Baustelle – Fantasma

GENERE: pop orchestrale

PROTAGONISTI: Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi, Claudio Brasini, The Film Harmony Orchestra

SEGNI PARTICOLARI: Quando circa un anno fa mi imbattei in Bianconi, durante il tour promozionale del suo libro “Il regno animale”, gli chiesi, incalzandolo come solo un fan sa fare, se fosse già pronto nuovo materiale dei Baustelle. Mi fece capire che il lavoro successivo della sua band avrebbe potuto aver a che fare con il cinema, così pensai subito ad una seconda colonna sonora, dopo il felice episodio di “Giulia non esce la sera”. Le mie previsioni non si sono discostate molto dalla realtà : “Fantasma” contiene in sé tutto il necessario per musicare una pellicola horror che però non è mai stata realizzata. E’ un concept, nato per essere fruito dall’inizio alla fine, come un disco di una volta o come, appunto, un film, con tanto di titoli di testa, primo tempo, intervallo, secondo tempo e titoli di coda. La cinematograficità è stato elemento portante anche nella promozione (vedi i quattro teaser di presentazione rilasciati settimanalmente sul sito ufficiale) ed è intuibile fin dall’artwork di copertina, in cui si richiama alla memoria la bambina dai folti capelli rossi onnipresente negli horror anni ’70.

E’ un LP provante per l’ascoltatore: non è facile né immediato, non basta il primo ascolto per venirne a capo, ne servono vari, ed in ognuno di essi si scopre qualcosa di nuovo, proprio come quando rivedendo più volte un film si scorge quel dettaglio che per eccessiva attenzione allo svolgersi degli eventi ci eravamo persi nella visione precedente. L’album viene riportato alla sua dimensione originaria: un agglomerato di elementi sì capaci di vivere di vita propria, ma anche fortemente connessi tra loro e del tutto comprensibili solo se ascoltati nel proprio complesso.

INGREDIENTI: Un album che nel 2013 accoglie un’orchestra sinfonica di 60 elementi, cita Morricone, Wagner, Ravel, la vecchia canzone tradizionale romana e che non è pensato per essere fruito come somma di canzoni da scaricare singolarmente, ha in sé vari messaggi: uno di questi è che la band che lo propone si rifiuta di assecondare il pubblico generalista, dedicandosi alla sua nicchia. I Baustelle, dopo gli inizi più o meno autoprodotti, sono sotto contratto con la Warner e con i soldi della casa discografica alle spalle non hanno bisogno di abbassarsi a facili ammiccamenti per l’ascoltatore, né si interessano di piacere a tutto il pubblico e alla critica, semplicemente seguono i propri gusti e le inclinazioni del momento. E contro ogni pronostico sbancano: il loro sesto album infatti entra diretto al numero 2 nella classifica italiana dei dischi più venduti.

DENSITA’ DI QUALITA’: Il tempo e il suo scorrere inevitabile verso la morte, la ricerca dell’amore come unica ancora di salvataggio: questi i temi che permeano l’album nella sua interezza, affrontati con un approccio pessimista o per meglio dire realista, visto che la perdita dell’innocenza per questi tre quasi quarantenni è avvenuta ormai da tempo. Circa un terzo dei brani presenti in scaletta sono strumentali e chiudendo gli occhi nell’ascolto di queste sei tracce non avremo scampo: ci verranno alla mente frammenti di film horror o immagini create dentro di noi durante la lettura di racconti del terrore, come ad esempio quelli di Edgar Allan Poe, uno degli scrittori citati dalla band toscana in questo lavoro. ‘Nessuno‘, primo brano nella tracklist ad avere una parte lirica oltre a quella strumentale, ci pone dinanzi ad un elenco di cose in cui “il narratore” crede o non crede. Non siamo fan dei paragoni, ma sembra netto, in questo brano come in altri, l’influenza della poetica di Fabrizio De Andrè, artista che per giunta aveva molto cara la struttura del concept album.

Oltre agli scrittori ed ai musicisti, in special modo quelli classici, “Fantasma” cita spesso luoghi e città , per contestualizzare i protagonisti dei testi, sempre alle prese con i propri fantasmi, e farli sentire più vicini all’ascoltatore. Così c’è modo di spaziare, senza neanche doversi sorbire il traffico, tra il Raccordo Anulare e il Pigneto (zona romana un tempo popolare, ora radical chic) ne ‘Il Futuro‘, splendido brano che ritroverete qualche riga più avanti sotto la voce “un assaggio” e che non dovrete rinunciare ad ascoltare nemmeno se odiate i Baustelle, il futuro, i consigli, o chi vi scrive. Roma è presente anche in ‘Contà gli inverni‘, e non potrebbe essere altrimenti visto che questa traccia, per motivi di metrica, è curiosamente cantata proprio in romanesco da Bianconi. Si narra di un amore violento e ossessivo, tipico della canzone tradizionale romana, che il trio di Montepulciano dimostra di conoscere quanto basta per non far sembrare banale questo loro omaggio neanche alle orecchie degli appassionati di questo filone.

In ‘Cristina‘, brano più spumeggiante tra i diciannove, troviamo invece la città di Bologna a far da sfondo a un amore finito, descritto da un testo a tratti intricato (‘Ex amici dal fottuto giorno in cui praticò l’amore la tua amica, la migliore, e lo praticò con me‘), ma che perdoniamo per via di una parte musicale davvero coinvolgente e nella quale l’orchestra dimostra di essere in grande spolvero, proprio mentre le armonie vocali tra Bianconi e Bastreghi trovano lo zenit. Milano è invece al centro di ‘Monumentale‘, pezzo dedicato all’omonimo cimitero meneghino e occasione per il trio toscano di fustigare gli attuali costumi che fanno sì che studio, web e tivù ci distolgano da quelle che sono le cose realmente importanti nella vita. Poi arriva la provincia, in ‘Maya colpisce ancora‘: la ragazza di Lambrate e le antenne di Segrate si intrecciano meravigliosamente nel testo, mentre Rachele Bastreghi mostra tutta la sua energia nel ritornello musicalmente più allegro del novero e allo stesso tempo più rassegnato (‘Esco, non ho paura, morte sicura viviamo già ‘). In un album concepito per voce, piano e orchestra perde inevitabilmente in quantità il lavoro dell’idolo dei fan Claudio Brasini, chitarrista e tuttora dipendente di banca, che siamo sicuri avrà modo di rifarsi nei numerosi live che verranno affrontati con una sezione d’orchestra limitata rispetto a quella presente nell’album.

VELOCITA’: Tale da esplorare la migliore musica italiana composta negli ultimi 50 anni, da Morricone a De Andrè, in 73 minuti.

IL TESTO: ‘Gli spettri abitano dimore gotiche, come succede in Edgar Allan Poe, ma quelli che fanno più paura sono qui a ricordare il tempo agli uomini.‘ da Cristina

LA DICHIARAZIONE: ìPoco probabile ci sia Sanremo per noi. Come la morte, gli diamo troppa importanza e possiamo farne a meno.‘ Francesco Bianconi a GQ.com

UN ASSAGGIO: Il Futuro

IL SITO: baustelle.it

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