Interview: Baryonyx
Loro sono i Baryonyx, band di Livorno attiva sin dal 2008 che ha abbandonato un’attitudine punk (retaggio forse di un’adolescenza turbolenta) per buttarsi a capofitto nella nuova scena it-pop, riuscendo perfettamente a combinare influenze pop a tematiche intime e piuttosto forti. É il caso di Demone, una nuova storia di paranoie e lotte interiori.
Demone in realtà affronta dei temi molto delicati (ci dite voi quali?) con sonorità invece che posso essere considerate leggere. Come mai questo contrasto?
Matteo: Demone è una canzone che parla di come la nostra doppia personalità possa in qualche modo allontanarci dalle persone che amiamo.
Volevamo trasmettere questo messaggio in maniera malinconica ma allo stesso tempo dinamica inserendo degli strumenti etnici e cercando di trasportare l’ascoltatore in un limbo tra chitarra acustica ed esplosioni elettroniche.
Non prendetevela male, ma in qualche modo sembra che il vostro sound si sia in qualche modo uniformato alla scena indie degli ultimi anni. É voluto? Chi ascoltate in questo periodo?
Matteo: Si in un certo senso hai colto questa sterzata improvvisa che ti confesso è voluta: dentro sentivamo il bisogno di ripartire con qualcosa di nuovo, qualcosa da poter raccontare alle persone senza peli sulla lingua, qualcosa che potesse arrivare dritto “come un pugno in faccia che ti fa star bene”. Al momento non ascoltiamo molto l’indie italiano perché non vogliamo farci troppo influenzare, ci limitiamo a prenderne spunto qua e là per rimanere nel genere. In compenso ascoltiamo tanta roba oltreoceano e tantissimo brit.
Fanno la differenza dei testi molto forti. Come nasce un testo dei Baryonyx?
Matteo: Un testo di Baryonyx nasce quasi sempre di notte suonando delicatamente la chitarra per paura di far rumore. Scrivere testi molto forti senza dubbio può incuriosire ma quello che ci teniamo a sottolineare è che noi scriviamo tutto quello che viviamo sulla nostra pelle quindi quando ascoltate qualcosa in una nostra canzone vuol dire che lo abbiamo realmente vissuto: magari anche molti anni fa ma lo abbiamo vissuto.
Chi siete quando non siete Baryonyx?
Antonio: Quando non siamo in veste “ufficiale” di Baryonyx siamo semplicemente Anto e Matte. Fino a poco tempo fa vivevamo entrambi la vita universitaria. Recentemente dopo essermi laureato ho iniziato a lavorare un po’ pur lasciando ampi spazi al mondo della musica che rimane senza dubbio il mio chiodo fisso. Non ci piace far pesare ai nostri amici o a chi ci conosce il fatto che viviamo la vita da artista, ci piace essere solo noi stessi con gli hobby di chiunque altro: il calcio, andare al cinema, leggere un buon libro o andare a fare una bella cena coi nostri amici.
Avete avuto anche dei progetti precedenti? Quali? Come vi siete ritrovati?
Antonio: In un certo senso il progetto Baryonyx è stato per entrambi la nostra prima esperienza. Personalmente Matteo mi ha contagiato con l’idea di iniziare a suonare e sin da subito è divenuta la mia più grande passione. Ho collaborato con altri artisti durante questi anni come chitarrista o compositore però ho sempre lasciato la precedenza alla band. Entrambi comunque concordiamo che la collaborazione con altri artisti non possa che far bene all’ampliamento dei nostri orizzonti musicali.
Siete in attività ormai dal 2008, ci fate un breve recap di che cosa è successo, che cosa è cambiato e che cosa sta accadendo adesso con questi nuovi brani che state pubblicando?
Matteo: La nostra storia parte dal non troppo lontano 2008 quando trovai una vecchia chitarra in cantina e in breve passai la voglia di suonare anche ad Antonio così mettemmo su la nostra prima band composta da noi due. Dopo qualche tempo trovammo un batterista e dopo circa un anno arrivò il bassista, così cominciammo a scrivere canzoni nostre che all’epoca erano punk rock (siamo cresciuti con il punk).
Dal 2010 iniziammo a sperimentare un po’ l’alternative rock che ci portò a pubblicare il singolo Pensieri per Play Record Company e poi nel 2012 l’EP “Trias” (di cui segnalo NoSen e Nuvole di Vetro).
Nel 2015 tornammo a essere un duo e questo ci portò a metterci nuovamente in gioco sperimentando un po’ l’utilizzo di musica elettronica. Questo ci ha portato a pubblicare nel 2016 il nostro primo LP “Fuori il Blizzard” con distribuzione Woodworm, Audioglobe e The Orchard.
Nel 2017 siamo entrati per la prima volta in classifica nella Euro Indie Music Chart con il brano Mondo a Colori dell’album “Fuori il Blizzard” e nell’estate 2017 abbiamo prodotto il singolo Lightly Sunrise in collaborazione con il DJ londinese Kinlax.
Nel 2018 abbiamo pubblicato il singolo Farsi Trascinare, remix del singolo Pensieri, che ha in un certo senso chiuso il cerchio dello stile di “Fuori il Blizzard”. A novembre scorso abbiamo dato il via al nostro nuovo corso pubblicando il singolo Mistico e adesso Demone sullo stile indie italiano.
Come succede di affezionarsi ai propri demoni? Quanto c’è di autobiografico nel brano?
Matteo: In Demone ho parlato della mia parte peggiore,del mio diverso modo di vedere le cose e di percepire il mondo che ho intorno,questa parte un po’ cattiva che odio e allo stesso tempo amo della mia personalità, questa parte che può in certe situazioni salvarmi ma in altre lasciarmi affogare.
Esiste una scena musicale a Livorno? Chi ne fa parte?
Antonio: La scena musicale livornese è forse una delle più floride del panorama italiano. Ce n’é veramente per tutti i gusti, dal punk all’underground, dal metal al melodico, senza contare tutti i cantautori. La città ha sempre dato vita a numerosi artisti anche in altre forme d’arte come la pittura o il cinema. E la musica non è mai stata da meno. Viviamo in una città di porto e quindi l’influenza di chiunque passi di qua ci contagia in senso positivo. È una cosa bella, forse la vera fonte dell’ispirazione artistica. Chi ne fa parte? Non sto a fare nomi perché la lista sarebbe veramente lunga e non vorrei dimenticare qualcuno: ci conosciamo praticamente tutti tra di noi e non posso far altro che invitarvi da queste parti a dare un’occhiata al panorama musicale (e non solo).
Cosa c’è ne futuro dei Baryonyx?
Beh direi che non ci resta che dare qualche contatto per passare a trovarci. Vi invito a seguirci sui nostri canali social soprattutto su Spotify e Instagram dove siamo molto attivi. In particolare vi invitiamo ad ascoltare la playlist Spotify “This is Baryonyx” dove sono stati raccolti i nostri migliori brani pubblicati fino ad oggi. Vi lascio tutto qua sotto. Grazie ancora per l’intervista, a presto!