Bobo Rondelli @ Salumeria Della Musica, Milano

L’ultima volta era a teatro, uno di quelli che solo a sentirne il nome ci si emoziona: il teatro Franco Parenti.

Ricordo che solo guardare il cartellone degli spettacoli era un colpo basso: avanguardia, nomi storici e pièce ormai da anni in scena uno dietro l’altro e in mezzo appariva ‘lui’, apparentemente fuori luogo. Il fatto che poi fosse quasi del tutto esaurito (il teatro) era ancora più straniante, considerando poi la calda accoglienza riservata allo spumeggiante spettacolo del tour de “L’ora dell’ormai“, si era creata una sorta di serata perfetta. Oggi si ritorna, come due anni fa, alla Salumeria Della Musica. Nel locale milanese, noto per la cura e il gusto con cui sceglie gli artisti, Bobo Rondelli è qui per presentare il nuovo lavoro, in uscita a fine Maggio per Ponderosa Music & Art, A Famous Local Singer’. Questa nuova avventura discografica avviene in compagnia de l’ “Orchestrino” una brass band di sette elementi appartenenti ad una delle ottime realtà jazz italiane. Dell’ensemble, tra gli altri, fanno parte i “fedeli” : Dimitri Espinoza ( sax ), il batterista Simone Padovani , che si destreggia tra piatti e grancassa ‘a spalla’ e il fedelissimo ‘maestro’ Fabio Marchiori alle tastiere, pezzi importanti nell’evoluzione musicale di Bobo degli ultimi anni. Il nuovo lavoro conterrà dei brani storici e nuovi fatti e rifatti nello stile originario della Louisiana.

La curiosità è molta, legata soprattutto alla band, molto diversa da ciò che ci si può aspettare da un cantautore. Ma sto parlando di un artista il cui termini come ‘usuale’ e ‘ovvio’ stanno stretti e questo non fa altro che aumentare l’attesa. Passate di poco le 22 i “sette” salgono sul palco e si comincia con uno dei brani più belli dell’ottimo ‘Per Amor Del Cielo’: ‘Il Cielo È Di Tutti’. Il brano riadattato alle nuove sonorità, mantiene il suo fascino risultando più ‘scanzonato’ nel sound. Bobo come sempre non si vergogna di ammettere che l’ispirazione l’ha avuta da una poesia di Gianni Rodari e ancora una volta, nelle sue liriche, è terribilmente attuale.

Il concerto prosegue tra brani nuovi (‘Settimo Round’, ‘Cuba Lacrime’ su tutte) dai sapori jazz , swing e il folk. Senza soluzione di continuità si passa in rassegna un bel pezzo del songbook del livornese. Nelle nuove vesti spiccano ‘La Marmellata’ e ‘Madame Sitrì’ il brass’n roll(termine di Bobo!) le rigira e le rende diverse. Al solito le cover non si fanno attendere: Celentano viene citato in due occasioni la prima con ‘Un Bimbo Su Un Leone’ e poi con un’araba-style ‘24000 Baci’ riproposta anche negli encore. Nelle battute finali appare anche una ‘Stand By Me’ fatta con il megafono in mezzo ai tavolini che assiepano il locale. Anche gli Ottavo Padiglione trovano uno spazio con la “celebre” ‘Ho picchiato la testa’ con Bobo all’elettrica. Immancabile è ‘Non Voglio Crescere Mai’ trasposizione di ‘I Don’t Wanna Grow-Up’ di Tom Waits riadattata e rivista.

Come suo solito Bobo tra un brano e l’altro ci delizia con battute e imitazioni: “l’intervallo” per colmare il tempo morto imprevisto come una ‘spia’ non funzionante è da ribaltarsi , impagabile l’imitazione di Ugo Tognazzi e spassosi gli sproloqui per presentare le canzoni . Tutto ciò rende piacevole la performance permettendole di andare oltre al concetto di concerto fine a se stesso. Chi lo ha visto altre volte si sorprende ancora quando vede il cantante livornese sul palco come se fosse a casa sua, senza inibizioni o falsi atteggiamenti. La naturalezza che si trova nel vederlo affrontare una qualsiasi situazione come scendere dal palco con il megafono in mano per cantare ‘Stand By Me’ e poi risalire per imbarcarsi in una ‘Gimme Money’ a tutta velocità come se si fosse allacciato una scarpa lascia senza parole.

L’unica nota stonata è stata rientrare per la terza volta e riproporre ‘Il Cielo È Di Tutti’, la già citata ‘24000 Baci’ di nuovo per poi concludere con una sentita versione di ‘Io E Te’ del compianto Enzo Jannacci. Forse una scelta di qualche altro brano dal ricco carniere a sua disposizione, non avrebbe lasciato questa macchia (comunque piccola) che credo sia stata dettata più dall’esuberanza più che dall’impreparazione. Attendiamo quindi l’uscita del nuovo lavoro, che qui ha avuto solo un assaggio, sperando che anche su cd si riesca a ritrovare una freschezza e una spontaneità che dal vivo Bobo ci regala a piene mani.

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