Interview – Leo Tenneriello

Fuori dal 21 agosto “Le tracce di un’altra donna”, il nuovo singolo di Leo Tenneriello. Una malinconica ballad indie pop con un pizzico di delicato rock che rende il ritornello accattivante e indimenticabile. “Le tracce di un’altra donna” è un amore mai nato. Un’infatuazione per una donna enigmatica, intessuta di osservazioni e riflessioni. Attraverso riferimenti letterari e immagini poetiche, il brano esplora temi di desiderio, introspezione e la complessità delle relazioni umane. La bellezza magnetica di questa donna misteriosa sulla spiaggia alimenta fascino e curiosità nel protagonista. Mentre lei si immerge nella lettura de “La coscienza di Zeno”, l’enigma della sua identità e percezione si intensifica. Simboli come “uno sbuffo nero nel cielo blu” e “un nido di carne” evocano emozioni e stati d’animo complessi, suggerendo la bellezza effimera dell’estate, il desiderio, la vulnerabilità, l’introspezione, la nostalgia e l’inaccessibilità.

“Le tracce di un’altra donna è la storia di un addio a un ciao che non c’è mai stato. La conoscenza la puoi solo sperimentare e mai possedere”, così Leo Tenneriello descrive il proprio brano.

Noi lo abbiamo intervistato per voi, ed ecco cosa ci ha raccontato.

“Le tracce di un’altra donna” è una ballad malinconica che parla di un amore mai nato. Da dove è nata l’ispirazione per questo brano? Ci puoi raccontare qualcosa in più sulla genesi della canzone?

‘Le tracce di un’altra donna’ è nata da un’osservazione profonda dell’animo umano e da un’esperienza personale. A volte il caso ci regala belle esperienze. Ho voluto catturare quella sensazione di malinconia che nasce dalla curiosità e da un potenziale amore non corrisposto, creando un’atmosfera musicale intima e malinconica e un testo che parla di assenza. L’ispirazione è arrivata dopo aver ascoltato “La donna d’inverno” di Paolo Conte. 

Il brano è arricchito da riferimenti letterari, come la lettura de “La coscienza di Zeno”. Quanto influisce la letteratura nella tua musica e in questo specifico brano?

È fondamentale come lo è stato per questo brano. Le donne che leggono al mare sono enigmatiche, misteriose, magnetiche. Sembrano più libere, più indipendenti. Nonostante il baccano che le circonda loro riescono a concentrarsi, immerse nelle loro letture. Scriveva Italo Calvino “Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino di altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli”.

Il singolo è prodotto da Gabriele Andrisani, con il quale hai già collaborato in passato. Come è stata questa collaborazione e in che modo ha influenzato il risultato finale?

L’ho conosciuto perché aveva suonato le chitarre e il basso nel mio cd “Wilde”. Da allora siamo sempre rimasti in contatto ed ora collaboriamo stabilmente. La nostra intesa è sempre più forte e, grazie alla sua esperienza e alla sua creatività, siamo riusciti a creare diversi brani che vanno oltre le mie aspettative. Gabriele ha saputo valorizzare la mia visione artistica, proponendomi soluzioni innovative e stimolanti. In particolare, mi ha colpito il modo in cui ha lavorato sulle dinamiche e sugli effetti, creando un sound ricco e avvolgente. Sono davvero grato di aver avuto l’opportunità di lavorare con lui e di crescere artisticamente al suo fianco.

Negli ultimi anni hai ricevuto numerosi riconoscimenti, come il “Premio Speciale della Giuria Franz Kafka Italia” e la finale del “Sanremo Rock & Trend Festival”. Quanto influenzano questi successi il tuo lavoro artistico?

I riconoscimenti che ho ricevuto negli ultimi anni sono stati fondamentali per la mia crescita artistica. Mi hanno dato una spinta creativa. Sapere che il mio lavoro viene apprezzato da una giuria così prestigiosa come quella del Premio Franz Kafka Italia è stato un onore e mi ha dato una maggiore consapevolezza delle mie capacità. La finale del Sanremo Rock & Trend Festival, invece, mi ha permesso di farmi conoscere da un pubblico più ampio. Sono grato a tutte le persone che mi hanno sostenuto e continuerò a lavorare con passione per creare musica che possa emozionare e ispirare gli altri.

Come cantautore e scrittore, come riesci a bilanciare queste due passioni? Ci sono delle contaminazioni tra la tua produzione letteraria e musicale?

La scrittura e la musica sono due facce della stessa medaglia per me. Entrambe mi permettono di esplorare la profondità dell’animo umano e di creare mondi immaginari. Spesso, un’idea nasce come poesia e poi si evolve in una canzone, o viceversa. C’è una continua contaminazione tra le due forme d’arte, che si arricchiscono a vicenda. Bilanciare queste due passioni richiede una certa disciplina, ma la soddisfazione che ne deriva è immensa.

In un mondo musicale in continua evoluzione, cosa significa per te rimanere fedele al tuo stile e alle tue radici artistiche?

Rimanere fedele al mio stile e alle mie radici significa mantenere un legame profondo con le prime influenze che mi hanno formato come artista. Allo stesso tempo, significa essere aperto a nuove sperimentazioni e collaborazioni, senza mai dimenticare chi sono. È un equilibrio delicato che mi permette di offrire al pubblico un sound riconoscibile e al tempo stesso di evolvermi come musicista.

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