Verdena @ Estragon

A sette mesi di distanza da Endkadenz volume 1, esce il secondo volume (fine agosto 2015). Nuovo album, nuovo tour per i Verdena, che anche in questo nuovo capitolo dimostrano la loro crescita qualitativa, la loro maturità musicale acquisita negli anni. Endkadenz, nelle sue due parti, risulta essere un lavoro straordinario.

Un’opera monumentale: 26 tracce; suoni curati, con un’attenzione più che meticolosa; un disco ricchissimo, dove esplorare momenti di rock psichedelico, tratti più grunge, ballate, e suoni più pop, episodi di elettricità aspra e tagliente, cattiva.

Endkadenz è la mossa finale che fece un timpanista durante uno spettacolo di Kagel (compositore di musica classica estrema degli anni ’30) il quale, dopo una mega rullata su sei timpani, lo costrinse, dopo aver battuto l’ultimo colpo, a squarciare con la testa il tamburo, restandoci poi dentro, creando così un finale più che mai d’impatto, epico, leggendario.

Questa mossa, l’Endkadenz, mi fa riflettere sul “potere” della musica, sul trasporto che un artista sente quando si trova su un palco, su come essa sia capace di coinvolgere e creare una connessione con il suo pubblico.

I Verdena ci riescono. Magnifici in studio. Straordinari dal vivo.

Tra le date del tour, c’è anche Bologna. La band bergamasca si esibisce in un Estragon stracolmo.

L’apertura della serata spetta ai Universal Sex Arena: puro rock n’ roll, condito da tratti stoner. Ma, l’attesa è tutta per i Verdena.

Con Cannibale si aprono le danze: la chitarra e il giro di basso è ipnotico, magnetico. Seguono Dymo, Colle immane, Blu sincero. La prima parte del concerto è dedicata ai pezzi più recenti, che vengono cantati all’unisono da un pubblico esaltato più che mai. Fuoco amico I e II incendiano le prime file, facendo partire un pogo esagerato.

La straordinaria energia e forza dei primi brani si placa con la soffice Nera visione: voce e piano protagonisti in un’atmosfera blu elettrica che sa di surreale, merito anche dei giochi di luce che contribuiscono a creare uno scenario magico: è pioggia al silicone, non vedi, non cade neanche più… E’ estasi ed incanto.

Potentissima Caleido: qui è il basso di Roberta a farla da padrone; accompagna la voce nervosa e distorta di Alberto che urla insieme al pubblico il ritornello inarrestabile.

Un live a velocità alternata, dove non mancano momenti di divertimento con Un po’ esageri, e ritmi meno sostenuti con la malinconica Puzzle. I brani di Endkadenz, trascinano e trasportano.

Questa prima parte scorre rapidamente, senza soluzione di continuità tra un pezzo e l’altro, i quali vengono eseguiti senza mai fermarsi, neanche per pochi secondi. Quasi a voler soddisfare una fame bulimica, irrefrenabile, avvertita tanto dal gruppo, quanto dai presenti.

Pochissimi minuti di pausa, e la band rientra, chiamata da un coro di fan infuocati, impazienti e mai sazi. Arriva il momento di fare un tuffo nel passato con Logorrea, Muori delay. Un brivido percorre la schiena al suono dei primi accordi della dolcissima Mina; un palco irradiato da luci color rosso; il colore delle fiamme che ardono dentro: e brucia, brucia con me l’aria. Una sorpresa inattesa, che non ti immagini. Le reali possibilità che venisse suonata erano scarse. E ancora, ci si perde, avvolti dalle melodie post rock di Nova, suggestiva e struggente.

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Si torna adolescenti con Ultranaoia, pezzo storico, con cui abbiamo conosciuto e amato la band bergamasca. Difficile non pensare ai propri sedici anni e non cantare a squarciagola: se in vena scorre… e questo live scorre in vena più che mai.

Con Troppe scuse la band bergamasca ci saluta, dopo poco più di due ore di concerto, lasciando tutti senza fiato.

Probabilmente molti fan sono più legati ai primi album dei Verdena, a quei brani che hanno segnato una generazione (penso a Viba, Valvonauta), abituati ai suoni più dritti, e fanno fatica ad accettare la loro evoluzione, la loro svolta sperimentale. O forse no.

Ciò che è sicuro è che dal vivo, i Verdena sono straordinari, capaci di emozionare come pochi. Un’esibizione indimenticabile, di elevatissimo livello, che i presenti non dimenticheranno tanto facilmente.

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