Ivan Francesco Ballerini: il nuovo disco di inediti
Prima di tutto va detto che i dischi della RadiciMusic uno li riconosce a prima vista. Sono oggetti curatissimi che spezzano le abitudini liquide del mondo filtrato dagli schermi. Torniamo a toccare con mano oggetti che portano con se storia e personalità. Partendo da qui non possiamo non attenderci un contenuto altrettanto raffinato e denso di storia. Ivan Francesco Ballerini è dal 2019 – anno del suo esordio – che non smette di raccogliere ispirazione e ad oggi è al suo quarto disco di inediti. Esce “La guerra è finita” che, ad eccezione di “Ancora libero” disco del 2021 che troviamo anche in vinile, torna ai colori tenui, aperti, densi di aria. E questo ci lascia presagire una canzone altrettanto morbida, capace di volute gentili e di voli a planare. E se da una parte il palato pignolo vorrebbe trovare evoluzioni che significa anche trasformazione di stili e di vocabolari, dall’altra il suono e la forma di Ballerini si attesta in modi che diventano certezze e rifugi sicuri. Sapevo bene cosa attendermi molto prima di scartare il cellophane di questo digipack a 3 ante. Non è una critica: per me era una speranza fortunatamente esaudita. Tra gli altri, ritrovo Alberto Checcacci alla direzione artistica e poi gli arrangiamenti di chitarra a firma di Giancarlo Capo ma anche la splendida fisarmonica di Stefano Indino che mi traghetta inevitabilmente dentro sentieri provenzali. Come ritrovo la firma di Nedo Baglioni alla direzione delle immagini e del video che troviamo in rete del primo singolo estratto “Linea d’ombra”. Ecco di scena la semplicità poetica di Ivan Francesco Ballerini: il disegno del fumettista Leonardo Marcello Grassi e la delicatezza di un suono che è tutto centrale e con una definizione sicuramente più matura visto che trovo la sintesi come lavoro invece che il corredo.
E anche tracce di America dei folksinger più navigati e questo lo sento dentro il viaggio che mi regala “Sulle pietre del mondo” o i ricami di chitarra e di voci corali (con una splendida Lisa Buralli) dentro “Perché mai”, forse uno dei veri punti alti del disco. E sono sempre puntuali e morbidi gli innesti della Buralli, sempre capaci di aprire il suono in orizzonti che puntano a tramonti ispirati come nella chiusa “Il mondo aspetta te”. In questo disco Ballerini riflette tanto sul movimento della coscienza, sul modo di vestire il mondo che abbiamo attorno, riflette sul movimento che significa distanza e che ci distacca da una confort zone. Il ritorno è sempre indice di cambiamento, non sempre di trasformazione. E sono guerre anche queste… è ancora una prova d’autore, dischi che mantengono alta una tradizione fatta di suoni e di parole curate con vero mestiere artigiano.



