Intervista: Giovanni Santese
Abbiamo sentito Giovanni Santese, autore di un paio di nuovi singoli (album in arrivo) chiedendogli come intende affrontare questa “seconda pelle” della sua carriera e chi ha coinvolto nel suo nuovo progetto.
IR: vorrei partire con il recente passato di non giovanni:
Qualche anno fa scrivevamo riguardo a stare bene :”melodie immediate, un suono basato su groove leggeri ma che sanno comunque infilarsi sotto la pelle dell’ascoltatore, e testi che cercano di descrivere con un linguaggio brioso ed efficace stati d’animo dati da situazioni di vita concrete” ti ritrovi ancora in questa descrizione?
GS: Non può che farmi piacere che si parli di melodie immediate in merito alle canzoni, e per quanto riguarda il linguaggio, confermo che a tratti conservo una vena allegra nella scrittura, anche se in questo disco sono stato un po’ più profondo e riflessivo rispetto al passato ed alcune canzoni non hanno molto di brioso.

IR: L’uscita di un disco a proprio nome, dopo la discreta visibilità del tuo progetto precedente è una bella sfida, come mai hai voluto fare questo cambiamento?
GS: Mi piaceva l’idea di ricominciare da una nuova maturità con l’uscita di questo disco. Il nome d’arte, per quanto non giovanni mi sia sempre piaciuto, mi sapeva ormai di una costruzione inutile. Un qualcosa che non mi rappresentava più. Lo vivevo come uno sdoppiamento, mentre volevo essere tutto intero, non relegare l’arte ad un secondo nome ma al mio essere originario.
IR: Finora sono usciti i singoli Questo Amore e Dobbiamo Fare Bellezza: chi ha suonato con te?
GS: Il disco è stato arrangiato da me e Mirko Maria Matera, pianista e compositore con cui collaboro da un po’ di anni ormai. La produzione artistica di Taketo Gohara ha fatto si che incrociassi poi altri due bravissimi musicisti, Niccolò Fornabaio alla batteria e Alessandro “Asso” Stefana alle chitarre e al basso. La collaborazione è stata armoniosa e senza intoppi. Un vero piacere ed un onore aver lavorato con loro.
IR: Dobbiamo Fare Bellezza parla del primo giorno di scuola, un passo importante in un mondo non più totalmente “bambino” per un ragazzino, io sono al terzo primo giorno e ancora l’emozione è tantissima come le speranze. Questo brano è piaciuto a tuo figlio?
GS: Ho scritto questa canzone ormai due anni fa. Inizialmente accadde che dopo un primo ascolto mio figlio si commosse così tanto che per tanto tempo non volle più ascoltarla. Ora che è uscita come singolo gli è capitato di risentirla in casa, ed ho scoperto con piacere che non gli faceva più tanto male, anzi era anche orgoglioso del fatto che gli avessi dedicato una canzone.
IR: L’album che uscirà a breve ha un tema centrale o è frutto di vari spunti/brani dimenticati?
GS: Ha un filo conduttore che è più nell’ispirazione e nello spirito con cui l’ho scritto che in un concept di fondo. Le canzoni sono state selezionate a una a una insieme a Taketo Gohara; ho scritto tanto per arrivare a questo album. Sono arrivato da Taketo con alcune canzoni e quando siamo stati pronti per andare in studio ne avevo scritto molte altre, anche grazie a lui ed ai suoi continui stimoli.
IR: Hai in previsione uscite live per la prossima primavera/estate?
GS: Si, stiamo finendo di allestire il live (scenografie, abiti, monologhi tra un pezzo e l’altro) e poi siamo prontissimi a suonare per tutto l’anno. Ho affidato la regia dello spettacolo a Lorenzo Kruger, che ho conosciuto perché ha girato il videoclip di Questo Amore, il mio singolo precedente. Sono molto contento del lavoro che stiamo facendo.