Le Man Avec Les Lunettes – ?
GENERE: indie italiano.
PROTAGONISTI: Alessandro Paderno (voce, chitarre acustiche), Fabio Benni (voce, organo, tape echoes machine).
SEGNI PARTICOLARI: di questi tempi essere bresciani è inaspettatamente cool. Un po’ come per Sheffield con Arctic Monkeys, Long Blondes, Harrisons, Milburn e Bromhead Jackets, oltre alla protezione dall’alto di padre Jarvis Cocker, la città provinciale e dal pesante accento settentrionale, delle 2,56 industrie di acciaio a testa e degli omicidi estivi in serie (non fosse per l’ultima, come a Manchester) sta buttando fuori nomi caldi in ogni dove. Dopo i Joux Joux D’Antan scelti da un Sean Lennon pazzo per le connessioni a banda larga, e mentre Milano continua a specchiarsi nei propri insulsi Styles, qui si scrive un bel pezzo di storia. E come in ogni novella metropop che si rispetti, i gruppi sono amici tra loro, si frequantano anche al di fuori del lavoro e vanno a comporre un calderone in cui l’arrosto è pari al fumo.
INGREDIENTI: John Lennon, Beatles, Syd Barret, Kinks, Turin Brakes, Air, Brian Wilson, Simon & Garfunkel.
DENSITA’ DI QUALITA’: certi giornalisti tra l’idiota e l’innamorato scribacchierebbero che, con ogni probabilità, se quel dannato giorno Chapman non avesse messo la sveglia, magari in qualche disco minore ed un po’ sottotono ma sempre su major John Lennon avrebbe finito con la scrivere pezzi come ‘Agin Again’ o ‘Victorian Swimming Pool’. Magari insieme agli I Am Kloot. Beh, io sono tra quelli. Il pop segue ragioni che la ragione non conosce, e se il vento della composizione dovesse per qualche ragione aver cominciato a soffiare verso il nord Italia, nulla di che stupirsi. Il fermento di band giovani e vive, come Jet Set Roger o Les Petits Enfants Terriblez, senza contare i Punto G, esprime un ritorno ad una naturale pulsione rock’n pop’n fookin’ roll tipica di una terra che, in fin dei conti, ha dato i natali agli Scisma. Si tratta di un duo che mischia di tutto. Gli ascolti di mamma e papà con le nuove tendenze, il chill out con i tumulti giovanili, e quel filo di serenità giunta ad età un po’ più matura, tipica di chi sa di trovarsi sulla strada giusta. ‘Our Driver Goes Fast’ è il miglior resoconto del live touring da finestrini appannati e palpebre che si chiudono.
VELOCITA’: andate a vedervi gli ingredienti e desumetevelo da soli. Non è difficile.
IL TESTO: “Here we are/ still on the van we are/ You and the stupid things/ Our knees, our knees” da ‘Our Driver Goes Fast’.
LA DICHIARAZIONE: Fabio Benni a ‘Sherwood.it’: “A chi mi piacerebbe assomigliassimo? Da parte mia credo i Beatles. Alessandro lo vedo bene suonare nelle band svedesi, o sguazzerebbe nei Postal Service.”
IL SITO: www.myspace.com/occhialuto


