RIP @ Fabrique, Milano, 08/09/2023
Anche se, ultimamente, trovo che le nuove leve della musica italiana fatichino a proporsi fin da subito sullo stesso livello dei veterani, trovo che, comunque, di esordienti interessanti in Italia ce ne siano eccome. Uno dei nomi che più mi ha colpito nel 2023, anche solo dall’ascolto delle due canzoni già pubblicate, è quello del duo romano RIP, capace di mettere insieme in modo personale e credibile il mondo della canzone e quello dell’elettronica da ballo. Ho, quindi, colto con molto piacere l’opportunità di poter assistere alla loro prima volta assoluta a Milano, come apertura del DJ show dei francesi The Blaze.
Quando Pierpaolo e Raffaele si presentano sul palco alle 22 precise e in perfetto orario, il Fabrique ha già accolto almeno millecinquecento persone, una situazione certamente stimolante, ma anche non facile per un progetto agli inizi. Il duo si fa accompagnare da visual molto adatti alla performance e poi spara sulla folla un set da circa tre quarti d’ora che conquista da subito l’attenzione di gran parte dei presenti, che invece di allontanarsi per chiacchierare tra loro o andare al bar per un drink, si rivolge costantemente verso il palco e segue con attenzione ciò che sta succedendo. Più si va avanti, più la gente mostra anche approvazione, con applausi sempre più convinti e battimani a tempo. Al termine, i due escono con una vera e propria ovazione, e certamente stasera hanno guadagnato diversi nuovi fan.
Del resto, la performance è di prim’ordine ed è davvero impossibile non lasciarsi conquistare da essa. Come ci si poteva immaginare, rispetto alle due canzoni pubblicate, l’aspetto danzereccio ha la prevalenza rispetto a quello canoro, che però ha comunque la sua importanza, soprattutto all’inizio di ogni brano per creare la giusta atmosfera preparatoria alla sventagliata di ritmi irresistibili che arriva in seguito, e anche in momenti selezionati per dare il giusto dinamismo e evitare ogni rischio di appiattimento. La parte che colpisce di più, comunque, è quella ritmico-sonora, gestita magistralmente dai due, che lasciano partire le varie trace in diretta e ne manipolano dal vivo volumi e frequenze, in modo da assottigliare o ingrossare i suoni secondo le necessità del momento.
Certi pregiudizi di noi anziani vorrebbero che l’unico modo credibile di suonare un live fosse quello di utilizzare gli strumenti tradizionali, e che, invece, performance come quelle che ho descritto si riducano a girare due manopole. Per fortuna, queste convinzioni sono sempre più minoritarie, e, di contro, sempre più persone sono in grado di cogliere la bontà di questo modo di fare musica dal vivo. Ciò a cui ho assistito questa sera, in particolare, è chiaramente una diretta emanazione delle sensazioni umane e dello stile artistico di chi l’ha effettuata, esattamente come quelle di chi suona gli strumenti. Ovviamente, Pierpaolo e Raffaele sapevano già prima ciò che dovevano fare, ma non vale anche lo stesso per i musicisti tradizionali? E non hanno anche loro le stesse possibilità di effettuare delle variazioni in base a come sentono la reazione del pubblico?
Onestamente, stasera mi sono sentito davvero colpito e investito dalle scelte messe in campo da questi due artisti, che hanno saputo far ballare sia me che ero lì da solo ed ero venuto apposta per loro, che tante altre persone che erano lì in compagnia e magari non li conoscevano. Mi sono proprio sentito al centro della loro attenzione, ho percepito che dal palco i RIP stessero mandando a tutti noi qualcosa di fatto apposta per la situazione specifica, e così è stato facile per tutti lasciarsi andare alla loro musica. Torno a casa con tante curiosità che non vedo l’ora di soddisfare: come saranno le nuove canzoni, quanto punteranno sulle pubblicazioni da studio rispetto ai set come questo; cosa effettivamente potrà cambiare quando li rivedrò in altri contesti. Per adesso, sono contentissimo di esserci stato e non vedo l’ora dei prossimi passi dei RIP.