David Ragghianti – Portland
GENERE: pop-rock, songwriting.
PROTAGONISTI: con l’autore hanno suonato Giuliano Dottori, Mattia Pittella, Neith Pincetti, Mauro Mr. Fox Sansone e Nico Turner
SEGNI PARTICOLARI: disco di debutto per il cantautore toscano, che così ne racconta la genesi: “L’idea di Portland nasce alla fine del 2013. Inizialmente si presenta come demo casalinga perlopiù acustica e comincia a prendere forma grazie all’incontro con Giuliano Dottori”.
INGREDIENTI: nove canzoni nelle quali si cerca, con modalità diverse, di arricchire lo scheletro dei brani con un suono che vuole essere ricco ma mai ridondante. Si passa dallo sfruttare l’interazione tra colpi secchi di chitarra e una ritmica fantasiosa in I Prati Che Cercavo, a un impianto pop-rock classico in Amsterdam, a un suono più delicato e acustico in Dove Conduci, ai saliscendi di robustezza e intensità in Occhi Asciutti e così via fino alla fine del disco.
DENSITÀ DI QUALITÀ: questo disco merita di essere ascoltato e apprezzato non solo perché risulta inattaccabile dal punto di vista formale, ma anche grazie a una perfetta attitudine emotiva. Le melodie sono tutte valide, la varietà di soluzioni è buona e a essa si accompagna la capacità di unire brani diversi tra loro in un unico discorso complessivo, l’equilibrio tra immediatezza e alto profilo è perfetto e l’abilità di veicolare la potenza delle sensazioni espresse è massima, e tutto questo avviene senza colpi a effetto. Questo è un disco che non cerca alcuna rivoluzione, ma alla fine dell’ascolto resta qualcosa di tangibile dentro a chi dedica attenzione al lavoro, e con le volte successive questo qualcosa diventa sempre più forte.
VELOCITÀ: varia ma mai troppo elevata.
IL TESTO: è davvero difficile scegliere, perché tutti i testi godono dei pregi sopra specificati, così ogni canzone che ascolti ti sembra quella giusta per prendere una citazione rappresentativa ma poi sembra lo stesso per quella dopo e per quella dopo ancora. Alla fine ho preso le parole che chiudono il disco; “Forse domani ci sarà neve, tutti i sentieri da sistemare, e tutte quante le luci accese con le finestre appese sul mare” da Raffiche Di Fuga.
LA DICHIARAZIONE:“Non posso fare a meno di scrivere canzoni, lo faccio dai tempi del liceo. A volte penso sarebbe stato meglio non cominciare mai: le canzoni sono uno specchio, e specchiarsi può essere doloroso; ma poi capisco quanto le canzoni siano terapeutiche per me.” dalla bio.