Milano 84 – Monochromatic

ANNO: 2021
ETICHETTA: Lost Generation Records
GENERE: synth pop, influenze anni 80

PROTAGONISTI: Fabio Di Ranno (sceneggiatore di cinema e tv/autore/musicista) e Fabio Fraschini (musicista/bassista/producer) con il progetto musicale MILANO 84 rielaborano elementi iconici e trasversali degli 80s per avvicinarli al gusto contemporaneo e dare forma a un nuovo immaginario. Due personalità invadenti, in senso positivo s’indende, che si incontrano e scontrano per un risultato sorprendente: un disco che è un viaggio nel tempo, un club esclusivo, due visioni diverse che creano più che un un prodotto musicale, un immaginario più complesso. Monochromatic tra l’altra vanta collaborazioni del calibro di Vincenzo Salvia (Stranger Things) e Fabio Liberatori (Dalla, Stadio), alternando le mille sfaccettature dei vocalist ai remix che miscelano il tutto con un tocco contemporaneo. 

INGREDIENTI: Dentro Monochromatic coesistono gli anni Ottanta, quelli dei blockbuster cinematografici, di Blade Runner, dell’oscurità che si rischiarava con le luci al neon, della confusione e anche delle donne bellissime, quelle eteree e irraggiungibili. Monochromatic contiene le sonorità che ci arrivano da quegli anni, liberandosi dall’aurea vintage e retrò che spesso le accompagna, questo perchè non le imita ma ce le offre, autentiche più che mai. Penserete ai thriller dell’epoca, a The Witness e Shining, ai seguiti improbabili tipo a Psycho II, alle serate infinite che si sognavano attraverso la tv, ai Capodanni televisivi da fuori sede a Londra e, ovviamente, a Dario Argento.

DENSITA’ DI QUALITA’: Quello dei Milano 84 è che non ho capito cosa abbiano a che fare con Milano, che se ne fregano altamente di qualsiasi cosa richieda il mercato in questo periodo evitando persino, all’inizio, evitato lo streaming digitale e lasciandosi distribuire solo in vinile: la vera resistenza indipendente. Dei Milano 84 mi piace anche che siano un’immersione in un’altra epoca, che sono quindi in grado di spaesare e accogliere anche l’ascoltatore più scettico, che i synth possono essere usati anche fuori dal cantautorato à la Calcutta e si può essere ribelli anche senza spaccare le chitarre. Da non perdere.

  • 7/10
    Voto - 7/10
7/10

Giudizio riassuntivo

Dentro Monochromatic coesistono gli anni Ottanta, quelli dei blockbuster cinematografici, di Blade Runner, dell’oscurità che si rischiarava con le luci al neon, della confusione e anche delle donne bellissime, quelle eteree e irraggiungibili

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