovanotti, Gazzè, Brunori Sas e sono anche molto affascinato dai Coma Cose, credo che siano degli innovatori di linguaggio come pochi negli ultimi decenni.
Per quanto riguarda i miei idoli assoluti: Elton John e Marvin Gaye.
- La domanda che non ti ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Che cosa hai dovuto distruggere per costruire e imboccare il sentiero che ad oggi percorri? Cito una frase detta ad Elton John da Wilson nel film Rocketman: “Devi uccidere la persona che ti volevano far essere, se vuoi diventare chi vuoi essere davvero”.
Questa frase rappresenta il mio percorso, sia musicale che umano, in quanto ho dovuto distruggere me stesso, cambiare vita, amori, abitudini, il tutto per rinascere e riuscire finalmente ad inseguire il mio sogno, mostrando al mondo la più intima versione di me.



