Interview – Pillheads

Il libero pensiero è un brano che affronta il tema della contemporanea difficoltà di ragionare fuori dal coro e di sostenere opinioni personali autentiche, con un testo intenso e provocatorio. Spiega il gruppo a proposito del loro nuovo inedito: “Il pensiero libero e incondizionato ha evidenti e inquietanti analogie con la sindrome di Tourette. Entrambi si manifestano in tenera età, con la tendenza poi a svanire; Entrambi portano i soggetti a dire troppe parole sconvenienti; Entrambi nei casi più gravi vengono curati con i farmaci.”
 
Pillheads è un termine inglese che definisce “coloro che assumono ossessivamente farmaci senza averne una reale necessità”, da un’idea di Phil Strongman, collaboratore di Malcom McLaren e regista dei Sex Pistols, con cui i Pillheads produssero un film nel 2017.

Qual è la connessione tra il brano e il video?
E’ una funzione standard di Adobe Premiere. L’audio è in .wav, il video in .mpeg. Basta metterli a sincrono e esportare il file in .mp4. ll video è diretto da Luca Tartaglia. Suoniamo il brano in camici bianchi ospedalieri, perseguitando, con lancio di pillole, il personaggio interpretato da Loris Fabiani, che rappresenta un uomo medio sull’orlo della pazzia.

In cosa consiste per voi “il libero pensiero”?
Abbiamo notato che ci sono inquietanti analogie tra il libero pensiero e la sindrome di Tourette.
-Entrambi si manifestano evidenti in tenera età, con la tendenza poi a svanire;
-Entrambi portano i soggetti a dire troppe parole sconvenienti.
-Entrambi, nei casi più gravi, vengono curati con i farmaci.

Come vi siete conosciuti e in che città vi trovate tutti attualmente?
Io e Daniele Mignone ci siamo conosciuti perchè entrambi suonavamo con il grande bluesman argentino Gabriel Delta, con il quale ancora oggi collaboriamo regolarmente. In occasione del nostro incontro con Phil Strongman (stretto collaboratore di Malcom McLaren e regista ufficiale dei Sex Pistols), con il quale stavamo producendo un film, si formarono  i Pillheads. Fu Phil stesso a proporci il nome. Dopo un disco in vinile uscito per Musea (in lingua inglese) e un lungo tour europeo, ci venne l’idea di sperimentare la lingua italiana.

Oggi siamo un power trio, Paolo Baltaro alla chitarra e voce, Daniele al basso e Dario Marchetti alla batteria.

Come nasce un brano dei Pillheads?
A seconda del tipo di unione i modi possono essere a loro volta congiunti o disgiunti.
Se ad un modo dorico disgiunto aggiungiamo un tetracordo congiunto all’acuto, un altro tetracordo congiunto al grave e sotto quest’ultimo una nota otteniamo il sistema tèleion ovvero perfetto.
Però a volte capita anche che buttiamo giù cose da sbronzi. Dipende un po’ dalla giornata.

Quali sono le vostre influenze musicali? Qualcosa che non ci aspetteremmo?
Ci dopiamo da tutta la vita con il grande Rock del XX secolo, con il Pop Britannico, con la psichedelia Floydiana, con il surrealimo Zappiano e l’aggressività dell’Alt Rock, riversando questa ispirazione nella nostra musica.  
Per i testi ci rifacciamo alla tradizione del cantautorato italiano. Sono modelli che naturalmente violentiamo e adattiamo al nostro linguaggio, con approccio politicamente abbastanza scorretto.

La domanda che non vi ho fatto ma che avrei assolutamente dovuto?
Chi è l’uomo-dalla-testa-di-pillola e qual’è il principio attivo contenuto al suo interno?

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