Interview – Ipnago
Ipnago sono i fratelli Riccardo e Federico Ferretti, nati e cresciuti sulle sponde del Lago Maggiore. Fin da piccoli scrivono canzoni insieme facendosi odiare presto dai vicini. Nel tempo Federico (chitarra e voce) si specializza in tecnica del suono e produzione, mentre Riccardo (piano, batteria, voce) in armonia e arrangiamento. Uno metterebbe il distorto anche al fagotto, l’altro rifarebbe Nevermind con gli standard jazz. Dopo tanti anni di crescita e canzoni dimenticate in hard disk smagnetizzati, nel 2024 producono il loro primo disco vero e proprio, “Ommeid”, che rimanda ad un indie rock introspettivo e ricercato. A supportarli dal vivo ci sono Luca Miglierina (basso) e Gioele Bicelli (batteria), mentre dietro alle copertine la matita di Erica Gariboldi (@icafelipa). Condividono i loro primi live con Diorama & I Melodrama, Cactus, Gospel e Lorenzo Baglioni. Continuamente è il loro primo singolo, con un videoclip rigorosamente made in provincia diretto da Luca Barone e Giammarco Vegezzi.
Lo scorso 13 dicembre è uscito su tutte le piattaforme digitali il loro primo singolo “Continuamente”. Abbiamo fatto una chiacchierata con Riccardo e Federico per conoscere meglio il loro progetto:
Come nascono gli Ipnago e cosa c’è all’origine di questo nome?
Suoniamo e facciamo musica insieme fin da quando siamo piccoli.
Richi: “Fede, maggiore di me, mi ha influenzato ad appassionarmi alla musica e ad iniziare a suonare e scrivere canzoni. Tutto è iniziato per curiosità, coinvolgendomi nelle sue prime produzioni fatte con un portatile e una scheda audio da due soldi”.
Da lì non abbiamo più smesso e ci siamo evoluti, ma rimane lo stesso piacere di scrivere i pezzi e registrarli, vedendo che prendono forma come veri e propri pezzi d’artigianato. Ipnago è solo l’aver dato un nome a questo processo, dopo aver finito di produrre un disco vero e proprio di cui siamo soddisfatti. All’origine del nome c’è “ipnagogico”, un termine che rimanda ad uno stato tra veglia e sonno in cui tutto diventa più sfocato e i significati iniziano a confondersi.
Perché avete scelto di esordire proprio con “Continuamente”?
Il motivo è che ci sembrava il brano più “radiofonico” del disco, più adatto dunque ad una presentazione del progetto.
Qual è stata la difficoltà maggiore che avete incontrato nella realizzazione di questo brano?
Come sempre il trovare il giusto equilibrio tra produzione ed immediatezza. Il rischio di “iper produrre” un pezzo è infatti sempre dietro l’angolo, specialmente dopo averlo avuto in cuffia infinite volte.
C’è un artista con cui sognate di poter avviare una collaborazione?
Collaborare con altri artisti è sempre stimolante, che sia in modo sostanziale o anche solo per ricevere osservazioni e critiche per migliorare il nostro lavoro. Al momento non ci viene in mente nessuno di particolare con cui “sogniamo” di collaborare, forse perchè ci sentiamo molto lontani dalle dinamiche del mondo discografico.
Ci date qualche anticipazione sui prossimi progetti?
Prossimamente arriverà tutto l’album da cui è tratto questo primo singolo. Tocca varie sonorità, anche molto eterogenee tra loro. Tutta roba fatta in casa, con pregi e difetti… Ci sarà un pezzo dedicato al corriere che ci consegna mille pacchetti in giardino, uno che racconta il punto di vista di una mosca, e poi ancora atmosfere nostalgiche con sonorità alternative e chitarroni. Il tutto però collegato da testi sempre onirici e introspettivi, che lasciano spazio ad ognuno di riempire i significati come vuole. Stiamo poi già lavorando a nuove canzoni, cercando questa volta un sound e un concept molto più definiti.