Zocaffe – Noi Non Siamo Figli
PROTAGONISTI: Antonio Giagoni (voce,chitarra e percussioni), Emanuele Baronti (chitarra e cori), Vieri Prati (batteria, pad e cori), Giovanni Palamidessi (contrabbasso e basso).
SEGNI PARTICOLARI: secondo album in studio per i lucchesi Zocaffe, che dopo l’esperienza da vincitori di Italia Wave band toscana e la partecipazione ad Arezzo Wave Love Festival presentano il loro nuovo lavoro intitolato “Noi non siamo figli”, uscito il 25 marzo 2013 per Phonarchia Dischi e Neanderthal Promotion.
INGREDIENTI: una festa di suoni per quest’album che fin dalla prima note risuona energico e vitale; tante sono le influenze che insaporiscono il disco che definirlo semplice Rock And Roll pare riduttivo. Si comincia con Bennato e Rino Geatano, per poi ritrovarsi fra atmosfere Funk anni ’70, fino a citazioni storiche mescolate con ritmiche Folk. Un vero e proprio intreccio che si dipana e si riavvolge per tutte le dieci tracce del disco.
DENSITÀ DI QUALITÀ: difficile annoiarsi mentre si ascolta “Noi Non Siamo Figli”, il quartetto lucchese è riuscito nell’impresa di realizzare un disco, non solo ben fatto, ma che si lascia ascoltare senza sembrare scontato e banale. E se un libro si giudica dalla copertina, anche la grafica scelta per presentarsi svela visivamente il carattere rustico dell’album, ma solo in apparenza poiché in realtà nasconde una grande accuratezza di dettagli, sia nei suoni sia nei personaggi di cui narra. Potremmo definirlo un vero e proprio concept che si snoda fra figuranti di un paese che non c’è, stereotipi moderni, che come piccoli tasselli creano uno scenario quantomeno realistico. I testi sono arguti, taglienti e ironici e trattano i temi più disparati. La rassegna è oltremodo variegata: donne e uomini a tratti isterici, buonisti, prepotenti, viziati, ridicoli, vittime e carnefici. In questo marasma è impossibile trovare un equilibrio, ma la sua assenza non crea danni all’ascolto, anzi. Le citazioni sono molte, prima fra tutte quella nella title track ‘Noi Non Siamo Figli‘, dove nel finale al tema di kit supercar viene sovrapposto il ritornello di ‘The Wall’ dei Pink Floyd. Fusione perfetta anche se difficile a credersi. All’ascolto inoltre si nota una sottile differenza: i brani al femminile, che raffigurano personaggi estremi e quasi violenti nelle loro esternazioni, sono sottolineati dai ritmi più incalzanti e da chitarre preponderanti, con forti richiami agli anni ’70 come in ‘Paoletta‘, mentre ai personaggi maschili, più sommessi nei toni e nelle parole sono riservati accompagnamenti morbidi da ballate vagamente blues, come ‘Pieralberto‘ e ‘Gianni‘. Questo scompiglio si conclude con due brani antitetici nei titoli, ma che ben rappresentano il microambiente virtuale del disco. Sono cantati in prima persona, come chi, una volta raccontata la storia degli altri tira le somme della propria, attraverso due momenti che segnano la fine e l’inizio, assolutamente da ascoltare in combo. Il primo è decisamente più minimal nei suoni, il secondo è ricco di cori, di ritmi che cambiano e di un omaggio alla Santana dal sabor latino. Un buon lavoro quello degli Zocaffe, da consigliare e far ascoltare.
VELOCITÀ: Ritmo è la parola d’ordine per questo album che si fa ascoltare tutto d’un fiato. L’anima funk che aleggia nell’album risuona forte e chiara e non lascia indifferenti.
IL TESTO: “Noi non siamo figli dei nostri genitori, siamo nati per caso come nascono i fiori“ tratto da ‘Noi Non Siamo Figli‘.
LA DICHIARAZIONE: “Questo album è come un libro, ogni capitolo ha il suo personaggio. Li abbiamo rappresentati descritti e suonati per dargli vita, per ricreare quello che ci sta attorno.” da un\’intervista a grandipalledifuoco.com
UN ASSAGGIO: I boschi di Fiano
IL SITO: zocaffe.com