Interview – Capitale

23 GIUGNO è il nuovo singolo dei CAPITALE, in uscita il 15 gennaio. Il singolo, insieme al precedente Inverno, anticipa il debut album della rock band romana, composta da Daniele Brian Autore (Vanilla Sky), Michele Grieco, Filippo Grossi, Leonardo Leonori e Antonio Falconi.

Capitale onora la Città Eterna, loro culla rumorosa, a volte feroce ma sempre sincera. Una città solcata da tante vite che si intrecciano e si guardano negli occhi, da sagome stanche che lasciano poco più di un’ombra sul marciapiede. Roma, una città che puoi anche lasciare ma che non ti lascia mai. Storie quotidiane, come quelle di un 23 Giugno qualsiasi. In questo 23 Giugno si parla di un viaggio e del coraggio di affrontarlo, dei cambiamenti e delle nuove sfide che la vita fa affrontare ogni giorno, ma soprattutto della paura e della forza con cui andarle ad affrontare.

Ecco cosa ci ha raccontato!

  1. Quindi esiste una scena romana alternativa a quella it-pop?

Eheheheh, magari esistesse una scena rock, e non solo a Roma! Purtroppo, ad oggi, tutto il movimento rock italiano è un po’ schiacciato da tante altre proposte con un enorme seguito e, dato il momento storico, il rock non ha neanche la possibilità di sopravvivere nei localetti, nei piccoli live, nel giro underground dove ha sempre potuto esprimersi e crescere. Ma il rock esiste da più di 50 anni cambiando, trasformandosi e sperimentando nuove vie, non è qualcosa che sparisce.

  1. Perchè il nome “Capitale”?

Il nostro nome nasce dall’ambiente che ci circonda perchè le nostre canzoni sono solo il nostro modo di raccontare la realtà quotidiana che viviamo per le strade di questa bella e brutale città. Qualcuno magari dirà che Capitale potrebbe anche riferirsi ad un famoso libro capostipite della critica all’economia politica liberista… beh, ha terribilmente ragione!

  1. E cosa rispondete a chi vi dice che suona troppo altisonante?

Che ha ragione! Ma si sa che noi romani siamo un po’ cafoni a volte…

  1. Cos’è successo il 23 giugno?

In realtà 23 Giugno è semplicemente il giorno in cui la canzone è stata scritta. E’ successo tutto in un’ora durante una passeggiata per Roma, tornando a casa. Sai quei tardi pomeriggi d’inizio estate con il cielo arancio/rosa e mille pensieri che frullano in testa? Il tempo di rientrare, accendere il Mac, registrare un demo, ed ecco 23 Giugno!

  1. Ci portate in una giornata tipo in studio con voi? Qualche dettaglio nerd?

Siamo fortunati che Daniele (il chitarrista, che fa anche il produttore con il nickname Danusk) ha un suo studio quindi possiamo provare e registrare abbastanza liberamente. Di solito buttiamo giù le idee a casa, e poi le arrangiamo insieme in studio.

Dallo scorso anno Daniele si è attrezzato con un intero set-up portatile e quindi organizziamo le sessioni di 3 giorni full-immersion nelle case rimediate da amici e parenti fuori Roma per stare insieme h24 e registrare demo su demo per poi selezionare le idee migliori.

  1. Quali sono le vostre influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?

È innegabile che nella scena italiana i riferimenti sono Ministri, Zen Circus, Teatro degli Orrori, Giorgio Canali e Cara Calma per citarne alcuni, ma se volete farvi 2 risate:

Michele (voce) e Antonio (chitarra) suonano anche con un gruppo folk irlandese. Leonardo (basso) da piccolo voleva suonare gli Hanson. Daniele (chitarra) ha vinto un disco di platino con Ludwig. Pippo (batteia) abita al piano di sotto di Coez (ah, Silvano, se stai leggendo, fai meno casino dopo mezzanotte altrimenti devo chiamare l’amministratore…)

  1. La domanda che non vi ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto farvi?

La domanda probabilmente è “Ma come vi viene in mente di fare rock nel 2020? Ragazzi ma siete proprio masochisti? Tuffatevi nella wave it-pop!”

Risposta “Vorremmo tanto, ma purtoppo sappiamo fare solo questo… (musichetta triste di sottofondo)”

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