Interview – Carlo Audino
Da venerdì 3 settembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “LADY LAURA”, il nuovo singolo di CARLO AUDINO.
“Lady Laura” racconta un ricordo di giovinezza dell’autore. Nonostante la sua timidezza, un giorno decise di avvicinarsi il più possibile a Laura, una compagna di scuola. Dopo averla seguita fino al portone di casa, deciso a dichiararsi, si trovò davanti un portiere robusto, con abiti e occhiali neri, che con voce roca, lo intimò ad allontanarsi, altrimenti lo avrebbe picchiato! Carlo Audino, riuscito comunque a conquistare la bella Laura qualche tempo dopo e in barba al portiere, scrive questa canzone per fissare quell’aneddoto così importante per la sua storia. Chitarra, cori e canto sono realizzati da Carlo Audino, mentre Riccardo Taddei ha suonato le tastiere, Simone Ceracchi il basso e Luca Fareri la batteria.
Come nasce la figura artistica di Carlo Audino e cosa contraddistingue la sua musica?
Il Carlo Audino artista nasce dall’esigenza di far conoscere le proprie canzoni ad un maggior numero di persone possibili. Esse sono lo specchio che riflette l’animo dell’autore in una infinità di dettagli non sempre prevedibili e scontati. Alcune sono state scritte molti anni fa, altre da pochissimo. Dopo il primo lockdown del 2020 ho capito, come molti di noi, che la vita è qualcosa che deve essere apprezzata giorno per giorno, finchè è a nostra disposizione. E così mi sono deciso ad uscire artisticamente allo scoperto per far conoscere questo mio aspetto cantautorale. Infatti nei quasi cinquant’anni di gavetta con band, palchi e serate musicali di tutti i tipi, raramente ho eseguito le mie canzoni, non ritenendo che quello fosse il giusto contesto. Quindi nel Febbraio del 2021 venne pubblicata ufficialmente la mia prima uscita discografica “Adesso no” e, ad oggi, i brani sono tredici (di cui due sono traduzioni in Inglese). Come dicevo prima, i brani sono soprattutto autobiografici e questo potrebbe essere un primo elemento che li contraddistingue. Non seguono la moda e quando nascono decidono spontaneamente una veste che meglio di altre calza. In linea di massima sono brani rock ma qua e la escono fuori delle soluzioni totalmente imprevedibili (ad esempio il latin jazz di “Il tuo seno” oppure il country di “Carolina”). Inoltre mi piace inventare qualcosa di inaspettato o nel testo o nella musica o nell’arrangiamento. Ecco, questo è un secondo aspetto che contraddistingue la mia musica: mi piace creare “out of the box”.
Raccontaci il tuo ultimo brano: come nasce e come è stata la sua lavorazione?
Anche il personaggio più malvagio può avere un momento di debolezza e, guardandosi indietro ed attorno, si rende conto di essere solo o comunque non con la giusta compagnia. E così Strega Bugia intona il suo canto dopo aver rifiutato le avances dello sfigato Mago Merlino (ovviamente questa è una pura costruzione della mia mente!). E nella sua profonda crisi emotiva si accorge che qualcosa non va neanche con il suo amore di sempre: il fedele Specchiuccio ed i suoi adorati campi di grano. Tuoni e saette tutto intorno fanno da cornice a questa quantomai originale crisi coniugale. Poi, al termine del canto liberatorio, lei ritrova tutto il suo amore per lo specchio e sente la rinnovata forza malefica rigenerata e rinforzata in tutto il suo diabolico spirito. Così “Canto di strega” nasce molti anni fa tra i banchi del liceo Classico anzi, per l’esattezza, fu scritta in una parete del bagno maschile del Liceo che allora frequentavo a Velletri (RM). La cosa curiosa fu che una decina di anni dopo la mia maturità andai a trovare i miei vecchi professori e ad un certo punto, avendone la necessità, entrai proprio in quel bagno. Avevo del tutto dimenticato di aver scritto la mia composizione tra una marea di altre dediche su quelle mura e quando me lo trovai davanti rimasi sbalordito! Le pareti erano state rinfrescate e pitturate per varie volte ma quel testo era sempre stato lasciato li per tutti questi anni! Ne rimasi piacevolmente sorpreso. Nella costruzione dei suoni sono stati scelti quelli che meglio si adattassero ad una scena così tetra: quindi spazio ad organi severi e maestosi insieme a chitarre distorte e voci che affogano nel nulla soffocante, oltre a spinette e violoncelli. Importanti i respiri che separano le varie parti del brano. Un tuono scandisce la fine della crisi e la ripresa della normale vita della strega. Infine la scelta del vezzeggiativo eroicomico “Specchiuccio” risente molto dell’influenza di Alessandro Tassoni che stavo studiando all’epoca della creazione del brano. Ad Agosto “Canto di Strega” è arrivato alle semifinali del contest “Spazio d’Autore” di San Gimignano.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana e come pensi di poterla arricchire?
Mi sembra che stiamo vivendo un periodo abbastanza interessante dal punto di vista artistico. Ci sono delle belle voci, dei personaggi più o meno magnetici. Assistiamo alla sperimentazione di nuovi modi di cantare e di esporre i testi. Anche se cambia il modo di intonare, l’obiettivo di trasmettere sentimenti è spesso raggiunto: ognuno lo fa come ritiene più opportuno. Sinceramente non credo cambierei granché. Però mi rendo conto (e non parlo di me) che spesso artisti emergenti non riescono neanche ad affiorare in superficie e vengono circondati dagli “squali” che fanno perdere tempo, soldi e, soprattutto, entusiasmo. Della scena musicale Italiana senz’altro cambierei la sensibilità dei Direttori Artistici delle Radio e Televisioni e li inviterei ad aprire uno spiraglio di attenzione anche a chi non fa parte delle prime 50 posizioni in classifica, i cosiddetti “grandi successi”. La scena musicale Italiana verrebbe così arricchita dalle novità di artisti che, come me, hanno l’entusiasmo proprio di chi è affetto dalla sindrome dello sconosciuto.
Quanto sono importanti i social nella riuscita di un progetto musicale?
Tenendo conto che l’industria discografica di qualche anno fa ormai non esiste più, i social sono diventati importantissimi per la riuscita di un progetto musicale. Sia per la facilità di fruizione che per l’ampiezza della diffusione che è possibile ottenere, essi sono basilari per un artista. Di contro, essendo questa risorsa di così facile accesso, è difficile riuscire a mettersi in evidenza ed emergere dalla massa degli altri artisti che, escludendo una interessante percentuale di valide proposte, in molti casi sono lo scopiazzamento in brutta copia di originali già presenti sul mercato. Insomma, se prima era difficile ottenere un discreto contratto discografico, adesso la battaglia promozionale è spesso basata proprio su una buona ed interessante visibilità sui social.
C’è un artista con cui sogni di poter avviare una collaborazione?
Sinceramente non ho particolari preferenze. Secondo me ogni artista ha una sua particolarità che va apprezzata ed assaporata. Quindi non credo di poter affermare che vorrei cantare con Tizio oppure con Caius poiché sarebbe limitante. Io canterei con chiunque lo voglia fare con me. Siamo meteore di passaggio in questa magnifica vita ed ogni altro individuo che si avvicina alla nostra anima ha qualcosa da mostrarci e, spesso, da insegnarci: figuriamoci se è anche un artista!
Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti?
Sempre in attesa di possibili esibizioni live, continuerò a sfornare un brano al mese e, appena ne avrò pronto uno, anche una raccolta di brani (qualcuno già uscito più altri inediti) raggruppati per tema comune. Posso anticipare che il brano di Novembre è molto autobiografico ma non voglio rovinare la sorpresa. Invece la canzone di Dicembre vede un protagonista a quattro zampe ma non è la vitellina “Carolina”. Nel frattempo mi piacerebbe sfornare il mio primo EP entro quest’anno ed un album completo per il prossimo anno.