MANICAs: italiani nei testi, inglesi nei suoni
Ci troviamo dentro Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi, O.R.K) e Robert Wheeler (Pere Ubu). Ci troviamo dentro il suono digitale del pop di quando sul finire degli anni ’90 il pop era futuristico. Ci troviamo quella cantilenante soluzione della voce indie. E poi ci troviamo anche i powerchord di pareti e distorte. Il nuovo disco dei MANICAs si intitola “Arcadia” ed è una territorio in bilico tra avanguardia e post-punk di quelli veraci. E ci troviamo dentro anche gli arrangiamenti main stream anni ’80… quelli non mancano mai.
Anime contrastanti dentro questo disco. Dalla ricerca alla New Wave, passando per l’indie pop più didascalico. Che ragione ha questa mescolanza?
Nasce dai nostri ascolti, che inevitabilmente si riversano nella scrittura come influenze. Ma generi, definizioni ed etichette lasciano il tempo che trovano. Arcadia è un flusso unico di pensieri che trova la sua coerenza nel suono. Sotto certi aspetti, potremmo quasi definirlo un concept album.
Parlate di manifesto pragmatico. Cioè?
È una dichiarazione d’intenti: suoniamo così, senza preoccuparci di essere accostati a questo/a o quell’altro/a artista. Facciamo quello che sappiamo fare al meglio, con una certa dose di sana sfrontatezza.
Splendida la presenza di Robert Wheeler… come ci siete arrivati?
Dopo aver visto i Pere Ubu a Bologna nel 2019, ci siamo fermati a scambiare due parole dopo il concerto. Francesco (il bassista) e Robert si sono aggiunti su Facebook e hanno continuato a sentirsi, soprattutto durante il periodo Covid & Lckdown. Quando abbiamo registrato Vallæ Giulia, sentivamo il brano girare ma come se mancasse qualcosa. Non abbiamo avuto dubbi nel chiedere a Robert un contributo con il suo theremin. È un professionista incredibile: il giorno dopo la proposta non ci ha risposto con un sì o un no… ci ha mandato otto take diversi. Sembrava Natale in anticipo!
E poi anche Carmelo Pipitone, che troviamo dentro un momento del disco decisamente alto e ispirato, con nuove forme. È questa la ragione di averlo con voi?
Carmelo l’abbiamo conosciuto durante un live in cui ci esibivamo entrambi. Da subito è nata una sintonia speciale, scoprendo poi che eravamo anche vicini di casa a Bologna. Se c’era un brano in cui la sua mano poteva emergere con forza, quello era senza dubbio Al Muqawama.
C’è tanto rimando a un modo di vivere “esterofilo”. Perché?
Perché siamo curiosi e odiamo i muri. Valorizziamo quello che siamo (non a caso cantiamo/declamiamo in italiano), ma nel 2025, in un mondo così fluido e multiforme, perché non accogliere tutta la bellezza che ci circonda?
Secondo voi, il futuro? Che suono avrà il pop di domani?
Su due cose non possiamo mettere bocca: ciò che è stato ieri e ciò che sarà domani.
Ma possiamo dirti che oggi è un giorno bellissimo per i Manicas. E suona benissimo.



