Interview: Gaben

Il suo secondo lavoro, Vado, ci è piaciuto molto, così abbiamo intervistato Alessandro Gabini in arte Gaben chiedendogli, tra le altre cose, del video di Tutto Gratis in questi giorni in concorso al Roma Videoclip.

Come sei arrivato a decidere dopo 6 anni di tornare a registrare un lavoro solista?
Non ho deciso, ho continuato a scrivere, registrare, disegnare. Questi pezzi ci hanno messo un po’ a maturare.

Nel frattempo hai lavorato con diverse realtà del cantautorato italiano come Mauro Ermanno Giovanardi, Cristina Donà, Francesca lago e tanti altri/e cosa hai cercato di portare ad ognuno? Chi ti ha dato di più artisticamente?
Ho portato il basso elettrico e da fumare. Cristina mi ha dato una sgridata quando ho iniziato a velocità troppo lenta un suo pezzo, con Mauro Ermanno ci sculacciamo sul palco, per Francesca ho disegnato delle t-shirt. Sono un musicista istintivo.

Le tue numerose collaborazioni hanno influito con i nuovi brani?
Direi di no, io mi spingo in zone più estreme allontanandomi dal cantautorato classico.

Con che strumento componi?
Ultimante con giri di batteria elettronica e basso, ma nel disco ci sono due o tre pezzi che ho scritto chitarra e voce .

I testi sono molto essenziali, come fossero tanti slogan, lo stile ricorda il punk, come mai li hai pensati così ?
Non mi piace raccontare storie ma sono affascinato dal potere della sintesi, poche chiavi che aprono a più interpretazioni.

Spazi tra diversi generi(pop-rock, punk, elettronica…), ce n’e’ uno che preferisci da cui parti e li adatti ai testi che scrivi o decidi prima?
A volte ho voglia di fare un pezzo cattivo e ritmato poi però bisogna trovare un testo che si addice a quella musica, quindi metto le parole dopo; altre volte succede il contrario; non penso ai generi musicali mentre lo faccio.

Il video di Tutto gratis come è stato concepito? E’ stato complicato relizzarlo?
Avevo bisogno di esorcizzare alcuni dolori, una volta iniziato si è quasi disegnato da solo, io avevo altre idee ma i personaggi hanno preso vita propria. Per realizzarlo ho fatto circa 60 disegni al giorno per due mesi, poi una volta scansionati li ho messi uno dietro l’altro, ci è voluta molta autodeterminazione.

I musicisti che ti hanno aiutato a realizzare ‘Vado’ (Piero Monterisi e Andrea Moscianese) quanto hanno influito nella composizione dei brani?
Piero è venuto un pomeriggio in studio e ha registrato 4 pezzi senza mai averli sentiti prima, ha influito mettendo dentro dei tamburi da paura. Andrea mi ha aiutato su 4 pezzi sia incidendo delle chitarre che lavorando sulla composizione in generale. Poi c’è Mino Herbert Vitelli che mi ha mandato un suo pezzo di batteria solo sul quale ho scritto Buongiorno.

Riesci a riproporre i tuoi brani dal vivo come li hai registrati o devi apportare dei cambiamenti?
In generale è sempre diverso portare dal vivo un lavoro fatto in studio. Con tre musicisti e delle basi il risultato è simile.

Sia come sideman che come autore con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
La mia amica Nat dice di provare con Gigi D’Alessio.

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