Interview – Pappa

Una voce, una chitarra e tante storie da raccontare. Questo è Pappa, progetto musicale di Francesco Pappacena, cantautore pontino che si presenta al pubblico con l’abbreviazione del suo cognome.
Si avvicina alla musica da piccolo, iniziando prima con il pianoforte per poi passare alla chitarra, che lo accompagnerà così in tutta la sua produzione. Dopo le prime esperienze nelle band, intraprende il percorso solista e pubblica nell’ottobre 2017 il suo primo album “Sottoscala”.

Il nome del lavoro lo deve all’omonimo locale di Latina, luogo in cui sono nate le dieci tracce del disco: brani che spaziano nelle emozioni quotidiane, con testi semplici e diretti sorretti da suoni indie-pop. Pappa ha condiviso il palco con numerosi artisti (come Canova, Luca Carocci, I Miei Migliori Complimenti, Mose Cov) passando per festival come il Meeting del Mare e la Milano Music Week. Nel 2018 frequenta Isola degli artisti Academy che lo porterà a vincere un contratto editoriale entrando far parte del team.

Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo ultimo singolo “N’artra biretta”:

Ciao e benvenuto su Indie-Roccia! Prima domanda per rompere il ghiaccio: chi è Pappa?

Ciao a voi e grazie mille intanto.

Una domanda apparentemente facile alla quale però ancora non so rispondere, mi sto ancora definendo nonostante i quasi 30 anni. Un’età particolare che ti mette di fronte ai conti da pagare e a quelli già pagati, si tirano alcune somme e ci si fanno domande esistenziali tipo “che farò da grande? Mangerò più sano? Berrò di meno?” cose così.

Di base sono una persona qualunque, sono cresciuto guardando il mare quindi di base non mi pongo limiti, non mi appartengono, nella musica cosi come nella vita.

Pappa in realtà non è altro che il nome con cui le persone mi chiamano da sempre, facendo di cognome Pappacena forse risultava più facile.

Parlaci un po’ del tuo background musicale: qual è stata la tua formazione e quali sono gli artisti che ti hanno ispirato?

Mia madre durante la gravidanza ascoltava tantissimo cantautorato italiano da Venditti a de Gregori passando per Battisti e Dalla. Sicuro qualcosa è successo già da lì.

Verso i 13 anni ricordo scoprii gli Oasis e il britpop anni 90, mi stravolse tutto.

Se dovessi scegliere solo 2 artisti che mi hanno ispirato allora ti dico Oasis e Lucio Dalla. Che coppia eh?!

Di cosa parla “N’artra biretta”?

“N’artra biretta” nasce dalla necessità di scardinare i classici luoghi comuni della provincia italiana, in questo caso Latina, dove è molto semplice imbattersi in una quotidianità che fa fatica ad andare oltre la retorica del “QVANDO C’ERA LVI”. Girovagando per le strade di Latina mi sono divertito a fare delle domande e raccogliere delle testimonianze che ho deciso di esasperare nel brano per aggiungere un pizzico di goliardia e leggerezza.

Un brano, senza ombra di dubbio, schietto, diretto e senza filtri. Un viaggio al centro di una città ricca di personaggi che ancora vivono tra i fantasmi di un’epoca che, purtroppo, ancora si fa sentire. Un Lucio nostalgico, una madre quasi succube, un artista confuso ci raccontano quella che è la mentalità di una città “moderna”. Un ritornello che però ha il potere di abbattere tutti i muri e la capacità di unire mille voci in un unico coro.

Che cosa ne pensi della scena musicale della tua città e come ti inserisci all’interno di essa?

Devo dire che Latina da qualche anno a questa parte è veramente ricca di bellissimi progetti/gruppi/cantautori. Poi vabbè se parliamo di “colleghi” più conosciuti ne abbiamo un paio di cui forse avete sentito parlare tipo Tiziano Ferro o il buon Calcutta.

Siamo tantissimi però la cosa è anche super stimolante soprattutto se poi si creano bei rapporti tra tutti gli artisti.

Qual è l’elemento che non dovrebbe mai mancare in un tuo pezzo?

In realtà non saprei, o forse nemmeno io ho ancora capito quale sia. Posso dirvi per certo che cerco di raccontare la quotidianità nella maniera più trasparente possibile, parlo di me, delle vite che mi circondano, di pensieri, paure, ironizzo su cose che hanno bisogno di più leggerezza. Almeno è quello che provo a fare.

Quali saranno i prossimi step del tuo progetto?

Spero tanto di tornare a suonare live in giro il prima possibile, mi manca da morire.

Abbiamo canzoni nel cassetto che piano piano lasceremo libere. Per adesso vi lascio godere un altro pochino “N’artra biretta”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *