Interview – Francesco Curci
Fuori venerdì 14 gennaio per l’etichetta Show in Action (distr. Pirames International) il nuovo singolo di Francesco Curci dal titolo Come Frank. Il brano inaugura un nuovo percorso artistico e di vita, non a caso arriva nel giorno del suo compleanno, dopo tre anni di assenza vissuti alla ricerca di nuove forme espressive e segnati da una radicale trasformazione della sua immagine da cui prende forma una nuova consapevolezza artistica con cui oggi si racconta e che rivendica con tutta la determinazione possibile. Come Frank è infatti un vero e proprio inno alla libertà, un manifesto di emancipazione, un invito ad amarsi ed accertarsi per quello che si è e non per quello che vogliono gli altri «Cercare a tutti i costi di piacere al mondo / E diventare poi la brutta copia di sé stesso», imparando giorno dopo giorno a fare i conti con le proprie paure e insicurezze, a trasformarle in punti di forza per affrontare il mondo spietato che là fuori è sempre «con il dito già puntato a condannare un innocente». Le sonorità elettroniche del brano, a metà tra britpop e urban, ipnotizzano sin dai primi accordi, creando un conturbante gioco di equilibri tra le dimensioni più intimiste delle strofe e quelle dirompenti degli incisi, per un sound che lo stesso artista definisce “kamikaze”, cioè esplosivo.
Per l’occasione, abbiamo fatto una chiacchierata con il cantautore.

- Quali sono le tue influenze musicali, qualcosa che davvero non ci aspetteremmo?
Negli ultimi anni ho ascoltato tantissima musica internazionale. Il mio artista preferito in assoluto è certamente Harry Styles, ma influenzano la mia scrittura anche artisti come Shawn Mendes, James Bay. Pensando all’Italia, invece, posso dire Malika Ayane.
- In che modo “Come Frank” è un punto di svolta nel tuo percorso musicale?
Segna un punto di rottura rispetto a quello che ho fatto in passato. Per tanto tempo mi sono sentito solo un “cantante da ballad”, con brani dai testi nostalgici in cui dover a tutti i costi dimostrare di avere una bella voce. Volevo invece qualcosa di nuovo, di dirompente, perché oggi è così che mi sento, concentrare l’attenzione anche sulle sonorità. Perciò insieme al mio nuovo produttore, Alex Marton, abbiamo fatto un lungo lavoro di ricerca per individuare un sound che mi identificasse e che ho definito, appunto, “kamikaze”, ovvero esplosivo. Per la prima volta canto in modo più libero, meno “educato”, ma lo faccio con grande onestà ed autenticità e soprattutto su un testo che prova ad abbattere i muri dell’odio e delle discriminazioni, esaltando la diversità come occasione di confronto e di crescita e non come qualcosa da cui prendere le distanze e generare pregiudizi.
- Cos’è successo in questi tuoi tre anni di assenza?
Che ho fatto ordine fuori e dentro di me. La trasformazione di cui parlo e che oggi canto, è partita prima di tutto dal mio aspetto esteriore che proprio non accettavo. Ho affrontato un lungo percorso fatto di tanto sport, di un’alimentazione ferrea per poi arrivare a guardarmi allo specchio con serenità, come se davvero fossi un’altra persona; e cambiare automaticamente anche il modo di percepire il mondo circostante, di relazionarmici. Oggi mi sento più sicuro, più vero; mi riguardo negli scatti di copertina o nelle immagini del videoclip e finalmente mi riconosco. E credo che non ci possa essere nulla di più gratificante di questo. Non dovermi più nascondere o fingere, al di là di quello che pensano gli altri, credo sia il vero segreto della felicità.
- Perché “Come Frank” è la colonna sonora perfetta per questo periodo?
Da una parte perché, musicalmente parlando, trovo sia una bella “botta di vita” in un periodo in cui per ovvie ragioni gli umori sono un po’ sottotono; dall’altra, perché è un manifesto di emancipazione in cui parlo di discriminazioni, di pregiudizi e in un’epoca storica in cui dominano bullismo, body shaming, omofobia, credo possa essere un’esortazione per molti.
- Quale domanda avrei assolutamente dovuto farti e non ti ho fatto?
Ognuna delle domande che mi hai fatto era perfetta per raccontare chi sono. Approfitto solo della domanda per citare e ringraziare la mia casa discografica, Show in Action, perché è solo grazie a questa meravigliosa famiglia musicale che mi supporta (e sopporta) ormai da qualche anno, se oggi posso essere qui a parlare di questo brano!