Interview – Federico Puglielli
Federico Puglielli ha avviato la propria carriera solista da poco tempo ma già con buoni riscontri. “Long Nights, Great Dawns!” è il nuovo ep del cantautore marchigiano, che in questa intervista racconta un po’ di sé e della sua musica.
Come è stata l’esperienza di produrre un EP “da casa” e come hai affrontato eventuali limitazioni tecniche?
E’ un’esperienza che avevo avuto modo di provare con Route 27, che essendo però completamente acustico era stato molto più facile da produrre: pochi suoni molto asciutti. Per Long Nights Great Dawns, volendo spaziare con suoni più complessi a un certo punto ho dovuto mixare tutto in cuffia. In casa non ho stanze trattate, quindi risonanze e riverberi sono all’ordine del giorno. Per non parlare di tutte le comparative che ho fatto in macchina!
Come hai gestito la suonata di strumenti diversi, come chitarra acustica, chitarre elettriche, basso, armonica a bocca e synth, durante la produzione dell’EP?
Le demo sono nate tutte chitarra acustica e voce. Parto registrando queste due parti. Dopo di che sono andato ad aggiungere, per poi sistemare meglio o togliere, basso batteria e synth. Su Feel Alright, che è un brano in Do maggiore, volevo sperimentare la mia armonica, che avevo comprato a Cadmen Town a Londra qualche anno fa. Meritava di finire nel disco e si sposa benissimo con l’atmosfera del brano!
Quali emozioni e stati d’animo hai cercato di illuminare attraverso le canzoni di “Long Nights, Great Dawns”?
Ho cercato di esprimere speranza, liberazione, dolcezza e delicatezza.
Come è stata la transizione dal lavoro con gli Hawkesi all’esperienza solista e come influisce sulla tua musica?
Con gli Hawkesi avevamo un produttore, ruolo sacro perché deve mettere d’accordo tutti e ci riusciva. A volte si passavano ore a scegliere un suono o a parlare del riverbero, tutte cose che non succedono se lavori da solo e le decisioni le prendi tu. Questa è la differenza più grande. Non ho sentito la mancanza del confronto sulla produzione, ma sull’esecuzione si. Sarebbe bello se i membri originali degli Hawkesi suonassero questo disco, ci divertiremmo molto.
Puoi condividere qualche dettaglio sul tour promozionale di “Route 27”? E quali sono i tuoi progetti per il 2024?
E’ stato un anno particolare il 2023. Ho suonato in piccoli caffè, circoli, in chioschi, in piazze, feste di paese, anche a molti open mic, è stato un modo per vedere la reazione del pubblico a un lavoro completamente nuovo e diverso rispetto a quello che avevo fatto fino a quel momento.
Qual è stata la parte più gratificante nel processo di creazione di questo EP?
Scrivere gli ultimi due brani, Feel Alright e Breathe. Avevo già quasi finito le prime tre canzoni e sentivo che mancava qualcos’altro, quando le ho scritte, a distanza di un mese e in momenti completamente diversi, ho capito che avevo finito il disco, li mi sono sentito bene. Quando ti poni un obiettivo ambizioso e ci sei arrivato, non puoi che stare bene.