Interview – Fringuello

Fuori da venerdì 26 gennaio per Giungla Dischi il nuovo album di Fringuello“Iceberg” ha un anima LoFi e DIY ed è un disco registrato interamente su nastro usando apparecchiature analogiche di, almeno, 40 anni fa. Musicalmente è un album con forti rimandi alla scena inglese degli anni ’60 ma con molte velature anni ’90 e primi 2000. I testi non ricercano un senso logico: le parole sono state scelte per la loro musicalità ed adattabilità alla melodia vocale, così da costruire frasi più attente al suono che al significato.

Come nasce la figura artistica di Fringuello e cosa contraddistingue la sua musica?

Dopo molte esperienze con delle band più o meno numerose ho deciso da qualche anno di mettermi in proprio per seguire di più quello che mi piace veramente fare. Non ho un genere in particolare di riferimento, mi piace moltissima musica e mi piace gettarmi a capofitto in generi da me non esplorati. Una cosa che forse contraddistingue la mia musica è che lavoro completamente in analogico e registro su nastro, un Tascam 38 a 8 tracce.

Raccontaci “Iceberg”: come nasce e come è stata la sua lavorazione?

“Iceberg” è un disco di canzoni. Le canzoni nascono nel mio negozio nei momenti di vuoto tra un cliente e l’altro. Quando ho capito che ne avevo un paio carine, ho chiamato Leonardo Pressi (il mio braccio destro e sinistro) per iniziare a lavorare i brani, dargli una struttura giusta e registrarle.

Come detto in precedenza, registro tutto su nastro e questo fa sì che la preparazione di quello che si andrà poi a registrare sia molto lunga e meticolosa, perché il nastro non ti permette di editare o copiare-incollare. Quindi una volta imparato a suonare il brano da cima a fondo e una volta pensati i suoni iniziamo a registrare le singole tracce che poi mixiamo; e se all’ascolto non siamo convinti ricominciamo da capo con nuove idee finché non siamo soddisfatti.

Cosa ne pensi della scena musicale italiana attuale e come pensi di poterla arricchire?

Non credo di poter arricchire niente e nessuno, anzi di solito sono gli altri che arricchiscono me e mi danno l’ispirazione. La scena italiana è viva, ci sono moltissime band o artisti in generale molto bravi: quello che manca sono i posti dove andare a suonare e i budget per permettere degli spostamenti e/o un concerto con tutti i crismi.

C’è un artista con cui sogni di poter avviare una collaborazione?

Paul e Ringo andrebbero bene, non mi lamenterei.

Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?

Sto lavorando al secondo disco che sarà in linea con “Iceberg”, ma mi piacerebbe sperimentare anche nuovi suoni che non ho mai usato, tipo strumenti etnici o sezioni di fiati.

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