Interview – Simone Berti

Simone Berti stupisce il pubblico con un nuovo singolo completamente diverso dal precedente: “Coincidenze viola”. In questo brano il cantante sperimenta un sound più aggressivo, mentre prima si muoveva su melodie cantautorali qui lascia spazio a lo-fi e un cantato che si avvicina all’hip hop. “Coincidenze viola” sono le fantasie dell’autore su un incontro speciale. Il desiderio di conoscere l’altra persona, di entrarci in intimità e la paura che tutto questo rimanga solo nella sua testa.

Lo abbiamo interviste.

Simone, “Coincidenze Viola” rappresenta un notevole cambiamento di sound rispetto ai tuoi brani precedenti. Cosa ti ha spinto a sperimentare con sonorità più aggressive e vicine all’hip hop e al lo-fi?

Inizialmente la mia intenzione era quella di discostarmi dalle sonorità cantautoriali più morbide e dolci che mi hanno accompagnato nei primi due singoli che ho rilasciato; non avevo in mente un genere come “obiettivo”. L’approccio all’hip-hop e al lo-fi è avvenuto in seguito: ho pensato a cosa potesse suscitare “stupore” senza però dare l’impressione che “mi stessi vendendo come artista”. Avevo considerato anche l’idea di scrivere un pezzo con un beat più riconducibile a quelli trap, ma non mi sembravano adatti a questo brano… Forse in futuro? Non ti saprei dire: quello che ti posso dire è che non mi piace stare fisso su un genere.

Hai descritto “Coincidenze Viola” come un brano che hai dedicato a te stesso, in contrasto con il tuo precedente singolo “Il Diario dello Stupido”. Cosa significa per te questa distinzione tra dedicare un brano a una persona cara e uno a te stesso?

Dopo aver scritto “Coincidenze Viola” ti ammetto che non trovo così tante distinzioni sul mio “modus operandi” nel momento in cui scrivo una canzone dedicata a me stesso oppure a qualcun altro.

Quella che mi è venuta in mente appena ho letto questa domanda è la seguente: quando scrivo per me stesso mi ritrovo, per forza di cose, a riflettere molto più profondamente sulle parole che uso e sul messaggio che voglio trasmettere, in particolar modo a me stesso. Quando scrivo per qualcun altro, invece, quella riflessione – che nel primo caso sembra quasi una conversazione vera e propria con i miei pensieri – è più “limitata” perché non voglio avere la presunzione di affermare i pensieri dell’altra persona, soprattutto se non sono pienamente certo di quali siano. In sintesi, quando dedico una canzone ad una persona scrivo solo dal mio punto di vista, senza sapere cosa pensa veramente l’altra parte.   

Hai detto che sei sempre stato visto come un ragazzo dolce ed emotivo, e con “Coincidenze Viola” hai voluto mostrare un lato più “bad guy”. Quanto è stato liberatorio per te esprimere questo lato più audace della tua personalità?

Tantissimo. Te lo giuro, è come se fosse scomparso un grosso peso sulle spalle. Ho sempre pensato che le persone mi avrebbero apprezzato di più se fossi sempre stato pacato, o comunque la letterale definizione visiva del “soft boy”. Ciò non vuol dire che oggi la pensi diversamente: semplicemente ho iniziato a comprendere che le persone mi debbano apprezzare per chi sono e non devo limitare la mia “personalità” ed anima sulla base di preconcetti poco fondati.

Guardando al futuro, quali direzioni sonore o tematiche ti piacerebbe esplorare di più? Pensi di continuare sulla strada del sound più aggressivo o tornerai anche a qualcosa di più cantautorale?

Sarò sintetico in questa risposta perché voglio evitare di fare “spoiler” sui progetti che ho fatto con tanta cura: le persone dovranno sempre aspettarsi da me la dualità dei due sound. A volte potrei voler enfatizzare la fragilità di un pensiero, mentre in altri momenti decidere di usare un approccio più aggressivo per dire la stessa cosa. 

Nella tua evoluzione artistica, come concilierai il lato cantautorale più dolce con questo sound più spinto e sperimentale? Vedremo una fusione di queste due anime nei tuoi futuri lavori?

Come ho già detto prima, in questo momento la fusione delle due anime è la cosa più autentica che possa uscire da me. Questo non vuol dire che in futuro non possa cambiare approccio: sono comunque una persona a cui piace sempre re-inventarsi e sperimentare. In qualsiasi caso, non sarò mai la versione scadente di qualcun altro, bensì la versione più autentica di me stesso.

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