Fou-Ho Trovato Godot
PROTAGONISTI: come da booklet del disco, i Fou sono: Taglialucci, PG Morandi, dEbE, Giugi. Hanno partecipato: Matteo Carpo, Bea Maggipinto, Diego Palazzo e Piergiorgio Pardo.
SEGNI PARTICOLARI: la band milanese torna sei anni dopo il disco di debutto e qualche vicissitudine interna che ha portato a un parziale rinnovamento della lineup, continuato anche dopo la realizzazione del disco, nel senso che la voce femminile ora presente nei live non è la stessa che ha cantato qui.
INGREDIENTI: l’idea base del disco sembra essere la stessa del precedente, ovvero prendere i canoni stilistici dellâ’indie-rock americano degli anni Novanta di gruppi tipo Pavement, Built To Spill e Weezer e girarci attorno ogni volta in modo diverso. Rispetto al debutto abbiamo episodi dal taglio decisamente più pop, un utilizzo piuttosto diffuso dei synth, una maggior leggerezza dâ’insieme. Abbiamo, quindi,alcuni episodi che si avvicinano di più al riferimento base sopra specificato (‘Ho Trovato Godot In Un Kinderâ’, ‘Candidaâ’) e molti altri che offrono significative variazioni sul tema, tra melodie molto più definite (‘Il Sabato Del Silenzioâ’), momenti in cui la componente digitale del suono colora leggermente la prevalenza rock (‘Canzone Noirâ’, ‘Cleaning Songâ’, ‘Fuori/Dentro (Io Sto Fermo)â’) e altri in cui la contaminazione tra le due componenti è molto più bilanciata (‘Segretoâ’, ‘Rotolaâ’, ‘Dongtanâ’). Anche dal punto di vista del ritmo le soluzioni sono molte e quasi ogni canzone ha la propria impostazione da questo punto di vista. Rimangono gli incroci e le sovrapposizioni tra le voce maschile e quella femminile e i testi sono ancora più di prima tra il surreale, lâ’ermetico e il visionario.
DENSITA’ DI QUALITA’: questo disco è la dimostrazione di come si possa prendere un riferimento del passato preciso e elaborarlo, rinfrescarlo, modernizzarlo in modo interessante e coinvolgente. I Fou non sbagliano niente: il songwriting è ispirato e le strutture vocali, sonore e ritmiche sono sempre accostate molto bene tra loro. Anche il carattere così poco immediato dei testi non è indice di pretenziosità ma aiuta il disco a guadagnare fascino. Un lavoro dâ’insieme molto curato nei dettagli che però fa arrivare prima di tutto una sensazione di grande spontaneità .
VELOCITA’: come si diceva sopra, molto varia.
IL TESTO: “Vivo nei prati del golf, rivendo le palline per nutrirmi. Nei prati del golf. Ma il mio spazio è minacciato dai cantieri dellâ’edilizia. Così ho addestrato una squadra di teppistelli e briganti, chiedendo disciplina ai caddy porta mazze. E armati di palline difendiamo il nostro mondo libero. E armati di palline e guanti difendiamo il nostro mondo“ da ‘Dongtanâ’. Letto così potrebbe sembrare un testo fine a se stesso, ma è il complemento perfetto per rendere molto coinvolgente un impianto melodico/sonoro/vocale molto sognante.
LA DICHIARAZIONE : su Facebook, alla voce “genere” vengono citati “indie, chinese pop, terapeutica di facile ascolto”
UN ASSAGGIO: ‘Il Sabato Del Silenzio’
IL SITO: ‘ hotrovatogodot.wordpress.com â’