Interview – Twik

Esce venerdì 13 settembre 2023 “Fammi Volare”, il nuovo singolo di TWIK, il secondo dopo l’esordio con “Gerhard Kremer“. Il duo abruzzese, che sperimenta combinando rock, pop ed elettronica, mette in musica la storia di una convivenza difficile, in cui le basse tolleranze oltrepassano limiti e gesti liberatori prendono forma.

All’inizio, “Fammi Volare” sembra una canzone spensierata, ma nasconde una realtà più profonda e triste, che si manifesta nella parte centrale del brano, più cupa e dalle tinte dark. La protagonista è intrappolata in una relazione che non la rende felice. Ogni giorno è uguale all’altro, tra discussioni, lamentele e incomprensioni. Lei sogna di volare via, ma si sente come se fosse legata a una catena. Un giorno, stanca di questo tormento mentale, decide finalmente di lasciarsi andare e di prendere in mano la sua vita. Con un sorriso, sposta le tende della finestra e finalmente è libera.

Noi per l’occasione abbiamo voluto sentirli, ed ecco cosa ci hanno raccontato.

1. Quali sono le vostre influenze musicali, c’è qualcosa che non ci aspetteremmo mai?

Ascoltiamo tantissima musica e ce la suggeriamo a vicenda. Sicuramente siamo molto influenzati da artisti come Radiohead, Verdena, Nothing but Thieves, La Municipal… ma non vi aspettereste mai che Twelle ascolta le sigle dei cartoni animati della Repubblica Ceca, Vik si è chiuso con la musica tradizionale calabrese di Fabio Macagnino, Feel non riesce a non ballare con Cosmo e Lor canta di continuo Baby One More Time di Britney Spears e Incomplete dei Backstreet Boys. E siamo tutti d’accordo sul fatto che Bellissima di Annalisa sia una bomba.


Ok, probabilmente ora avete abbastanza informazioni per ricattarci 🙂

2. Siete in contatto con altri gruppi o realtà della scena abruzzese? Ci fate qualche esempio? Quali sono i luoghi musicali più rappresentativi delle vostre zone?

Siamo costantemente in contatto con altri gruppi/artisti abruzzesi, crediamo sia fondamentale per rimettere su una scena musicale locale che pian piano si sta riprendendo dopo qualche anno di declino. Oltre alla presenza di alcune band più o meno affermate che girano da anni, post covid molti nuovi gruppi si stanno creando, vediamo crescere la voglia di suonare e tutto ciò non può che incrementare il benessere culturale.

Purtroppo in Abruzzo non siamo pieni di locali idonei per la musica inedita, i pochi presenti sono rari e ancor più preziosi di conseguenza. Pensiamo che manchino degli spazi di media grandezza in grado di ospitare artisti che iniziano ad essere importanti a livello nazionale, ma sentiamo che qualcosa si sta muovendo.

3. Qual è la vostra formazione musicale? E che tipo di rapporto avete con lo studio della musica? Si può fare musica anche senza averla studiata?

3⁄4 della band ha studiato/sta ancora studiando in conservatorio, oltre a diverse scuole private in precedenza. Adoriamo studiare musica, che sia lo studio del proprio strumento o materie affini, dalla teoria/armonia alla storia della musica, dall’analisi degli ascolti alla registrazione/produzione. È molto importante contestualizzare le conoscenze, gli ascolti, le creazioni.

Detto ciò, si può assolutamente fare musica senza averla studiata! Anzi, spesso in questa direzione escono fuori cose ancor più creative, senza essere ingabbiati in delle regole teoriche che agli inizi di un percorso di studi è difficile da mettere da parte.

Forse è stata proprio questa la nostra paura nell’intraprendere un percorso di studi come il conservatorio, ma se si riesce ad affrontarlo mantenendo vivo il background pre-iscrizione e viverlo con un’attitudine “punk” (passateci il termine) riuscendo a portare avanti entrambe le facce della medaglia, si ha una visione più chiara della musica, senza snaturare la propria creatività.

4. A che periodo della vostra vita risale “Gerhard Kremer”? Vi sentite ancora così?

Gerhard Kremer risale al periodo dei lockdown pandemici, a delle notti in cui messaggiavamo molto e ci scambiavamo domande a cui non sapevamo rispondere.
È difficile (nel bene e nel male) sentirsi come in quel periodo, ma continuiamo ad avere la stessa curiosità e voglia di fare che ci spinge ad andare avanti.

5. Quale domanda avrei assolutamente dovuto farvi, e invece non vi ho fatto? Quale invece la risposta?

Siete felici? Si. Tantissimo.

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