Interview – Mania
“Ascoltando i vostri testi e perdendomi completamente nelle vostre melodie ho avuto la sensazione che mi steste raccontando dei lati più nascosti di ogni essere umano, le loro Manie…”
Ed è così, grazie alle parole di una cara amica, che vennero ufficialmente battezzati i MaNia, band originaria di Codogno che pochi mesi fa ha pubblicato il singolo Che giorno è, singolo estratto dall’album 4. Un brano tutto dedicato ai sentimenti e all’amore, scritto al futuro per far sì che rimanga nel tempo e che lasci sempre le porte aperte anche a chi non sta vivendo il periodo preferito dai romantici.
Ne abbiamo parlato con la band:
Ciao ragazzi e grazie per essere qui con noi di Indie-Roccia. Come prima cosa, avete voglia di raccontarci l’origine del vostro nome d’arte?
Innanzitutto, ciao a tutti! Devo dire che è sempre molto bello poter condividere il proprio trascorso e gli obiettivi futuri. Come si dice: “Niente avviene per caso”. Infatti, ci piace pensare che i MaNiA esistessero già prima che ognuno di noi intraprendesse questo viaggio che oramai dura da 15 anni. Ad esempio, per me Gionata, cantante della band, e mio fratello, nonché chitarrista, è stato il risultato di un pensiero intelligente di mia mamma di utilizzare la musica per farci legare più nel profondo, noncurante del fatto che potesse diventare un pensiero fisso. Ci sono tanti aneddoti sui due Davide, la nostra sezione ritmica, che se vi racconto non mi credereste.
Il nome? Dopo tanti tentativi e altrettanti fogli di carta, l’idea del nome della band nasce da una nostra cara amica, in una serata di chiacchiere e qualche drink in saletta, che se ne esce con questa frase: “Ascoltando i vostri testi e perdendomi completamente nelle vostre melodie ho avuto la sensazione che mi steste raccontando dei lati più nascosti di ogni essere umano, le loro Manie…” Da qui si sviluppa anche l’idea del nostro logo.
Che cosa avete voglia di comunicare con Che giorno è, singolo estratto dal vostro ultimo album?
Non è sempre semplice esprimere ciò che si prova a parole e questa è una canzone che racchiude quello che spesso non abbiamo il coraggio di dire. È una canzone che parla dei sentimenti e che contiene le immagini e i colori che si disegnano dentro di noi nei periodi d’amore. Un brano scritto al futuro per fa sì che rimanga nel tempo e che lasci sempre le porte aperte anche a chi non sta vivendo questo meraviglioso sentimento.
Sappiamo che i germogli della vostra band sono stati piantati molto presto, addirittura da bambini. Come pensate che la vostra musica sia cambiata ed evoluta nel corso del tempo?
Io credo che la nostra musica abbia avuto un’evoluzione dal momento in cui il progetto abbia capito la propria strada, abbia assunto di conseguenza la propria identità. Un progetto è composto da persone e di conseguenza si evolve dal momento in cui i suoi componenti raggiungono una solida e comune consapevolezza. Quando il tutto diventa una necessità diventa quasi una conseguenza un’evoluzione. Per noi i MaNiA sono una necessità, una voglia di esprimersi, una di mettere costantemente in gioco e a nudo i propri sentimenti, le nostre quotidianità.
Siete originari di Codogno, cittadina che all’inizio della pandemia diventò la prima zona rossa in Italia. Per alcuni artisti, il periodo della quarantena è stata un’occasione per riesplorare la propria concezione di musica, altri se ne sono allontanati. Voi, come l’avete affrontata?
Per noi è stata una condizione per avvicinarci ancor più visceralmente alla musica. È stata per noi un’occasione per fare programmi, prenderci del tempo per guardarci dentro e scrivere brani più semplici e diretti, mettendo tutto in comunione con le persone che ci ascoltano e ci seguono: del resto penso che il video ne sia una testimonianza.
Parliamo invece della copertina del vostro ultimo singolo. Si tratta di un’immagine graficamente molto suggestiva, qual è la sua origine?
La copertina rispecchia nella sua totalità quanto descritto nella risposta alla domanda precedente e il concetto del brano: non è sempre semplice esprimere ciò che si prova a parole e questa è una canzone che racchiude quello che spesso non abbiamo il coraggio di dire. È una canzone che parla dei sentimenti e che contiene le immagini e i colori che si disegnano dentro di noi nei periodi d’amore. Un brano scritto al futuro per fa sì che rimanga nel tempo e che lasci sempre le porte aperte anche a chi non sta vivendo questo meraviglioso sentimento.
Seguite attivamente la scena musicale del Nord Italia? Come pensate di poterla arricchire?
In realtà seguiamo molto la scena musicale dello stivale in tutta la sua intera estensione e non solo. Sinceramente non saprei risponderti a questa domanda perché si dovrebbe rivolgere a chi ci ascolta e ci segue. Ci poniamo solo l’umile obiettivo di poter comunicare in maniera più diretta, semplice e piacevole con le persone che incontriamo, che ci circondano, che decidono di seguirci, che ci ascoltano.
Attendiamo con ansia il ritorno della musica dal vivo. In quest’attesa, avete voglia di raccontarci un aneddoto significativo legato ad un vostro live?
Più che aneddoti legati al live, credo che avremmo tanto da raccontarvi nelle ore appena prima o dopo, sia tra di noi della band che con le persone che ci seguono. Questa voglia di ospitare sulla barca tutti ci porta sempre a creare situazioni piacevoli di delirio, quindi di sicuro con noi non credo vi stancherete così facilmente. Siccome vogliamo mantenere una certa immagine non specifichiamo nulla, ma vi consigliamo di venire a qualche nostro live appena si potrà finalmente riportare la nostra musica dal vivo!
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Da buoni sognatori ci vediamo tanto piacevole lavoro, tante buone idee da mettere in pratica, tante emozioni da dover esprimere. Abbiamo tanta carne già pronta da impiattare e sul fuoco in cottura.
Non vi resta altro che seguirci!

