Interview – LSKA

Venerdì 2 febbraio 2024 esce per Record Y su tutte le piattaforme digitali “Ephemeral“, il nuovo disco del progetto LSKA già anticipato dal singolo “Solid State Spirit“.

Un album che è nato in un periodo di grande cambiamento e che riflette la ricerca di uno spazio sicuro in cui potersi abbandonare. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo, ma sono frutto di riflessioni durate anni sulla ripetizione, l’astrazione e l’inserimento di elementi casuali nel processo di composizione. La scintilla che ha permesso alla macchina di rimettersi in moto è stato l’invito a partecipare esattamente un anno fa alla rassegna di musica sperimentale Deragli presso il Caracol Olol Jackson di Vicenza che non potrò mai ringraziare abbastanza.

Siamo partiti, come spesso accade, dalle sue influenze musicali.

  1. Quali sono le tue influenze musicali? C’è qualcosa che proprio non ci aspetteremmo mai?

Non so cosa vi aspettiate… ascolto veramente (quasi) tutto, forse potrei stupire tutti citando Gloria Gaynor? Influenze più evidenti sul mio suono sono artisti come Floating Points, Alva Noto e Ryuichi Sakamoto, Radiohead e Massive Attack.

  1. E che musica ti circonda quando non sei LSKA?

Come dicevo, non mi pongo molti limiti. In questo preciso momento sto ascoltando Flying Lotus, ma ieri pomeriggio in auto c’era una compilation di rock anni ‘60, e a seconda dell’umore posso spaziare dalla classica alla dance anni ‘90.

  1. Come ti sei avvicinato al mondo della video-arte? E in che modo visuals, video e altro completano il progetto LSKA e il disco “Ephemeral”? Ascoltare questo disco su Spotify può essere riduttivo? 

Questo album in realtà è stato pensato per essere ascoltato a occhi chiusi, in modo che chiunque possa crearsi le proprie personali “visioni”. Dal vivo lo accompagno solitamente con delle proiezioni create con un modello di intelligenza artificiale ( allego alcuni frame) per amplificare il senso di astrazione che vorrei suggerire con la musica.

Ho iniziato a lavorare con il video affascinato dalle possibilità date dall’interazione con la musica, quindi sperimentando con tecniche generative e sistemi audio-reactive, in cui le immagini vengono create e rielaborate dal suono, o viceversa.

  1. Quali esperienze del tuo percorso artistico ti hanno più influenzato come musicista?

Sicuramente i lavori con la danza contemporanea e le performance dal vivo. Hanno completamente cambiato il mio rapporto con la durata e la dinamica all’interno di una composizione.

  1. E quale domanda avrei assolutamente dovuto farti e non ti ho fatto? Quale invece sarebbe stata la risposta?

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